Venezia e la letteratura russa La presente tesi verte sui cambiamenti nella percezione della città di Venezia, del suo mito nelle opere di V. Ja. Bryusov, A. A. Blok, A. A. Achmatova, N. S. Gumilëv, O. E. Mandel’štam , B. L. Pasternak e I. A. Brodskij nell’epoca del Novecento. Venezia è uno dei topoi preferiti della letteratura russa, che ha visto uno sviluppo a partire dal Seicento fino a giungere all’epoca contemporanea e che è stato trattato da vari autori inizialmente nei loro diari di viaggio e successivamente nei loro testi letterari. Gli autori dell’età d’argento (1905-1930) vedevano in Venezia uno spazio culturale. Il topos dell'Italia (compresa Venezia) come “seconda patria” comincia ad acquistare un importante ruolo proprio in quest’epoca. Aleksandr Blok in una lettera alla madre scriveva: “Ogni artista russo ha il diritto di tappare le orecchie per almeno alcuni anni da tutto il “russo” e visitare l’altra patria: l'Europa, e soprattutto l'Italia”. Gli autori presi in esame creano un legame tra Venezia e San Pietroburgo. Negli anni ‘20 del Novecento la letteratura russa prende due direzioni che si sviluppano quasi indipendentemente l'una dall'altra: la letteratura sovietica da un lato e la letteratura russa dell’emigrazione dall’altro. Dopo il 1917 nella letteratura dell’emigrazione si ha una sorta di fusione semantica tra Venezia e la Russia perduta. A tal proposito, l’Italia è vista come il Paradiso in terra, mentre la Russia dopo la rivoluzione come un Paradiso perduto. Il viaggio a Venezia è una caratteristica della vita prerivoluzionaria che non si può restituire. L’atteggiamento nei confronti di Venezia è ora caratterizzato da una nostalgia per la Russia. Brodskij, con la sua descrizione di Venezia, rompe con la tradizione. Egli unisce l’esperienza dei testi veneziani sia della Russia che della diaspora. Venezia riveste un ruolo speciale nella sua opera e viene inoltre associata alla città natale perduta. Un’opera che divenne indubbiamente un punto di riferimento per la descrizione letteraria di Venezia per una buona parte di scrittori fu Fondamenta degli incurabili. Alcuni autori tuttavia non la accolsero, preferendo cambiare il registro stilistico con l’inserimento di elementi comici, presentando dunque una Venezia in cui gli aspetti culturali perdono valore e il pellegrino si trasforma in turista di massa. Nella parte finale del mio lavoro esplorerò brevemente anche come dopo la morte di Brodskij si assiste alla nascita di due diverse correnti di pensiero nell’approccio descrittivo di Venezia: da un lato un approccio simile a quello di Brodskij, dall’altro uno di distacco.
Venezia e la letteratura russa del Novecento
HAROUTYUNIAN, ANNA
2022/2023
Abstract
Venezia e la letteratura russa La presente tesi verte sui cambiamenti nella percezione della città di Venezia, del suo mito nelle opere di V. Ja. Bryusov, A. A. Blok, A. A. Achmatova, N. S. Gumilëv, O. E. Mandel’štam , B. L. Pasternak e I. A. Brodskij nell’epoca del Novecento. Venezia è uno dei topoi preferiti della letteratura russa, che ha visto uno sviluppo a partire dal Seicento fino a giungere all’epoca contemporanea e che è stato trattato da vari autori inizialmente nei loro diari di viaggio e successivamente nei loro testi letterari. Gli autori dell’età d’argento (1905-1930) vedevano in Venezia uno spazio culturale. Il topos dell'Italia (compresa Venezia) come “seconda patria” comincia ad acquistare un importante ruolo proprio in quest’epoca. Aleksandr Blok in una lettera alla madre scriveva: “Ogni artista russo ha il diritto di tappare le orecchie per almeno alcuni anni da tutto il “russo” e visitare l’altra patria: l'Europa, e soprattutto l'Italia”. Gli autori presi in esame creano un legame tra Venezia e San Pietroburgo. Negli anni ‘20 del Novecento la letteratura russa prende due direzioni che si sviluppano quasi indipendentemente l'una dall'altra: la letteratura sovietica da un lato e la letteratura russa dell’emigrazione dall’altro. Dopo il 1917 nella letteratura dell’emigrazione si ha una sorta di fusione semantica tra Venezia e la Russia perduta. A tal proposito, l’Italia è vista come il Paradiso in terra, mentre la Russia dopo la rivoluzione come un Paradiso perduto. Il viaggio a Venezia è una caratteristica della vita prerivoluzionaria che non si può restituire. L’atteggiamento nei confronti di Venezia è ora caratterizzato da una nostalgia per la Russia. Brodskij, con la sua descrizione di Venezia, rompe con la tradizione. Egli unisce l’esperienza dei testi veneziani sia della Russia che della diaspora. Venezia riveste un ruolo speciale nella sua opera e viene inoltre associata alla città natale perduta. Un’opera che divenne indubbiamente un punto di riferimento per la descrizione letteraria di Venezia per una buona parte di scrittori fu Fondamenta degli incurabili. Alcuni autori tuttavia non la accolsero, preferendo cambiare il registro stilistico con l’inserimento di elementi comici, presentando dunque una Venezia in cui gli aspetti culturali perdono valore e il pellegrino si trasforma in turista di massa. Nella parte finale del mio lavoro esplorerò brevemente anche come dopo la morte di Brodskij si assiste alla nascita di due diverse correnti di pensiero nell’approccio descrittivo di Venezia: da un lato un approccio simile a quello di Brodskij, dall’altro uno di distacco.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/49028