La malattia di Kennedy, nota anche come atrofia muscolare spinale e bulbare (SBMA), è una malattia neurodegenerativa rara causata da un’espansione anomala della tripletta nucleotidica citosina – adenina – guanina (CAG) nel gene che codifica per il recettore degli androgeni (AR). L’SBMA è associata al cromosoma X e causa degenerazione dei motoneuroni inferiori, debolezza e atrofia muscolare. In questo lavoro viene studiata l’espressione dell’AR nei vari tessuti. L’AR non solo risulta essere maggiormente espresso nel muscolo scheletrico ma risulta anche essere presente in diverse isoforme. L’espressione genica dell’AR dipende dai due cofattori PRMT6 e LSD1; in questo lavoro si è studiato se e come LSD1 demetila l’AR, in maniera analoga allo studio svolto sulla metilazione dell’AR da parte di PRMT6. Si è infine analizzato come poter silenziare questi due cofattori tramite l’utilizzo di nanoparticelle, al fine di ridurre la tossicità dell’AR mutato all’interno del muscolo scheletrico.
Analisi di espressione e modifiche post-traduzionali del recettore degli androgeni nella malattia di Kennedy e nel cancro alla prostata
MENNELLA, SARA
2022/2023
Abstract
La malattia di Kennedy, nota anche come atrofia muscolare spinale e bulbare (SBMA), è una malattia neurodegenerativa rara causata da un’espansione anomala della tripletta nucleotidica citosina – adenina – guanina (CAG) nel gene che codifica per il recettore degli androgeni (AR). L’SBMA è associata al cromosoma X e causa degenerazione dei motoneuroni inferiori, debolezza e atrofia muscolare. In questo lavoro viene studiata l’espressione dell’AR nei vari tessuti. L’AR non solo risulta essere maggiormente espresso nel muscolo scheletrico ma risulta anche essere presente in diverse isoforme. L’espressione genica dell’AR dipende dai due cofattori PRMT6 e LSD1; in questo lavoro si è studiato se e come LSD1 demetila l’AR, in maniera analoga allo studio svolto sulla metilazione dell’AR da parte di PRMT6. Si è infine analizzato come poter silenziare questi due cofattori tramite l’utilizzo di nanoparticelle, al fine di ridurre la tossicità dell’AR mutato all’interno del muscolo scheletrico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/45848