INTRODUZIONE - L’elaborato ha l’obiettivo di portare attenzione su tematiche quali la sessualità femminile in presenza di dolore genito-pelvico, in particolare analizzando i diversi fattori psicologici e sociali associati alla vulvodinia. Il focus principale si concentra sul ruolo che il/la partner gioca nell’esperienza soggettiva di dolore delle donne. Si è visto dalla letteratura, infatti, come la riposta che il/la partner dà al dolore vulvare abbia un forte impatto sull’immagine corporea della donna, sui suoi sentimenti depressivi, ansiosi e di inadeguatezza come partner sessuale, oltre che sul suo funzionamento sessuale. METODOLOGIA – Lo studio, diviso in tre fasi, è stato condotto interamente online tramite somministrazione di questionari che hanno indagato le esperienze e le abitudini sessuali delle partecipanti e i fattori psicologici, sociali e di salute che possono influenzarle oltre che il dolore genitale femminile nelle sue diverse manifestazioni. Più nel dettaglio è stato somministrato un primo questionario aperto a tutte le persone maggiorenni con vulva, a quelle che risultavano soffrire di dolore genitale è stato poi somministrato un secondo questionario. L’ultima parte dello studio, infine, era composta dal download dell’applicazione Vulvae per monitorare la sintomatologia della partecipante giorno per giorno. RISULTATI – Si è visto come un buon rapporto sentimentale con il/la partner diminuisca l’aspettativa della donna di una reazione negativa del/della partner in caso di interruzione del rapporto sessuale a causa del dolore genitale. Inoltre, il supporto e l’affetto del/della partner giocano un ruolo di protezione sia rispetto all’immagine corporea sia rispetto all’autostima sessuale della donna. Una reazione negativa del/della partner al dolore genitale della donna, al contrario, risulta predittivo di un’immagine corporea negativa, di una scarsa attribuzione di valore personale e, soprattutto, della presenza di sentimenti di inadeguatezza come partner sessuale. Questi ultimi giocano poi un fortissimo ruolo sull’ansia sessuale, sui sentimenti depressivi e sull’interferenza del dolore sul funzionamento sessuale. CONCLUSIONI – Le patologie che colpiscono la zona genito-pelvica sono ad oggi ancora troppo poco conosciute e studiate, soprattutto per quanto riguarda la poca attenzione riservata al ruolo che il/la partner ha nell’esperienza di dolore della donna. Dai dati della presente ricerca, però, si è visto come il supporto e la vicinanza del/della partner giochino un ruolo di protezione importantissimo nel vissuto di dolore della donna. Al contrario, la mancanza di questi elementi può determinare forti sentimenti di ansia, depressione e inadeguatezza come partner sessuale. Le ricadute relazionali della patologia sono quelle più trascurate sia nel loro studio sia poi nel loro trattamento, la speranza è che i risultati esposti possano essere d’ispirazione per futuri studi in merito e soprattutto per l’inclusione del/della partner nel trattamento di queste patologie.
Il supporto del/della partner e l’esperienza soggettiva del dolore genito-pelvico nelle donne, implicazioni per la vulvodinia.
NASSIMBENI, GIULIA
2022/2023
Abstract
INTRODUZIONE - L’elaborato ha l’obiettivo di portare attenzione su tematiche quali la sessualità femminile in presenza di dolore genito-pelvico, in particolare analizzando i diversi fattori psicologici e sociali associati alla vulvodinia. Il focus principale si concentra sul ruolo che il/la partner gioca nell’esperienza soggettiva di dolore delle donne. Si è visto dalla letteratura, infatti, come la riposta che il/la partner dà al dolore vulvare abbia un forte impatto sull’immagine corporea della donna, sui suoi sentimenti depressivi, ansiosi e di inadeguatezza come partner sessuale, oltre che sul suo funzionamento sessuale. METODOLOGIA – Lo studio, diviso in tre fasi, è stato condotto interamente online tramite somministrazione di questionari che hanno indagato le esperienze e le abitudini sessuali delle partecipanti e i fattori psicologici, sociali e di salute che possono influenzarle oltre che il dolore genitale femminile nelle sue diverse manifestazioni. Più nel dettaglio è stato somministrato un primo questionario aperto a tutte le persone maggiorenni con vulva, a quelle che risultavano soffrire di dolore genitale è stato poi somministrato un secondo questionario. L’ultima parte dello studio, infine, era composta dal download dell’applicazione Vulvae per monitorare la sintomatologia della partecipante giorno per giorno. RISULTATI – Si è visto come un buon rapporto sentimentale con il/la partner diminuisca l’aspettativa della donna di una reazione negativa del/della partner in caso di interruzione del rapporto sessuale a causa del dolore genitale. Inoltre, il supporto e l’affetto del/della partner giocano un ruolo di protezione sia rispetto all’immagine corporea sia rispetto all’autostima sessuale della donna. Una reazione negativa del/della partner al dolore genitale della donna, al contrario, risulta predittivo di un’immagine corporea negativa, di una scarsa attribuzione di valore personale e, soprattutto, della presenza di sentimenti di inadeguatezza come partner sessuale. Questi ultimi giocano poi un fortissimo ruolo sull’ansia sessuale, sui sentimenti depressivi e sull’interferenza del dolore sul funzionamento sessuale. CONCLUSIONI – Le patologie che colpiscono la zona genito-pelvica sono ad oggi ancora troppo poco conosciute e studiate, soprattutto per quanto riguarda la poca attenzione riservata al ruolo che il/la partner ha nell’esperienza di dolore della donna. Dai dati della presente ricerca, però, si è visto come il supporto e la vicinanza del/della partner giochino un ruolo di protezione importantissimo nel vissuto di dolore della donna. Al contrario, la mancanza di questi elementi può determinare forti sentimenti di ansia, depressione e inadeguatezza come partner sessuale. Le ricadute relazionali della patologia sono quelle più trascurate sia nel loro studio sia poi nel loro trattamento, la speranza è che i risultati esposti possano essere d’ispirazione per futuri studi in merito e soprattutto per l’inclusione del/della partner nel trattamento di queste patologie.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/55335