La volontà di investigare la questione icono-testuale ha alimentato con costanza le ricerche e gli studi dedicati alla tesi. Ho avuto modo di concentrarmi sul rapporto tra rappresentazione e potere, segnatamente nei regimi rappresentativi del potere nella società europea di Ancien Régime. Ho scelto di legare gli aspetti afferenti al performativo con un’indagine punteggiata di riferimenti allo studio storico e antropologico delle feste nelle corti e nelle repubbliche d’età barocca, dedicandomi in maniera più puntuale alla nascita e allo sviluppo del ‘mito di Venezia’. Evidenziando il carattere rituale e performativo, proprio di una ‘prassi rappresentativa dell’effimero’ come quella della festa, mi sono avvalsa di un ampio corpus di fonti iconotestuali, note come festival books o “feste di carta”, per riconsiderare le modalità con cui «le società ricordano». La natura iconotestuale dei festival books è comprovata dalle preziose incisioni calcografiche che dialogano con la narrazione testuale, materializzando agli occhi del lettore la spettacolarità dei tableaux vivants, degli apparati effimeri, degli archi che costellavano il percorso delle joyeuse entrée compiuto da principi e sovrani. Pensare ai libri di festa come a dei rimaneggiamenti continui della memoria, nel solco di una dialettica tra tradizione e mutamento, consente in modo pienamente legittimo di ipotizzare che tra i tanti filoni della memoria collettiva, impressa nei testi e nelle immagini e nel rapporto di reciprocità che li lega, quello performativo ne sia uno privilegiato.
"Serenissima ludens". Le feste di carta del 1685-86 a Venezia.
ADAMO, MARIE CLAIRE
2022/2023
Abstract
La volontà di investigare la questione icono-testuale ha alimentato con costanza le ricerche e gli studi dedicati alla tesi. Ho avuto modo di concentrarmi sul rapporto tra rappresentazione e potere, segnatamente nei regimi rappresentativi del potere nella società europea di Ancien Régime. Ho scelto di legare gli aspetti afferenti al performativo con un’indagine punteggiata di riferimenti allo studio storico e antropologico delle feste nelle corti e nelle repubbliche d’età barocca, dedicandomi in maniera più puntuale alla nascita e allo sviluppo del ‘mito di Venezia’. Evidenziando il carattere rituale e performativo, proprio di una ‘prassi rappresentativa dell’effimero’ come quella della festa, mi sono avvalsa di un ampio corpus di fonti iconotestuali, note come festival books o “feste di carta”, per riconsiderare le modalità con cui «le società ricordano». La natura iconotestuale dei festival books è comprovata dalle preziose incisioni calcografiche che dialogano con la narrazione testuale, materializzando agli occhi del lettore la spettacolarità dei tableaux vivants, degli apparati effimeri, degli archi che costellavano il percorso delle joyeuse entrée compiuto da principi e sovrani. Pensare ai libri di festa come a dei rimaneggiamenti continui della memoria, nel solco di una dialettica tra tradizione e mutamento, consente in modo pienamente legittimo di ipotizzare che tra i tanti filoni della memoria collettiva, impressa nei testi e nelle immagini e nel rapporto di reciprocità che li lega, quello performativo ne sia uno privilegiato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/54507