Nowadays, one autistic person out of thirty-six is diagnosed with this condition while, until a few years ago, the diagnosis of autism was considered an exceptionality. We must therefore take the responsibility of dealing with the new proposed scenarios, changing our perspective and taking into consideration the points of view and the requests coming from autistic people, the main experts and protagonists of this neurodevelopment condition. In fact, at the end of the 90s the noun "neurodiversity" was born. This word will be claimed to describe a different way of perceiving, thinking and processing reality. Neurodiversity presupposes a different neurological functioning and a different way of processing information. These days, most autistic people reclaim the acknowledgement of this condition. Terms label people, and this change in linguistic paradigm brings us face to face with new educational challenges and with a general awareness. Educators must be the first to embrace this willpower in order to transform educational action. Taking into account different viewpoints and identifying themselves with autistic people, trying to use a truly inclusive language which, from one side, allows the autistic person to have a strong self-determinist approach towards reality and on the other side, which allows the non-autistic person to really comprehend who is in front of him/her.

Oggi viene diagnosticata una persona autistica su trentasei mentre, fino a pochi anni fa, si pensava che la diagnosi di autismo fosse un’eccezionalità. Dobbiamo quindi prenderci la responsabilità di fare i conti con i nuovi scenari proposti, cambiando prospettiva e prendere in considerazione i punti di vista e le richieste delle stesse persone autistiche, i protagonisti ed esperti principali di questa condizione del neurosviluppo. Alla fine degli anni 90 infatti nasce un termine, che verrà rivendicato per descrivere un modo diverso di percepire, di pensare e di elaborare la realtà. Questo termine è “neurodiversità”. La neurodiversità presuppone un diverso funzionamento neurologico, un modo differente di elaborare le informazioni e oggi, la maggior parte delle persone autistiche, rivendica il riconoscimento di questa condizione. I termini etichettano le persone, e questo cambio di paradigma linguistico ci pone di fronte a nuove sfide educative e a una presa di coscienza generale. Gli educatori, in primis, devono abbracciare questa volontà e trasformare l’agire educativo, prendere in considerazione punti di vista differenti e immedesimarsi nelle persone autistiche cercando di utilizzare un linguaggio realmente inclusivo che permetta alla persona autistica un approccio il più possibile autodeterministico nei confronti della realtà e alla persona non autistica una comprensione reale di chi ha di fronte.

Autismo: oltre lo sguardo medico

PANDIANI, CHIARA
2022/2023

Abstract

Nowadays, one autistic person out of thirty-six is diagnosed with this condition while, until a few years ago, the diagnosis of autism was considered an exceptionality. We must therefore take the responsibility of dealing with the new proposed scenarios, changing our perspective and taking into consideration the points of view and the requests coming from autistic people, the main experts and protagonists of this neurodevelopment condition. In fact, at the end of the 90s the noun "neurodiversity" was born. This word will be claimed to describe a different way of perceiving, thinking and processing reality. Neurodiversity presupposes a different neurological functioning and a different way of processing information. These days, most autistic people reclaim the acknowledgement of this condition. Terms label people, and this change in linguistic paradigm brings us face to face with new educational challenges and with a general awareness. Educators must be the first to embrace this willpower in order to transform educational action. Taking into account different viewpoints and identifying themselves with autistic people, trying to use a truly inclusive language which, from one side, allows the autistic person to have a strong self-determinist approach towards reality and on the other side, which allows the non-autistic person to really comprehend who is in front of him/her.
2022
The condition of autism: beyond the medical eye
Oggi viene diagnosticata una persona autistica su trentasei mentre, fino a pochi anni fa, si pensava che la diagnosi di autismo fosse un’eccezionalità. Dobbiamo quindi prenderci la responsabilità di fare i conti con i nuovi scenari proposti, cambiando prospettiva e prendere in considerazione i punti di vista e le richieste delle stesse persone autistiche, i protagonisti ed esperti principali di questa condizione del neurosviluppo. Alla fine degli anni 90 infatti nasce un termine, che verrà rivendicato per descrivere un modo diverso di percepire, di pensare e di elaborare la realtà. Questo termine è “neurodiversità”. La neurodiversità presuppone un diverso funzionamento neurologico, un modo differente di elaborare le informazioni e oggi, la maggior parte delle persone autistiche, rivendica il riconoscimento di questa condizione. I termini etichettano le persone, e questo cambio di paradigma linguistico ci pone di fronte a nuove sfide educative e a una presa di coscienza generale. Gli educatori, in primis, devono abbracciare questa volontà e trasformare l’agire educativo, prendere in considerazione punti di vista differenti e immedesimarsi nelle persone autistiche cercando di utilizzare un linguaggio realmente inclusivo che permetta alla persona autistica un approccio il più possibile autodeterministico nei confronti della realtà e alla persona non autistica una comprensione reale di chi ha di fronte.
Autismo
Neurodiversità
ASD
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/54476