Background teorico: A partire dalle teorie comportamentiste, è ipotizzabile che i processi di apprendimento mediante condizionamento classico, operante e vicario siano implicati nell’evitamento e avversione al cibo. A tal proposito, è possibile che la paura appresa si conformi come ansia per il cibo. L’esposizione è un intervento valido per affrontare associazioni basate sulla paura. Obiettivi della ricerca: L’obiettivo di questa ricerca è stato quello di indagare l’esperienza soggettiva, attraverso tecniche di analisi qualitativa, di un intervento che utilizza la realtà virtuale per esporre, i partecipanti, a scenari di cucina e cibi virtuali e valutare l’accettabilità da parte dei pazienti. Metodo: Il campione era composto da 134 partecipanti con una diagnosi di anoressia nervosa. L’intervento consisteva in una sola esposizione, della durata di 5 minuti, ad un ambiente virtuale che rappresentava una cucina in tre diverse condizioni: standard, con animaletto, con avatar. La valutazione dell’intervento è avvenuta mediante interviste semi-strutturate comprensive di specifiche domande che il ricercatore poneva al partecipante. I dati qualitativi (le risposte dei partecipanti) sono stati esaminati mediante un’analisi tematica. Per descrivere il campione, sono state analizzate le caratteristiche demografiche (età, genere, livello di scolarità, nazionalità, stato di occupazione e presenza di amenorrea) e le caratteristiche cliniche (indice di massa corporea, gravità della sintomatologia alimentare, gravità di ansia, depressione e stress ed infine, ansia per il cibo, conseguenze negative del mangiare e comportamenti di sicurezza relati). Per l’analisi delle caratteristiche cliniche sono stati utilizzati strumenti quali l’EDE-Q, la DASS-21 e una misura che indaga la food anxiety. Risultati: Dall’analisi qualitativa sono emerse quattro tematiche inclusive di diversi codici. Tra i partecipanti è stata spesso riportata la novità dell’esperienza con lo strumento virtuale che, in generale, è stata riconosciuta come piacevole e non sono stati descritti rilevanti problemi tecnici o fisici. La presenza di figure virtuali, un avatar e un animaletto, hanno creato tra i partecipanti reazioni differenti con conseguenti feedback positivi o negativi. I codici osservati riportano gli esiti dell’intervento, riguardo la compatibilità del mondo virtuale con il mondo reale, il cambiamento dell’ansia e dell’impatto emotivo nell’interazione con il cibo virtuale, l’adattabilità dell’intervento per fronteggiare l’ansia per il cibo nella realtà e lo sviluppo di riflessioni, dei partecipanti, sui meccanismi psicopatologici, favorendo un decentramento dal disturbo. Conclusioni: L’intervento ha offerto la possibilità agli individui di fronteggiare l’ansia nei confronti del cibo mediante l’esposizione virtuale allo stimolo ansiogeno (il cibo) in un ambiente, definito dai partecipanti, sicuro. L’implicazione di questa ricerca riguarda l’utilizzo degli scenari nel corso di sessioni ripetute, per una valutazione quantitativa degli effetti e un confronto con una condizione di controllo.
Esperienze di esposizione in realtà virtuale per fronteggiare l'ansia al cibo nei disturbi del comportamento alimentare: un'analisi qualitativa
ANDREOLI, REBECCA
2022/2023
Abstract
Background teorico: A partire dalle teorie comportamentiste, è ipotizzabile che i processi di apprendimento mediante condizionamento classico, operante e vicario siano implicati nell’evitamento e avversione al cibo. A tal proposito, è possibile che la paura appresa si conformi come ansia per il cibo. L’esposizione è un intervento valido per affrontare associazioni basate sulla paura. Obiettivi della ricerca: L’obiettivo di questa ricerca è stato quello di indagare l’esperienza soggettiva, attraverso tecniche di analisi qualitativa, di un intervento che utilizza la realtà virtuale per esporre, i partecipanti, a scenari di cucina e cibi virtuali e valutare l’accettabilità da parte dei pazienti. Metodo: Il campione era composto da 134 partecipanti con una diagnosi di anoressia nervosa. L’intervento consisteva in una sola esposizione, della durata di 5 minuti, ad un ambiente virtuale che rappresentava una cucina in tre diverse condizioni: standard, con animaletto, con avatar. La valutazione dell’intervento è avvenuta mediante interviste semi-strutturate comprensive di specifiche domande che il ricercatore poneva al partecipante. I dati qualitativi (le risposte dei partecipanti) sono stati esaminati mediante un’analisi tematica. Per descrivere il campione, sono state analizzate le caratteristiche demografiche (età, genere, livello di scolarità, nazionalità, stato di occupazione e presenza di amenorrea) e le caratteristiche cliniche (indice di massa corporea, gravità della sintomatologia alimentare, gravità di ansia, depressione e stress ed infine, ansia per il cibo, conseguenze negative del mangiare e comportamenti di sicurezza relati). Per l’analisi delle caratteristiche cliniche sono stati utilizzati strumenti quali l’EDE-Q, la DASS-21 e una misura che indaga la food anxiety. Risultati: Dall’analisi qualitativa sono emerse quattro tematiche inclusive di diversi codici. Tra i partecipanti è stata spesso riportata la novità dell’esperienza con lo strumento virtuale che, in generale, è stata riconosciuta come piacevole e non sono stati descritti rilevanti problemi tecnici o fisici. La presenza di figure virtuali, un avatar e un animaletto, hanno creato tra i partecipanti reazioni differenti con conseguenti feedback positivi o negativi. I codici osservati riportano gli esiti dell’intervento, riguardo la compatibilità del mondo virtuale con il mondo reale, il cambiamento dell’ansia e dell’impatto emotivo nell’interazione con il cibo virtuale, l’adattabilità dell’intervento per fronteggiare l’ansia per il cibo nella realtà e lo sviluppo di riflessioni, dei partecipanti, sui meccanismi psicopatologici, favorendo un decentramento dal disturbo. Conclusioni: L’intervento ha offerto la possibilità agli individui di fronteggiare l’ansia nei confronti del cibo mediante l’esposizione virtuale allo stimolo ansiogeno (il cibo) in un ambiente, definito dai partecipanti, sicuro. L’implicazione di questa ricerca riguarda l’utilizzo degli scenari nel corso di sessioni ripetute, per una valutazione quantitativa degli effetti e un confronto con una condizione di controllo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/55888