All’interno del panorama letterario di argomento resistenziale, per la maggior parte costituito da memorie, diari e da racconti, si colloca L’Agnese va a morire di Renata Viganò: l’unico romanzo ufficiale della Resistenza. In linea con tale definizione, l’opera si contraddistingue per la modellizzazione letteraria dei referenti di realtà, sebbene l’esistenza di una matrice autobiografica comporti una «figuralità controllata» sia sul piano elocutivo che su quello narratologico. Tuttavia, sul piano dell’invenzione la tendenza si inverte mostrando come, a livello macrotestuale, il tasso di figuralità diventi più elevato. L’indagine sulle figure dell’invenzione, infatti, dimostra che l’ideologia resistenziale, anziché essere oggetto di semplice celebrazione, si manifesta mediante la ricorrenza tematica dell’antitesi che, facendo sistema con personaggi, immagini e referenti spazio-temporali, organizza l’intero universo testuale sulla base di un impianto manicheo fondato sulla contrapposizione di serie semantiche positive e negative. Poiché all’interno di questa visione la Resistenza risulta stabilmente connotata da valori, mentre tutte le altre categorie di personaggi da disvalori, l’opera può essere considerata la sede del ritorno di un represso politico, oltre che di genere, rispetto al sistema assiologico condiviso dalla società di riferimento. Nondimeno, le dinamiche testuali di rovesciamento degli opposti problematizzano tale retorica schematica e tendente alla semplificazione, svelando la complessità del periodo bellico.
Realtà e rappresentazione nell'Agnese va a morire: un'indagine sulle figure dell'invenzione nel romanzo di Renata Viganò
SISTO, AURORA
2022/2023
Abstract
All’interno del panorama letterario di argomento resistenziale, per la maggior parte costituito da memorie, diari e da racconti, si colloca L’Agnese va a morire di Renata Viganò: l’unico romanzo ufficiale della Resistenza. In linea con tale definizione, l’opera si contraddistingue per la modellizzazione letteraria dei referenti di realtà, sebbene l’esistenza di una matrice autobiografica comporti una «figuralità controllata» sia sul piano elocutivo che su quello narratologico. Tuttavia, sul piano dell’invenzione la tendenza si inverte mostrando come, a livello macrotestuale, il tasso di figuralità diventi più elevato. L’indagine sulle figure dell’invenzione, infatti, dimostra che l’ideologia resistenziale, anziché essere oggetto di semplice celebrazione, si manifesta mediante la ricorrenza tematica dell’antitesi che, facendo sistema con personaggi, immagini e referenti spazio-temporali, organizza l’intero universo testuale sulla base di un impianto manicheo fondato sulla contrapposizione di serie semantiche positive e negative. Poiché all’interno di questa visione la Resistenza risulta stabilmente connotata da valori, mentre tutte le altre categorie di personaggi da disvalori, l’opera può essere considerata la sede del ritorno di un represso politico, oltre che di genere, rispetto al sistema assiologico condiviso dalla società di riferimento. Nondimeno, le dinamiche testuali di rovesciamento degli opposti problematizzano tale retorica schematica e tendente alla semplificazione, svelando la complessità del periodo bellico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/49055