Nella tesi “Violenza sullo schermo. L’analisi delle neuroscienze e il cinema di Martin Scorsese” si tratta il tema che riguarda il legame tra la violenza e il cinema. In particolare, qui l’attenzione è rivolta agli effetti che la rappresentazione della violenza, attraverso il cinema, ha sullo spettatore. La questione principale è comprendere se la rappresentazione e l’estetizzazione della violenza nell’ambito artistico, e nel cinema in particolare, possono incentivare ed essere veicolo della violenza stessa; oppure, se una tale riflessione della violenza può risultare un antidoto ad essa. Questo è ciò su cui si tenta di fare luce soprattutto per quanto riguarda l’ambito del cinema. In quanto umani siamo intrinsecamente violenti e quindi una consapevolezza, non terapeutica, potrebbe aumentare le chance di diventare responsabili e consapevolmente violenti. La consapevolezza gioca un ruolo importante in questo rapporto tra la violenza e la sua rappresentazione, perché ci permetterebbe appunto di averne il controllo, anche se comunque parziale visto che i meccanismi inconsci che avvengono in noi vanno oltre questa potenziale capacità. La rappresentazione della violenza è da sempre presente nelle rappresentazioni artistiche dell’uomo, che dimostra di provare un certo fascino per tali immagini; per questo l’analisi del rapporto tra violenza e rappresentazione porta a confrontare diverse opere ed elaborazioni artistiche. In questa analisi si affronta il legame del cinema con il linguaggio e i suoi effetti sulla cultura e sulla società. In questo senso emerge il ruolo dello spettatore, nel suo rapporto con la finzione cinematografica. Questo conduce la riflessione verso lo studio scientifico del cinema, concentrandosi sulle neuroscienze e sui neuroni specchio per osservare le particolari reazioni del corpo e della mente alla visione di un film, con particolare attenzione ai meccanismi dell’empatia e dell’identificazione. La tesi si conclude attraverso un confronto con la filmografia di Martin Scorsese, noto per essere un regista che fa della violenza un nucleo centrale delle sue storie, che ci mostra come non esista nelle sue opere una violenza fine a sé stessa e ci aiuta a capire come i film sono un buon modo per praticare l’arte del conoscere noi stessi.
Violenza sullo schermo. L'analisi delle neuroscienze e il cinema di Martin Scorsese
GIACOMEL, FEDERICO
2022/2023
Abstract
Nella tesi “Violenza sullo schermo. L’analisi delle neuroscienze e il cinema di Martin Scorsese” si tratta il tema che riguarda il legame tra la violenza e il cinema. In particolare, qui l’attenzione è rivolta agli effetti che la rappresentazione della violenza, attraverso il cinema, ha sullo spettatore. La questione principale è comprendere se la rappresentazione e l’estetizzazione della violenza nell’ambito artistico, e nel cinema in particolare, possono incentivare ed essere veicolo della violenza stessa; oppure, se una tale riflessione della violenza può risultare un antidoto ad essa. Questo è ciò su cui si tenta di fare luce soprattutto per quanto riguarda l’ambito del cinema. In quanto umani siamo intrinsecamente violenti e quindi una consapevolezza, non terapeutica, potrebbe aumentare le chance di diventare responsabili e consapevolmente violenti. La consapevolezza gioca un ruolo importante in questo rapporto tra la violenza e la sua rappresentazione, perché ci permetterebbe appunto di averne il controllo, anche se comunque parziale visto che i meccanismi inconsci che avvengono in noi vanno oltre questa potenziale capacità. La rappresentazione della violenza è da sempre presente nelle rappresentazioni artistiche dell’uomo, che dimostra di provare un certo fascino per tali immagini; per questo l’analisi del rapporto tra violenza e rappresentazione porta a confrontare diverse opere ed elaborazioni artistiche. In questa analisi si affronta il legame del cinema con il linguaggio e i suoi effetti sulla cultura e sulla società. In questo senso emerge il ruolo dello spettatore, nel suo rapporto con la finzione cinematografica. Questo conduce la riflessione verso lo studio scientifico del cinema, concentrandosi sulle neuroscienze e sui neuroni specchio per osservare le particolari reazioni del corpo e della mente alla visione di un film, con particolare attenzione ai meccanismi dell’empatia e dell’identificazione. La tesi si conclude attraverso un confronto con la filmografia di Martin Scorsese, noto per essere un regista che fa della violenza un nucleo centrale delle sue storie, che ci mostra come non esista nelle sue opere una violenza fine a sé stessa e ci aiuta a capire come i film sono un buon modo per praticare l’arte del conoscere noi stessi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Giacomel_Federico.pdf
accesso aperto
Dimensione
858.67 kB
Formato
Adobe PDF
|
858.67 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/52770