La Leucemia a Grandi Linfociti Granulati di tipo T (T-Large Granular Lymphocytic Leukemia, T-LGLL) rappresenta la variante più frequente della LGLL, un raro disordine linfoproliferativo cronico caratterizzato dall’espansione clonale dei grandi linfociti granulati (Large Granular Lymphocyte, LGL). La patologia è clinicamente e biologicamente eterogenea. In base all’immunofenotipo è possibile distinguere due varianti, la T-LGLL CD8+ e la T-LGLL CD4+, le quali possono essere caratterizzate dalla presenza di mutazioni a carico dei geni STAT3 e STAT5B, rispettivamente. Nei pazienti T-LGLL CD8+ STAT3 mutati tali alterazioni determinano un’attivazione costitutiva di STAT3 e promuovono un’evoluzione sintomatica dalla patologia, che necessita di trattamento. La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci chemioterapici a basso dosaggio. L’efficacia di questi trattamenti, tuttavia, è spesso caratterizzata da risposte insoddisfacenti, con un numero elevato di pazienti che risultano refrattari alla terapia o ricadono dopo brevi periodi. Risulta quindi necessario trovare dei trattamenti farmacologici alternativi. Il CD38 è un ectoenzima multifunzionale ed una proteina transmembrana, fisiologicamente espressa in cellule mieloidi e linfoidi. In alcune neoplasie ematologiche, l’over-espressione superficiale del CD38 è correlata alla progressione e alla prognosi della malattia. Nella LGLL, l’espressione del CD38 non è mai stata studiata. L’obiettivo di questo progetto è, quindi, quello di caratterizzare il CD38 nella patogenesi della T-LGLL. I risultati ottenuti mediante studi di citometria a flusso in una coorte di 30 pazienti affetti da T-LGLL evidenziano una positività eterogenea al CD38 nelle cellule leucemiche. In particolare, tutti i casi CD38-positive rientrano nel sottogruppo di pazienti T-LGLL CD8+/CD16+ e includono 10 casi STAT3 mutati. Al contrario, i pazienti T-LGLL CD8+/CD16- STAT3 wild type e T-LGLL CD4+/CD16-, sia STAT5B mutati che wild type, sono caratterizzati da una bassa espressione del CD38 (CD38dim/neg). Per comprendere le basi biologiche della diversa espressione del CD38, ne sono stati inoltre studiati i livelli di trascritto primario (primary transcript, PT) mediante RT-qPCR. I dati raccolti hanno evidenziato una trascrizione maggiore nei pazienti T-LGLL CD8+/CD16+ STAT3 mutati, rispetto agli altri casi T-LGLL e ai controlli sani (p<0.05). Tali risultati giustificano la presenza di un meccanismo epigenetico. A riguardo, analisi di ChIP-qPCR, hanno dimostrato che nei casi CD8+/CD16+ STAT3 mutati il promotore del CD38 risulta maggiormente acetilato (p<0.05). Infine, sono stati condotti trattamenti in vitro su cellule di linea Jurkat, identificata in questo studio come modello T-LGLL-like (CD38+/CD57+). In dettaglio, sono state testate concentrazioni scalari di due anticorpi monoclonali (monoclonal antibodies, mAb) anti-CD38, Daratumumab (DARA) e Isatuximab (ISA). I dati raccolti alle 24 ore evidenziano una riduzione del 100% delle cellule CD38-positive a concentrazione di DARA comprese tra 0,1 e 0,5 nM. Nelle medesime cellule trattate con ISA, è invece emersa una riduzione del 12% alla dose massima testata (100 nM). Di conseguenza, il proseguo di questo studio sarà quello testare questi due mAb anche su cellule primarie di pazienti T-LGLL. In conclusione, i dati preliminari raccolti in questa tesi evidenziano un’over-espressione del CD38 nel sottogruppo più sintomatico dei pazienti, suggerendone una possibile rilevanza clinica e diagnostica. Studi ulteriori saranno volti a caratterizzare il ruolo del CD38 nella patogenesi della T-LGLL, al fine di porre le basi per un immune-targeting dell’antigene come nuova strategia terapeutica per i pazienti affetti da T-LGLL.

Caratterizzazione trascrizionale e significato prognostico dell’antigene CD38 in pazienti affetti da Leucemia a Grandi Linfociti Granulati di tipo T (T-LGLL)

BUSON, ELENA
2022/2023

Abstract

La Leucemia a Grandi Linfociti Granulati di tipo T (T-Large Granular Lymphocytic Leukemia, T-LGLL) rappresenta la variante più frequente della LGLL, un raro disordine linfoproliferativo cronico caratterizzato dall’espansione clonale dei grandi linfociti granulati (Large Granular Lymphocyte, LGL). La patologia è clinicamente e biologicamente eterogenea. In base all’immunofenotipo è possibile distinguere due varianti, la T-LGLL CD8+ e la T-LGLL CD4+, le quali possono essere caratterizzate dalla presenza di mutazioni a carico dei geni STAT3 e STAT5B, rispettivamente. Nei pazienti T-LGLL CD8+ STAT3 mutati tali alterazioni determinano un’attivazione costitutiva di STAT3 e promuovono un’evoluzione sintomatica dalla patologia, che necessita di trattamento. La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci chemioterapici a basso dosaggio. L’efficacia di questi trattamenti, tuttavia, è spesso caratterizzata da risposte insoddisfacenti, con un numero elevato di pazienti che risultano refrattari alla terapia o ricadono dopo brevi periodi. Risulta quindi necessario trovare dei trattamenti farmacologici alternativi. Il CD38 è un ectoenzima multifunzionale ed una proteina transmembrana, fisiologicamente espressa in cellule mieloidi e linfoidi. In alcune neoplasie ematologiche, l’over-espressione superficiale del CD38 è correlata alla progressione e alla prognosi della malattia. Nella LGLL, l’espressione del CD38 non è mai stata studiata. L’obiettivo di questo progetto è, quindi, quello di caratterizzare il CD38 nella patogenesi della T-LGLL. I risultati ottenuti mediante studi di citometria a flusso in una coorte di 30 pazienti affetti da T-LGLL evidenziano una positività eterogenea al CD38 nelle cellule leucemiche. In particolare, tutti i casi CD38-positive rientrano nel sottogruppo di pazienti T-LGLL CD8+/CD16+ e includono 10 casi STAT3 mutati. Al contrario, i pazienti T-LGLL CD8+/CD16- STAT3 wild type e T-LGLL CD4+/CD16-, sia STAT5B mutati che wild type, sono caratterizzati da una bassa espressione del CD38 (CD38dim/neg). Per comprendere le basi biologiche della diversa espressione del CD38, ne sono stati inoltre studiati i livelli di trascritto primario (primary transcript, PT) mediante RT-qPCR. I dati raccolti hanno evidenziato una trascrizione maggiore nei pazienti T-LGLL CD8+/CD16+ STAT3 mutati, rispetto agli altri casi T-LGLL e ai controlli sani (p<0.05). Tali risultati giustificano la presenza di un meccanismo epigenetico. A riguardo, analisi di ChIP-qPCR, hanno dimostrato che nei casi CD8+/CD16+ STAT3 mutati il promotore del CD38 risulta maggiormente acetilato (p<0.05). Infine, sono stati condotti trattamenti in vitro su cellule di linea Jurkat, identificata in questo studio come modello T-LGLL-like (CD38+/CD57+). In dettaglio, sono state testate concentrazioni scalari di due anticorpi monoclonali (monoclonal antibodies, mAb) anti-CD38, Daratumumab (DARA) e Isatuximab (ISA). I dati raccolti alle 24 ore evidenziano una riduzione del 100% delle cellule CD38-positive a concentrazione di DARA comprese tra 0,1 e 0,5 nM. Nelle medesime cellule trattate con ISA, è invece emersa una riduzione del 12% alla dose massima testata (100 nM). Di conseguenza, il proseguo di questo studio sarà quello testare questi due mAb anche su cellule primarie di pazienti T-LGLL. In conclusione, i dati preliminari raccolti in questa tesi evidenziano un’over-espressione del CD38 nel sottogruppo più sintomatico dei pazienti, suggerendone una possibile rilevanza clinica e diagnostica. Studi ulteriori saranno volti a caratterizzare il ruolo del CD38 nella patogenesi della T-LGLL, al fine di porre le basi per un immune-targeting dell’antigene come nuova strategia terapeutica per i pazienti affetti da T-LGLL.
2022
Transcriptional characterization and prognostic relevance of CD38 antigen in T-Large Granular Lymphocyte Leukemia (T-LGLL) patients
Leucemia
Linfociti T
CD38
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