Ci sono persone che hanno difficoltà a coprire le spese necessarie per arrivare a fine mese, tanto da vivere in una condizione di povertà, ma ci sono anche persone che, pur riuscendo a soddisfare le spese necessarie per vivere adeguatamente, si sentono svantaggiati, sentono di possedere meno di quanto vorrebbero. Esiste una netta differenza tra povertà oggettiva e povertà soggettiva: la prima condizione consiste in un approccio che individua una soglia, solitamente definita utilizzando indicatori monetari (come ad esempio il reddito), al di sotto dei quali le famiglie sono considerate povere (Filandri & Parisi, 2012); la seconda condizione invece, come riportato da Mullainathan e Shafir (2014), è uno stato soggettivo in cui l’individuo percepisce di possedere meno rispetto a quello che vorrebbe. Questa è una condizione che può essere provata da chiunque, e che, come analizzeremo nell’elaborato, non colpisce l’individuo solo a livello finanziario. È inoltre un tema che sta suscitando sempre più interesse presso la popolazione scientifica e che riguarda più discipline (Cannon, Goldsmith, & Roux, 2019). Lo si può rappresentare come un concetto multidimensionale in cui si possono rintracciare elementi economici, politici, sociali, componenti psicologiche e cognitive. Coloro che sperimentano una condizione di scarsità di risorse (reale o percepita) non affrontano solo difficoltà sul versante economico ma in diversi domini della loro vita. Percepirsi o essere poveri, infatti, porta con sé una concomitanza di carenze, tra cui anche decadimento delle capacità cognitive. La scarsità si impone sui processi della mente e grava sui processi cognitivi, attentivi e decisionali (Mullainathan & Shafir, 2013). Vedremo che, in alcuni casi, vivere la scarsità economica porta ad essere meno capaci e capiremo che questa incapacità non è dovuta a caratteristiche intrinseche ma è data dalla povertà che, attraverso alcuni meccanismi (Tunnelling e Carico cognitivo) impedisce alle persone di sviluppare e far emergere le capacità. Proprio perché non è legata ad un fattore intrinseco chiunque può sperimentare tale condizione, anche coloro che sperimentano la povertà per un breve periodo oppure la sperimentano non necessariamente dal punto di vista economico, ma in altre forme, come ad esempio una scarsità temporale. È importante quindi affrontare il tema della povertà e la condizione di scarsità percepita per comprendere al meglio il ciclo di scarsità (Zhao & Tomm, 2018) che si innesca e che, come conseguenza, crea delle reazioni sui vari domini della vita di chi la vive trasformandosi in una trappola dalla quale è difficile uscire. Nel seguente elaborato, nel primo capitolo, darò una definizione di scarsità facendo riferimento alla letteratura scientifica, successivamente passerò in rassegna la Teoria della scarsità (Mallainathan & Shafir, 2013) passando poi ad analizzare i risvolti sulla presa di decisioni, le conseguenze cognitive, attentive ed emotive che essa provoca in relazione alle scelte economiche e non economiche; vedremo, poi, cos’è il debito e il processo di indebitamento. Nel secondo e nel terzo capitolo descriverò una ricerca che ha l’obiettivo di indagare l’effetto della scarsità percepita sulla tendenza a contrarre un debito e individuare i potenziali mediatori coinvolti. Nello specifico, nel secondo capitolo vedremo il metodo e gli strumenti di ricerca mentre nel terzo capitolo discuterò i risultati ottenuti. Nel quarto ed ultimo capitolo riporterò le conclusioni, i limiti e i possibili risvolti applicativi forniti dalla ricerca.

Gli effetti della scarcity percepita sui comportamenti di indebitamento.

GRENDELE, CHIARA
2022/2023

Abstract

Ci sono persone che hanno difficoltà a coprire le spese necessarie per arrivare a fine mese, tanto da vivere in una condizione di povertà, ma ci sono anche persone che, pur riuscendo a soddisfare le spese necessarie per vivere adeguatamente, si sentono svantaggiati, sentono di possedere meno di quanto vorrebbero. Esiste una netta differenza tra povertà oggettiva e povertà soggettiva: la prima condizione consiste in un approccio che individua una soglia, solitamente definita utilizzando indicatori monetari (come ad esempio il reddito), al di sotto dei quali le famiglie sono considerate povere (Filandri & Parisi, 2012); la seconda condizione invece, come riportato da Mullainathan e Shafir (2014), è uno stato soggettivo in cui l’individuo percepisce di possedere meno rispetto a quello che vorrebbe. Questa è una condizione che può essere provata da chiunque, e che, come analizzeremo nell’elaborato, non colpisce l’individuo solo a livello finanziario. È inoltre un tema che sta suscitando sempre più interesse presso la popolazione scientifica e che riguarda più discipline (Cannon, Goldsmith, & Roux, 2019). Lo si può rappresentare come un concetto multidimensionale in cui si possono rintracciare elementi economici, politici, sociali, componenti psicologiche e cognitive. Coloro che sperimentano una condizione di scarsità di risorse (reale o percepita) non affrontano solo difficoltà sul versante economico ma in diversi domini della loro vita. Percepirsi o essere poveri, infatti, porta con sé una concomitanza di carenze, tra cui anche decadimento delle capacità cognitive. La scarsità si impone sui processi della mente e grava sui processi cognitivi, attentivi e decisionali (Mullainathan & Shafir, 2013). Vedremo che, in alcuni casi, vivere la scarsità economica porta ad essere meno capaci e capiremo che questa incapacità non è dovuta a caratteristiche intrinseche ma è data dalla povertà che, attraverso alcuni meccanismi (Tunnelling e Carico cognitivo) impedisce alle persone di sviluppare e far emergere le capacità. Proprio perché non è legata ad un fattore intrinseco chiunque può sperimentare tale condizione, anche coloro che sperimentano la povertà per un breve periodo oppure la sperimentano non necessariamente dal punto di vista economico, ma in altre forme, come ad esempio una scarsità temporale. È importante quindi affrontare il tema della povertà e la condizione di scarsità percepita per comprendere al meglio il ciclo di scarsità (Zhao & Tomm, 2018) che si innesca e che, come conseguenza, crea delle reazioni sui vari domini della vita di chi la vive trasformandosi in una trappola dalla quale è difficile uscire. Nel seguente elaborato, nel primo capitolo, darò una definizione di scarsità facendo riferimento alla letteratura scientifica, successivamente passerò in rassegna la Teoria della scarsità (Mallainathan & Shafir, 2013) passando poi ad analizzare i risvolti sulla presa di decisioni, le conseguenze cognitive, attentive ed emotive che essa provoca in relazione alle scelte economiche e non economiche; vedremo, poi, cos’è il debito e il processo di indebitamento. Nel secondo e nel terzo capitolo descriverò una ricerca che ha l’obiettivo di indagare l’effetto della scarsità percepita sulla tendenza a contrarre un debito e individuare i potenziali mediatori coinvolti. Nello specifico, nel secondo capitolo vedremo il metodo e gli strumenti di ricerca mentre nel terzo capitolo discuterò i risultati ottenuti. Nel quarto ed ultimo capitolo riporterò le conclusioni, i limiti e i possibili risvolti applicativi forniti dalla ricerca.
2022
The effects of perceived scarcity on debt behaviour.
scarcity percepita
indebitamento
decision-making
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/53953