Questa tesi vuole essere un percorso di ricerca sul legame forte che unisce il cinema alla pedagogia e sul valore della narrazione filmica come pratica educativa con bambini e bambine della scuola primaria. Narrare con le immagini ha un impatto potente con le parti più profonde del sé: attraverso la narrazione cinematografica la realtà prende una nuova forma, assume un senso diverso e si attivano profondi processi di riflessione e ri-scoperta di sé, dell’Altro e del mondo che ci circonda. Il cinema è come uno specchio, è quell’esperienza che ri-guarda la vita, e la narrazione filmica una rappresentazione, o ri-presentazione, di immaginari intrisi di sguardi e vissuti, propri e altrui. La costituzione della nostra esperienza sensibile e della nostra identità si origina, oggi più che mai, dalla relazione con i media, in particolare quelli audiovisivi, che articolano il nostro ambiente. Come poter immaginare, allora, un approccio educativo che si faccia carico delle potenzialità insite nei media, in particolare nel cinema? Come utilizzare lo strumento per costruire o de-costruire immaginari sul sé e l’Altro e co-creare, insieme ai soggetti, profondi percorsi di ri-significazione? La tesi esplora il valore delle narrazioni filmiche all’interno di percorsi collettivi e partecipativi di co-costruzione di immaginari, con attenzione alle tematiche di identità, somiglianza e differenza. La ricerca propone una specifica modalità di cinematografia: non tanto guardare i film ma “fare cinema”, attraverso la pratica del video partecipativo, una pratica cooperativa e orizzontale in grado di dar vita a progetti creativi, con finalità sociali e obiettivi educativi; inoltre, dedica spazio all’analisi di un metodo, il PVCODE – Participatory Video for Community Development – come proposta metodologica aperta, e all’esposizione di un personale laboratorio di co-creazione filmica svolto in una scuola primaria. Lo studio vuole mostrare il potenziale del “fare cinema” con minori, in particolare bambini e bambine di età compresa fra i 6 e i 10/11 anni. Conoscere l’approccio cinematografico partecipativo, come modalità di intervento educativo, può aiutare formatori, insegnanti e educatori ad ampliare ogni personale “cassetta degli attrezzi” per progettare percorsi dinamici di riflessione, ri-significazione e cambiamento sociale: il cinema può essere, infatti, un potente strumento di attivismo e una pratica di tras-formazione.
IL CINEMA COME PRATICA EDUCATIVA Percorsi partecipativi nella scuola primaria per ri-conoscere sé, l'Altro e il mondo
MANTEGAZZA, GLORIA
2022/2023
Abstract
Questa tesi vuole essere un percorso di ricerca sul legame forte che unisce il cinema alla pedagogia e sul valore della narrazione filmica come pratica educativa con bambini e bambine della scuola primaria. Narrare con le immagini ha un impatto potente con le parti più profonde del sé: attraverso la narrazione cinematografica la realtà prende una nuova forma, assume un senso diverso e si attivano profondi processi di riflessione e ri-scoperta di sé, dell’Altro e del mondo che ci circonda. Il cinema è come uno specchio, è quell’esperienza che ri-guarda la vita, e la narrazione filmica una rappresentazione, o ri-presentazione, di immaginari intrisi di sguardi e vissuti, propri e altrui. La costituzione della nostra esperienza sensibile e della nostra identità si origina, oggi più che mai, dalla relazione con i media, in particolare quelli audiovisivi, che articolano il nostro ambiente. Come poter immaginare, allora, un approccio educativo che si faccia carico delle potenzialità insite nei media, in particolare nel cinema? Come utilizzare lo strumento per costruire o de-costruire immaginari sul sé e l’Altro e co-creare, insieme ai soggetti, profondi percorsi di ri-significazione? La tesi esplora il valore delle narrazioni filmiche all’interno di percorsi collettivi e partecipativi di co-costruzione di immaginari, con attenzione alle tematiche di identità, somiglianza e differenza. La ricerca propone una specifica modalità di cinematografia: non tanto guardare i film ma “fare cinema”, attraverso la pratica del video partecipativo, una pratica cooperativa e orizzontale in grado di dar vita a progetti creativi, con finalità sociali e obiettivi educativi; inoltre, dedica spazio all’analisi di un metodo, il PVCODE – Participatory Video for Community Development – come proposta metodologica aperta, e all’esposizione di un personale laboratorio di co-creazione filmica svolto in una scuola primaria. Lo studio vuole mostrare il potenziale del “fare cinema” con minori, in particolare bambini e bambine di età compresa fra i 6 e i 10/11 anni. Conoscere l’approccio cinematografico partecipativo, come modalità di intervento educativo, può aiutare formatori, insegnanti e educatori ad ampliare ogni personale “cassetta degli attrezzi” per progettare percorsi dinamici di riflessione, ri-significazione e cambiamento sociale: il cinema può essere, infatti, un potente strumento di attivismo e una pratica di tras-formazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/47946