The theory of linguistic avoidance was first developed by Schachter (1974) in her paper entitled "An error in error analysis". This communicative strategy refers to the tendency to replace uncertain linguistic elements with simple vocabulary and linguistic structures and even to avoid unfamiliar topics. Excessive use of avoidance in foreign language learning can lead to laziness, laxity and even fossilization. Avoidance is therefore an issue that cannot be ignored in teaching and learning foreign languages. To find out how widespread this phenomenon is and what the factors are that contribute to it, it is necessary to start investigating it systematically. Based on my impressionistic observations, I thought the passive voice, the conditional sentence of the second type, and the partitive pronoun "ne" were worth examining from this point of view. Using a mixed-method, quantitative and qualitative approach, among a few Chinese students of Italian, it turned out that they used avoidance strategies, but to different degrees, depending on the grammatical structure they had to address; indeed, the degree of avoidance was minimal for the passive voice (30%), intermediate for the type 2 conditional sentence (76%) and maximum for the partitive pronoun "ne" (77%).

La teoria dell'evitamento linguistico è stata sviluppata per la prima volta da Schachter (1974) nel suo articolo intitolato "An error in error analysis". Questa strategia comunicativa consiste nella tendenza a sostituire gli elementi linguistici su cui si è incerti con un vocabolario e strutture linguistiche semplici e persino a evitare argomenti non familiari. L'uso eccessivo dell'evitamento nell'apprendimento delle lingue straniere può portare alla pigrizia, alla rilassatezza e anche alla fossilizzazione. L'evitamento è quindi una questione che non può essere ignorata nell'insegnamento e nell'apprendimento delle lingue straniere. Per scoprire se questo fenomeno è diffuso e quali sono i fattori che vi contribuiscono, è necessario iniziare a indagarlo in modo sistematico. Sulla base delle mie osservazioni impressionistiche, ho pensato che fossero degni di essere esaminati da questo punto di vista, nella produzione di sinofoni apprendenti di italiano, la voce passiva, il periodo ipotetico del secondo tipo e il pronome partitivo "ne". Utilizzando un metodo di indagine misto, quantitativo e qualitativo, tra alcuni studenti cinesi di italiano è emerso che essi hanno utilizzato strategie di evitamento in grado diverso a seconda della struttura grammaticale da affrontare: il grado di evitamento è stato minimo per la voce passiva (30%), intermedio per il periodo ipotetico (76%) e massimo per il pronome partitivo "ne" (77%).

Evitamento linguistico da parte di apprendenti cinesi della lingua italiana: la voce passiva, il periodo ipotetico e il pronome partitivo "ne".

WU, XUEWEI
2022/2023

Abstract

The theory of linguistic avoidance was first developed by Schachter (1974) in her paper entitled "An error in error analysis". This communicative strategy refers to the tendency to replace uncertain linguistic elements with simple vocabulary and linguistic structures and even to avoid unfamiliar topics. Excessive use of avoidance in foreign language learning can lead to laziness, laxity and even fossilization. Avoidance is therefore an issue that cannot be ignored in teaching and learning foreign languages. To find out how widespread this phenomenon is and what the factors are that contribute to it, it is necessary to start investigating it systematically. Based on my impressionistic observations, I thought the passive voice, the conditional sentence of the second type, and the partitive pronoun "ne" were worth examining from this point of view. Using a mixed-method, quantitative and qualitative approach, among a few Chinese students of Italian, it turned out that they used avoidance strategies, but to different degrees, depending on the grammatical structure they had to address; indeed, the degree of avoidance was minimal for the passive voice (30%), intermediate for the type 2 conditional sentence (76%) and maximum for the partitive pronoun "ne" (77%).
2022
Target language avoidance by Chinese learners of Italian: the passive voice, the conditional sentence and the partitive pronoun "ne". ​
La teoria dell'evitamento linguistico è stata sviluppata per la prima volta da Schachter (1974) nel suo articolo intitolato "An error in error analysis". Questa strategia comunicativa consiste nella tendenza a sostituire gli elementi linguistici su cui si è incerti con un vocabolario e strutture linguistiche semplici e persino a evitare argomenti non familiari. L'uso eccessivo dell'evitamento nell'apprendimento delle lingue straniere può portare alla pigrizia, alla rilassatezza e anche alla fossilizzazione. L'evitamento è quindi una questione che non può essere ignorata nell'insegnamento e nell'apprendimento delle lingue straniere. Per scoprire se questo fenomeno è diffuso e quali sono i fattori che vi contribuiscono, è necessario iniziare a indagarlo in modo sistematico. Sulla base delle mie osservazioni impressionistiche, ho pensato che fossero degni di essere esaminati da questo punto di vista, nella produzione di sinofoni apprendenti di italiano, la voce passiva, il periodo ipotetico del secondo tipo e il pronome partitivo "ne". Utilizzando un metodo di indagine misto, quantitativo e qualitativo, tra alcuni studenti cinesi di italiano è emerso che essi hanno utilizzato strategie di evitamento in grado diverso a seconda della struttura grammaticale da affrontare: il grado di evitamento è stato minimo per la voce passiva (30%), intermedio per il periodo ipotetico (76%) e massimo per il pronome partitivo "ne" (77%).
Evitamento
Italiano
cinese
Condizionale
Pronome NE e passivo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/51087