Il cibo, insieme a ossigeno e acqua, è una delle fonti di vita essenziali per l’uomo e per gli animali, senza il quale non potremmo sopravvivere. L’evoluzione che l’uomo ha subito nel corso dei millenni ha permesso di arrivare a una società in cui anche il cibo si presenta in una varietà in costante crescita, permettendone una maggiore accessibilità e disponibilità, basti pensare alla moltitudine di cibi esotici che possiamo mangiare senza necessariamente spostarsi di migliaia di chilometri. Questa progressione ha anche determinato il cambiamento della nutrizione, arrivando a influenzare l’intero comportamento alimentare, compromettendo la capacità cognitiva verso gli stimoli di cibo, in quanto costituisce ricompensa associata alla gradevolezza che esso possiede per l’uomo (Mengotti e Foroni, 2015). A causa del suo valore di ricompensa, il cibo può comportare lo sviluppo di una dipendenza in quanto è in grado di modificare i meccanismi cerebrali legati alla ricompensa come qualsiasi altra sostanza d’abuso. Ad oggi, infatti, la nutrizione deve essere contemplata come l’equilibrio tra meccanismi biochimici e cerebrali che intervengono sia nella ricerca del cibo sia nell’inibizione dell’impulso ad assumere più nutrienti di quelli che il nostro organismo necessita (Mengotti e Foroni, 2015). Considerato l’accrescimento esponenziale di disponibilità di cibo, la necessità di inibirne l’assunzione è una caratterizzazione della società moderna che promuove canoni estetici legati ad una figura corporea magra, facendo leva soprattutto sulla popolazione femminile, la quale intraprende delle diete ipocaloriche al fine di poter perdere peso. In quest’ottica si inseriscono anche i Restrained Eaters (RES), individui che hanno la tendenza ad esercitare delle restrizioni intenzionali sulla loro alimentazione al fine di perdere peso, limitando il consumo di cibo attraverso una buona capacità di controllo (Wolz et al., 2015; Zhang et al., 2020; Polivy et al., 2020, 2021). Per questi individui, il cibo costituisce una costante preoccupazione e in certe occasioni, il loro controllo può fallire disregolandosi e determinando dei pattern alimentari patologici. Per poter comprendere il restrained eating è importante analizzare l’elaborazione degli stimoli di cibo.

Restrained eating e controllo inibitorio: uno studio attraverso potenziali evento-relati.

CONSOLINI, NICOLETTA
2022/2023

Abstract

Il cibo, insieme a ossigeno e acqua, è una delle fonti di vita essenziali per l’uomo e per gli animali, senza il quale non potremmo sopravvivere. L’evoluzione che l’uomo ha subito nel corso dei millenni ha permesso di arrivare a una società in cui anche il cibo si presenta in una varietà in costante crescita, permettendone una maggiore accessibilità e disponibilità, basti pensare alla moltitudine di cibi esotici che possiamo mangiare senza necessariamente spostarsi di migliaia di chilometri. Questa progressione ha anche determinato il cambiamento della nutrizione, arrivando a influenzare l’intero comportamento alimentare, compromettendo la capacità cognitiva verso gli stimoli di cibo, in quanto costituisce ricompensa associata alla gradevolezza che esso possiede per l’uomo (Mengotti e Foroni, 2015). A causa del suo valore di ricompensa, il cibo può comportare lo sviluppo di una dipendenza in quanto è in grado di modificare i meccanismi cerebrali legati alla ricompensa come qualsiasi altra sostanza d’abuso. Ad oggi, infatti, la nutrizione deve essere contemplata come l’equilibrio tra meccanismi biochimici e cerebrali che intervengono sia nella ricerca del cibo sia nell’inibizione dell’impulso ad assumere più nutrienti di quelli che il nostro organismo necessita (Mengotti e Foroni, 2015). Considerato l’accrescimento esponenziale di disponibilità di cibo, la necessità di inibirne l’assunzione è una caratterizzazione della società moderna che promuove canoni estetici legati ad una figura corporea magra, facendo leva soprattutto sulla popolazione femminile, la quale intraprende delle diete ipocaloriche al fine di poter perdere peso. In quest’ottica si inseriscono anche i Restrained Eaters (RES), individui che hanno la tendenza ad esercitare delle restrizioni intenzionali sulla loro alimentazione al fine di perdere peso, limitando il consumo di cibo attraverso una buona capacità di controllo (Wolz et al., 2015; Zhang et al., 2020; Polivy et al., 2020, 2021). Per questi individui, il cibo costituisce una costante preoccupazione e in certe occasioni, il loro controllo può fallire disregolandosi e determinando dei pattern alimentari patologici. Per poter comprendere il restrained eating è importante analizzare l’elaborazione degli stimoli di cibo.
2022
Restrained eating and inhibitory control: an event-related potentials study.
Restrained eating
Controllo inibitorio
alimentazione
ERPs
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/45398