La ruminazione è definita come uno stile di pensiero perseverativo negativo e ripetitivo in risposta a uno stato d’animo negativo. Rappresenta una modalità di regolazione emotiva maladattiva e risulta stabile nel tempo, presentandosi come un tratto di personalità. Svolge un ruolo nel peggioramento della sintomatologia depressiva. Il seguente elaborato ha come obbiettivo indagare i correlati psicofisiologici associati alla ruminazione, attraverso un task di imagery emozionale che prevede la rievocazione di eventi personali passati associati ad emozioni negative quali solitudine, fallimento scolastico e/o lavorativo e abbandono relazionale. Il campione subclinico in analisi è formato da donne (40), divise per alti tratti di ruminazione e bassi tratti di ruminazione, scelte tramite una serie di questionari online, quali il Perseverative Thinking Questionnaire, la Ruminative Response Scale e il Plymouth Sensory Imagery Questionnaire. È stata analizzata l’attività elettroencefalografica registrata durante il task ed è stata eseguita l’analisi delle sorgenti tramite il software sLORETA, confrontando l’attività delle donne ruminatrici con quella delle non ruminatrici nelle varie condizioni, rappresentate dalle emozioni negative da immaginare. È stato ipotizzata una maggiore attivazione emotiva e cognitiva nelle ruminatrici, rilevabile nelle bande ad alta frequenza nelle regioni fronto-centrali e parietali e nei dati comportamentali. È stato considerato un campione di sole donne, alla luce della maggiore vulnerabilità alla ruminazione e alla depressione, di cui sono presenti numerosi esempi in letteratura, e per evitare differenze di genere nell’attivazione psicofisiologica centrale in risposta a stimoli negativi. Il task prevede l’utilizzo di stimoli personalizzati per ogni partecipante, basati sugli episodi di vita scelti e raccontati da loro durante un’intervista propedeutica alla raccolta dei dati. Sono stati somministrati anche self report sull’ansia, sull’affettività e sulla sintomatologia depressiva, utilizzando rispettivamente STAI-Y, PANAS e CES-D. È stata eseguita una valutazione sulla vividezza e una valutazione emotiva in termini di valenza e arousal durante il task. Dai risultati si evince che a livello comportamentale le donne ruminatrici presentano livelli più alti di ansia, pensieri negativi, affettività negativa e sintomatologia disforica rispetto alle donne non ruminatrici. Dal punto di vista emotivo, l’abbandono relazionale e la solitudine sono considerate le emozioni più impattanti. Dal punto di vista neurale, l’immaginazione della solitudine ha prodotto nelle ruminatrici una maggiore attività delta (0.5-4 Hz) nel giro frontale mediale bilaterale che rappresenta la forma di ipoattivazione prefrontale tipica della depressione. Nell’immaginazione della delusione amorosa si è creato un effetto soffitto che non ha generato differenze tra ruminatrici e non ruminatrici. Nell’immaginazione del fallimento le ruminatrici hanno presentato maggiore attività beta (13-30 Hz) e gamma (30-44 Hz) localizzata nel lobulo parietale inferiore destro. Lo studio è preceduto da un’analisi della letteratura sull’imagery emozionale e sulla ruminazione, passando dalle diverse definizioni e teorie di riferimento, ai correlati neurali, alle cause antecedenti, alle conseguenze ad essa associate e al suo valore come predittore transdiagnostico.
Risposte EEG durante Imagery emozionale in donne con alti e bassi tratti di pensieri perseverativi negativi.
TEDESCO, GIOVANNA
2022/2023
Abstract
La ruminazione è definita come uno stile di pensiero perseverativo negativo e ripetitivo in risposta a uno stato d’animo negativo. Rappresenta una modalità di regolazione emotiva maladattiva e risulta stabile nel tempo, presentandosi come un tratto di personalità. Svolge un ruolo nel peggioramento della sintomatologia depressiva. Il seguente elaborato ha come obbiettivo indagare i correlati psicofisiologici associati alla ruminazione, attraverso un task di imagery emozionale che prevede la rievocazione di eventi personali passati associati ad emozioni negative quali solitudine, fallimento scolastico e/o lavorativo e abbandono relazionale. Il campione subclinico in analisi è formato da donne (40), divise per alti tratti di ruminazione e bassi tratti di ruminazione, scelte tramite una serie di questionari online, quali il Perseverative Thinking Questionnaire, la Ruminative Response Scale e il Plymouth Sensory Imagery Questionnaire. È stata analizzata l’attività elettroencefalografica registrata durante il task ed è stata eseguita l’analisi delle sorgenti tramite il software sLORETA, confrontando l’attività delle donne ruminatrici con quella delle non ruminatrici nelle varie condizioni, rappresentate dalle emozioni negative da immaginare. È stato ipotizzata una maggiore attivazione emotiva e cognitiva nelle ruminatrici, rilevabile nelle bande ad alta frequenza nelle regioni fronto-centrali e parietali e nei dati comportamentali. È stato considerato un campione di sole donne, alla luce della maggiore vulnerabilità alla ruminazione e alla depressione, di cui sono presenti numerosi esempi in letteratura, e per evitare differenze di genere nell’attivazione psicofisiologica centrale in risposta a stimoli negativi. Il task prevede l’utilizzo di stimoli personalizzati per ogni partecipante, basati sugli episodi di vita scelti e raccontati da loro durante un’intervista propedeutica alla raccolta dei dati. Sono stati somministrati anche self report sull’ansia, sull’affettività e sulla sintomatologia depressiva, utilizzando rispettivamente STAI-Y, PANAS e CES-D. È stata eseguita una valutazione sulla vividezza e una valutazione emotiva in termini di valenza e arousal durante il task. Dai risultati si evince che a livello comportamentale le donne ruminatrici presentano livelli più alti di ansia, pensieri negativi, affettività negativa e sintomatologia disforica rispetto alle donne non ruminatrici. Dal punto di vista emotivo, l’abbandono relazionale e la solitudine sono considerate le emozioni più impattanti. Dal punto di vista neurale, l’immaginazione della solitudine ha prodotto nelle ruminatrici una maggiore attività delta (0.5-4 Hz) nel giro frontale mediale bilaterale che rappresenta la forma di ipoattivazione prefrontale tipica della depressione. Nell’immaginazione della delusione amorosa si è creato un effetto soffitto che non ha generato differenze tra ruminatrici e non ruminatrici. Nell’immaginazione del fallimento le ruminatrici hanno presentato maggiore attività beta (13-30 Hz) e gamma (30-44 Hz) localizzata nel lobulo parietale inferiore destro. Lo studio è preceduto da un’analisi della letteratura sull’imagery emozionale e sulla ruminazione, passando dalle diverse definizioni e teorie di riferimento, ai correlati neurali, alle cause antecedenti, alle conseguenze ad essa associate e al suo valore come predittore transdiagnostico.File | Dimensione | Formato | |
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