Introduzione: L'invecchiamento cerebrale è un processo fisiologico associato al declino di domini cognitivi come la memoria e il linguaggio (Harada et al. 2013). Tale condizione si distingue dal disturbo neurocognitivo (DNC) o demenza che comporta un declino progressivo, irreversibile e globale delle funzioni cognitive, un deterioramento della personalità e della vita di relazione (DMS-5). Tra le diverse forme in cui il DNC si presenta, lo studio prende in esame il Mild Cognitive Impairment (MCI) e la malattia di Alzheimer (AD). La letteratura descrive la presenza di cambiamenti linguistici dei parlanti in condizioni di invecchiamento fisiologico, ma anche in soggetti con MCI e AD fin dagli stadi più precoci di malattia (Cummings et al., 2020). Mediante l’impiego del compito di descrizione della figura “Ladro di Biscotti” (Goodglass et al., 1972, 2001), il presente studio ipotizza: 1) che la produzione verbale orale di soggetti senza diagnosi di DNC, con MCI e con AD mostri un continuum progressivamente ingravescente delle abilità comunicativo linguistiche, in linea con quanto riportato in letteratura; 2) che la produzione verbale orale permetta di individuare precoci marcatori di alterazione linguistica nei soggetti con MCI e AD. Materiali e metodi: Lo studio ha coinvolto 25 partecipanti, 13 maschi e 12 femmine con un’età media di 66,44 anni (土9,11 ds) e una scolarità media di 10,8 anni (土3,94 ds). I soggetti sono stati suddivisi in tre gruppi: il gruppo gS, costituito da 8 soggetti senza diagnosi di disturbo neurocognitivo, il gruppo gMCI, costituito da 7 soggetti con MCI e il gruppo gAD, costituito da 10 soggetti con AD. I gruppi sono omogenei per età e scolarità. La prova “Ladro di biscotti” è stata somministrata in modalità individuale, in presenza. La produzione verbale orale è stata registrata, trascritta e analizzata prendendo in esame le variabili: numero di parole, di nomi, di verbi, di frasi, di frasi subordinate, di errori fonologici, di parafasie, di latenze e anomie, di errori morfosintattici, di ripianificazioni, lunghezza media della frase, rilevanza delle informazioni, categorie semantiche, utilizzo del mental state language e coerenza referenziale (Catricalà et al., 2017; Cummings et al., 2020) Risultati e discussione: Sulla base dei risultati emersi, è possibile affermare che, coerentemente con quanto sostenuto dalla letteratura (Cummings et al., 2020; Liampas et al., 2022), l’analisi della produzione linguistica alla descrizione di figura mostra un continuum di compromissione comunicativo linguistica in relazione con la progressione della malattia. Tale continuum comprende i livelli linguistici esaminati, ad esclusione della componente fonologica. Inoltre, è possibile rilevare marcatori di compromissione linguistica nei soggetti con MCI e AD nell’interfaccia sintattico-pragmatica, in relazione alla coerenza referenziale, con riferimento all’utilizzo del soggetto nullo, dei pronomi clitici e alla scelta del determinante sulla base del contesto comunicativo. Tali marcatori troverebbero la loro causa nelle difficoltà mnesiche, di pianificazione del discorso narrativo e di Teoria della Mente. Conclusioni: A conclusione è possibile confermare la presenza di un continuum di compromissione linguistica e rilevare la presenza di marcatori di alterazione linguistica come riflesso di difficoltà mnesiche, di pianificazione e di Teoria della Mente, a fronte di conoscenze sintattiche e pragmatiche preservate. Dal punto di vista clinico, inoltre, lo studio mostra come il compito narrativo giochi un ruolo chiave nell’individuazione dei cambiamenti comunicativo linguistici nei soggetti con declino cognitivo nelle fasi più lievi di malattia. La narrazione permette di analizzare i contesti comunicativi dove avvengono le scelte linguistiche più raffinate e complesse e quindi quelle che potenzialmente possono precocemente evidenziare fragilità cognitive.
Differenze comunicativo linguistiche in soggetti sani, con Mild Cognitive Impairment e con malattia di Alzheimer: la rilevanza clinica della prova di descrizione di figura
SIMONI, MARCO
2022/2023
Abstract
Introduzione: L'invecchiamento cerebrale è un processo fisiologico associato al declino di domini cognitivi come la memoria e il linguaggio (Harada et al. 2013). Tale condizione si distingue dal disturbo neurocognitivo (DNC) o demenza che comporta un declino progressivo, irreversibile e globale delle funzioni cognitive, un deterioramento della personalità e della vita di relazione (DMS-5). Tra le diverse forme in cui il DNC si presenta, lo studio prende in esame il Mild Cognitive Impairment (MCI) e la malattia di Alzheimer (AD). La letteratura descrive la presenza di cambiamenti linguistici dei parlanti in condizioni di invecchiamento fisiologico, ma anche in soggetti con MCI e AD fin dagli stadi più precoci di malattia (Cummings et al., 2020). Mediante l’impiego del compito di descrizione della figura “Ladro di Biscotti” (Goodglass et al., 1972, 2001), il presente studio ipotizza: 1) che la produzione verbale orale di soggetti senza diagnosi di DNC, con MCI e con AD mostri un continuum progressivamente ingravescente delle abilità comunicativo linguistiche, in linea con quanto riportato in letteratura; 2) che la produzione verbale orale permetta di individuare precoci marcatori di alterazione linguistica nei soggetti con MCI e AD. Materiali e metodi: Lo studio ha coinvolto 25 partecipanti, 13 maschi e 12 femmine con un’età media di 66,44 anni (土9,11 ds) e una scolarità media di 10,8 anni (土3,94 ds). I soggetti sono stati suddivisi in tre gruppi: il gruppo gS, costituito da 8 soggetti senza diagnosi di disturbo neurocognitivo, il gruppo gMCI, costituito da 7 soggetti con MCI e il gruppo gAD, costituito da 10 soggetti con AD. I gruppi sono omogenei per età e scolarità. La prova “Ladro di biscotti” è stata somministrata in modalità individuale, in presenza. La produzione verbale orale è stata registrata, trascritta e analizzata prendendo in esame le variabili: numero di parole, di nomi, di verbi, di frasi, di frasi subordinate, di errori fonologici, di parafasie, di latenze e anomie, di errori morfosintattici, di ripianificazioni, lunghezza media della frase, rilevanza delle informazioni, categorie semantiche, utilizzo del mental state language e coerenza referenziale (Catricalà et al., 2017; Cummings et al., 2020) Risultati e discussione: Sulla base dei risultati emersi, è possibile affermare che, coerentemente con quanto sostenuto dalla letteratura (Cummings et al., 2020; Liampas et al., 2022), l’analisi della produzione linguistica alla descrizione di figura mostra un continuum di compromissione comunicativo linguistica in relazione con la progressione della malattia. Tale continuum comprende i livelli linguistici esaminati, ad esclusione della componente fonologica. Inoltre, è possibile rilevare marcatori di compromissione linguistica nei soggetti con MCI e AD nell’interfaccia sintattico-pragmatica, in relazione alla coerenza referenziale, con riferimento all’utilizzo del soggetto nullo, dei pronomi clitici e alla scelta del determinante sulla base del contesto comunicativo. Tali marcatori troverebbero la loro causa nelle difficoltà mnesiche, di pianificazione del discorso narrativo e di Teoria della Mente. Conclusioni: A conclusione è possibile confermare la presenza di un continuum di compromissione linguistica e rilevare la presenza di marcatori di alterazione linguistica come riflesso di difficoltà mnesiche, di pianificazione e di Teoria della Mente, a fronte di conoscenze sintattiche e pragmatiche preservate. Dal punto di vista clinico, inoltre, lo studio mostra come il compito narrativo giochi un ruolo chiave nell’individuazione dei cambiamenti comunicativo linguistici nei soggetti con declino cognitivo nelle fasi più lievi di malattia. La narrazione permette di analizzare i contesti comunicativi dove avvengono le scelte linguistiche più raffinate e complesse e quindi quelle che potenzialmente possono precocemente evidenziare fragilità cognitive.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/54575