Cannabis is the most widely used drug in the world. The estimated number of people who used it in 2020 was 209 million. This estimation corresponds to more than 4% of the global population, with a higher use in adolescents compared to adults. Cannabis belongs to the Cannabaceae family and it is a phytocomplex. Cannabis include a heterogenous range of substance with pharmacological activity, the main category of which is cannabinoids. Among the many existing cannabinoids, delta-9-tetrahydrocannabinol (THC) is primarily responsible for the psychotropic effects involved in the cannabis consumption. THC elicits its psychotropic effects by binding to cannabinoid 1 (CB1) receptors. These receptors are widely distributed in the brain, but are particularly concentrated in the hippocampus, striatal regions, prefrontal cortex, and cerebellum. CB1 receptors are an integral part of the endocannabinoids system (ECS). This is an important widespread neuromodulatory system involved in regulating the release of neurotransmitter throughout the central and peripheral nervous system. From the 1990s to the present day, in tandem with the spread of increasingly tolerant policies toward cannabis use, there is a growing interest in the literature in the acute and chronic effects of THC intake on brain and cognitive functioning. These effects are measured by making use of structural and functional neurovisualization techniques and neurophysicological testing, respectively. The body of knowledge that has emerged is rather chaotic, characterized by often contradictory results, especially when the investigation focuses on the chronic effects of consumption. This thesis made use of single studies, reviews and meta-analyses in an attempt to describe the state of the art of knowledge in this area. An analysis of the limitations and strengths of the various experimental designs adopted has been proposed, so as to better understand the results to date and possibly guide future research toward more consistent conclusions. Finally, by virtue of the role that ECS appears to play in the regulation of brain development, the possibility of interpreting the results in light of the neurocognitive effects of cannabis use, throughout the life span, is investigated.

La cannabis è la sostanza stupefacente maggiormente consumata al mondo . Il numero stimato di persone che ne hanno fatto uso, nel 2020, ammonta a 209 milioni . Questo numero corrisponde a più del 4% della popolazione globale, con una prevalenza d’uso maggiore negli adolescenti rispetto agli adulti. La cannabis appartiene alla famiglia delle Cannabaceae ed è un fitocomplesso . La cannabis contiene una gamma eterogenea di sostanze con attività farmacologica, la cui categoria principale è costituita dai cannabinoidi. Tra i numerosi cannabinoidi esistenti, il delta–9-tetraidrocannabinolo (THC) è primariamente responsabile degli effetti psicotropi che il consumo di cannabis comporta. Il THC sortisce i suoi effetti psicotropi legandosi ai recettori cannabinoidi 1 (CB1 ). Questi recettori sono ampiamente distribuiti nell’encefalo, ma sono particolarmente concentrati a livello di ippocampo, le regioni striatali, la corteccia prefrontale e il cervelletto. I recettori CB1 sono parte integrante del sistema degli endocannabinoidi (ECS ). Questo è un importante sistema neuromodulatore diffuso, che si occupa di regolare il rilascio di neurotrasmettitori in tutto il sistema nervoso centrale e periferico. Dagli anni 1990, fino ai giorni nostri, di pari passo con la diffusione di politiche sempre più tolleranti nei confronti dell’utilizzo di cannabis, si riscontra in letteratura un crescente interesse per gli effetti a breve e lungo termine dell’assunzione di THC sul funzionamento cerebrale e cognitivo. Tali effetti vengono misurati facendo ricorso, rispettivamente, a tecniche di neurovisualizzazione strutturale e funzionale e a test neuropsicologici. Il corpus di conoscenza che si è venuto a formare risulta essere piuttosto caotico, caratterizzato da risultati spesso contraddittori, soprattutto quando l’indagine si concentra sugli effetti cronici del consumo. La presente tesi si è avvalsa di studi singoli, revisioni e metanalisi nel tentativo di descrivere lo stato dell’arte della conoscenza in questo settore. È stata proposta un’analisi dei limiti e dei punti di forza dei diversi disegni sperimentali adottati, così da meglio comprendere i risultati finora ottenuti e possibilmente guidare la ricerca futura verso conclusioni più consistenti. Infine, in virtù del ruolo che l’ECS sembra svolgere nella regolazione dello sviluppo cerebrale, si indaga la possibilità di interpretare i risultati alla luce degli effetti neurocognitivi del consumo di cannabis, durante l’arco di vita.

Effetti acuti e cronici del consumo di cannabis sul funzionamento cerebrale e cognitivo

GANDOLFI, ELENA
2022/2023

Abstract

Cannabis is the most widely used drug in the world. The estimated number of people who used it in 2020 was 209 million. This estimation corresponds to more than 4% of the global population, with a higher use in adolescents compared to adults. Cannabis belongs to the Cannabaceae family and it is a phytocomplex. Cannabis include a heterogenous range of substance with pharmacological activity, the main category of which is cannabinoids. Among the many existing cannabinoids, delta-9-tetrahydrocannabinol (THC) is primarily responsible for the psychotropic effects involved in the cannabis consumption. THC elicits its psychotropic effects by binding to cannabinoid 1 (CB1) receptors. These receptors are widely distributed in the brain, but are particularly concentrated in the hippocampus, striatal regions, prefrontal cortex, and cerebellum. CB1 receptors are an integral part of the endocannabinoids system (ECS). This is an important widespread neuromodulatory system involved in regulating the release of neurotransmitter throughout the central and peripheral nervous system. From the 1990s to the present day, in tandem with the spread of increasingly tolerant policies toward cannabis use, there is a growing interest in the literature in the acute and chronic effects of THC intake on brain and cognitive functioning. These effects are measured by making use of structural and functional neurovisualization techniques and neurophysicological testing, respectively. The body of knowledge that has emerged is rather chaotic, characterized by often contradictory results, especially when the investigation focuses on the chronic effects of consumption. This thesis made use of single studies, reviews and meta-analyses in an attempt to describe the state of the art of knowledge in this area. An analysis of the limitations and strengths of the various experimental designs adopted has been proposed, so as to better understand the results to date and possibly guide future research toward more consistent conclusions. Finally, by virtue of the role that ECS appears to play in the regulation of brain development, the possibility of interpreting the results in light of the neurocognitive effects of cannabis use, throughout the life span, is investigated.
2022
Acute and cronic effects of cannabis intake on cerebral and cognitive functioning
La cannabis è la sostanza stupefacente maggiormente consumata al mondo . Il numero stimato di persone che ne hanno fatto uso, nel 2020, ammonta a 209 milioni . Questo numero corrisponde a più del 4% della popolazione globale, con una prevalenza d’uso maggiore negli adolescenti rispetto agli adulti. La cannabis appartiene alla famiglia delle Cannabaceae ed è un fitocomplesso . La cannabis contiene una gamma eterogenea di sostanze con attività farmacologica, la cui categoria principale è costituita dai cannabinoidi. Tra i numerosi cannabinoidi esistenti, il delta–9-tetraidrocannabinolo (THC) è primariamente responsabile degli effetti psicotropi che il consumo di cannabis comporta. Il THC sortisce i suoi effetti psicotropi legandosi ai recettori cannabinoidi 1 (CB1 ). Questi recettori sono ampiamente distribuiti nell’encefalo, ma sono particolarmente concentrati a livello di ippocampo, le regioni striatali, la corteccia prefrontale e il cervelletto. I recettori CB1 sono parte integrante del sistema degli endocannabinoidi (ECS ). Questo è un importante sistema neuromodulatore diffuso, che si occupa di regolare il rilascio di neurotrasmettitori in tutto il sistema nervoso centrale e periferico. Dagli anni 1990, fino ai giorni nostri, di pari passo con la diffusione di politiche sempre più tolleranti nei confronti dell’utilizzo di cannabis, si riscontra in letteratura un crescente interesse per gli effetti a breve e lungo termine dell’assunzione di THC sul funzionamento cerebrale e cognitivo. Tali effetti vengono misurati facendo ricorso, rispettivamente, a tecniche di neurovisualizzazione strutturale e funzionale e a test neuropsicologici. Il corpus di conoscenza che si è venuto a formare risulta essere piuttosto caotico, caratterizzato da risultati spesso contraddittori, soprattutto quando l’indagine si concentra sugli effetti cronici del consumo. La presente tesi si è avvalsa di studi singoli, revisioni e metanalisi nel tentativo di descrivere lo stato dell’arte della conoscenza in questo settore. È stata proposta un’analisi dei limiti e dei punti di forza dei diversi disegni sperimentali adottati, così da meglio comprendere i risultati finora ottenuti e possibilmente guidare la ricerca futura verso conclusioni più consistenti. Infine, in virtù del ruolo che l’ECS sembra svolgere nella regolazione dello sviluppo cerebrale, si indaga la possibilità di interpretare i risultati alla luce degli effetti neurocognitivi del consumo di cannabis, durante l’arco di vita.
cannabis
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