Lo studio si propone di analizzare le diverse sfaccettature della disparità di genere all’interno della società italiana dal 1958, anno simbolo dell’inizio del boom economico, al 1975, anno in cui è stato modificata la legislazione sul diritto di famiglia che garantì una maggiore uguaglianza. A tal proposito, vengono ripercorse varie tematiche come la gelosia, la possessività maschile, l’adulterio, il delitto d’onore e il matrimonio riparatore. Viene scelto il cinema come mezzo privilegiato d’indagine, in quanto nel periodo indicato funge da indicatore fondamentale degli usi e dei costumi della popolazione. In particolare la commedia all’italiana, filone principe del cinema nazionale del momento, si interessa ampiamente alla vita di coppia e a tutte le contraddizioni ad essa legate. Seguendo un ordine cronologico, in ogni sezione vengono presi in esame alcuni film particolarmente esplicativi, che contribuiscono anche a portare avanti battaglie che talvolta culminano in una revisione del codice penale. Partendo da un'introduzione sul percorso dei ruoli di genere all’interno della società del boom e da come questi vengano rappresentati nella commedia all’italiana, vengono presi in analisi alcuni esempi, contestualizzandoli nel panorama sociale del periodo: Nata di Marzo (Antonio Pietrangeli, 1958), Rocco e i suoi fratelli (Luchino Visconti, 1960), Le italiane e l’amore (1961). Il secondo capitolo analizza il lungo dibattito italiano sull’approvazione della legge per il divorzio e come questo è stato raccontato e influenzato dal grande schermo: è il caso di Divorzio all’italiana (Pietro Germi, 1961), che mostra le contraddizioni della legislazione italiana, che non permette il divorzio ma ancora ammette il delitto d’onore. Altra tematica fondamentale è la concezione del possesso all’interno della coppia, accompagnata solitamente da una gelosia incontrollata. Tale discorso viene affrontato tenendo in considerazione le sue cause storiche e la teoria esposta da Simone de Beauvoir in Il secondo sesso (1949), oltre all’esempio cinematografico di Il magnifico cornuto (Antonio Pietrangeli, 1964). Il terzo capitolo tratta della questione dell’onore, particolarmente sentita nel sud Italia, e del matrimonio riparatore, ancora molto in voga nonostante le proposte di legge atte ad arginare il problema. Esemplare è il caso di Franca Viola, prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. Su questo argomento l’esempio più importante nella cinematografia italiana è composto da Sedotta e Abbandonata (Pietro Germi, 1964). Viene poi analizzata la ricezione del film Questa volta parliamo di uomini (Lina Wertmüller, 1965) per cercare di comprendere se sia un’eccezione all’interno di un panorama prettamente maschile come quello del cinema o se si inscriva nella tradizione senza portare un’innovazione a livello contenutistico. Il quarto capitolo infine propone un’analisi del discorso sessuale portato dal 1968 e della sua influenza sulla società e il cinema. Vengono poi prese in esame le pellicole La ragazza con la pistola (Mario Monicelli,1968) che propone un’alternativa alla storia raccontata in Sedotta e abbandonata, più in linea con i nuovi costumi del paese, e La matriarca (Pasquale Festa Campanile, 1968), che narra di una vicenda che ruota intorno all’emancipazione sessuale femminile molto innovativa per il periodo. A lato dell’analisi cinematografica, in ogni capitolo vengono presi in esame anche alcuni libri-inchiesta e riviste che costituiscono uno dei tentativi femminili di raccontarsi in prima persona: Le italiane si confessano (Gabriella Parca, 1958), Il secondo sesso (Simone de Beauvoir, 1949), Le svergognate (Lieta Harrison, 1963), I sultani (Gabriella Parca, 1965), la rivista femminista Effe (1973-82).
«Magnifici cornuti». Sessualità, onore e adulterio nella commedia all'italiana (1958-1975)
MASSIGNANI, CATERINA
2022/2023
Abstract
Lo studio si propone di analizzare le diverse sfaccettature della disparità di genere all’interno della società italiana dal 1958, anno simbolo dell’inizio del boom economico, al 1975, anno in cui è stato modificata la legislazione sul diritto di famiglia che garantì una maggiore uguaglianza. A tal proposito, vengono ripercorse varie tematiche come la gelosia, la possessività maschile, l’adulterio, il delitto d’onore e il matrimonio riparatore. Viene scelto il cinema come mezzo privilegiato d’indagine, in quanto nel periodo indicato funge da indicatore fondamentale degli usi e dei costumi della popolazione. In particolare la commedia all’italiana, filone principe del cinema nazionale del momento, si interessa ampiamente alla vita di coppia e a tutte le contraddizioni ad essa legate. Seguendo un ordine cronologico, in ogni sezione vengono presi in esame alcuni film particolarmente esplicativi, che contribuiscono anche a portare avanti battaglie che talvolta culminano in una revisione del codice penale. Partendo da un'introduzione sul percorso dei ruoli di genere all’interno della società del boom e da come questi vengano rappresentati nella commedia all’italiana, vengono presi in analisi alcuni esempi, contestualizzandoli nel panorama sociale del periodo: Nata di Marzo (Antonio Pietrangeli, 1958), Rocco e i suoi fratelli (Luchino Visconti, 1960), Le italiane e l’amore (1961). Il secondo capitolo analizza il lungo dibattito italiano sull’approvazione della legge per il divorzio e come questo è stato raccontato e influenzato dal grande schermo: è il caso di Divorzio all’italiana (Pietro Germi, 1961), che mostra le contraddizioni della legislazione italiana, che non permette il divorzio ma ancora ammette il delitto d’onore. Altra tematica fondamentale è la concezione del possesso all’interno della coppia, accompagnata solitamente da una gelosia incontrollata. Tale discorso viene affrontato tenendo in considerazione le sue cause storiche e la teoria esposta da Simone de Beauvoir in Il secondo sesso (1949), oltre all’esempio cinematografico di Il magnifico cornuto (Antonio Pietrangeli, 1964). Il terzo capitolo tratta della questione dell’onore, particolarmente sentita nel sud Italia, e del matrimonio riparatore, ancora molto in voga nonostante le proposte di legge atte ad arginare il problema. Esemplare è il caso di Franca Viola, prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. Su questo argomento l’esempio più importante nella cinematografia italiana è composto da Sedotta e Abbandonata (Pietro Germi, 1964). Viene poi analizzata la ricezione del film Questa volta parliamo di uomini (Lina Wertmüller, 1965) per cercare di comprendere se sia un’eccezione all’interno di un panorama prettamente maschile come quello del cinema o se si inscriva nella tradizione senza portare un’innovazione a livello contenutistico. Il quarto capitolo infine propone un’analisi del discorso sessuale portato dal 1968 e della sua influenza sulla società e il cinema. Vengono poi prese in esame le pellicole La ragazza con la pistola (Mario Monicelli,1968) che propone un’alternativa alla storia raccontata in Sedotta e abbandonata, più in linea con i nuovi costumi del paese, e La matriarca (Pasquale Festa Campanile, 1968), che narra di una vicenda che ruota intorno all’emancipazione sessuale femminile molto innovativa per il periodo. A lato dell’analisi cinematografica, in ogni capitolo vengono presi in esame anche alcuni libri-inchiesta e riviste che costituiscono uno dei tentativi femminili di raccontarsi in prima persona: Le italiane si confessano (Gabriella Parca, 1958), Il secondo sesso (Simone de Beauvoir, 1949), Le svergognate (Lieta Harrison, 1963), I sultani (Gabriella Parca, 1965), la rivista femminista Effe (1973-82).File | Dimensione | Formato | |
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