Sono stati svolti numerosi studi sulla discriminazione di grandezze numeriche nei cani domestici ed è stato dimostrato come essi siano in grado di riconoscere la differenza tra due quantità e scegliere di conseguenza quella più vantaggiosa. È stato dimostrato inoltre, il ruolo svolto dall’ esperienza della prima scelta, il cane infatti, da una posizione naïve rispetto alla procedura sperimentale, modifica il suo comportamento nelle scelte successive, in base alla ricompensa ottenuta nella prima. Dunque, una volta esperita la privazione della quantità esclusa dalla scelta, i cani tendono a ridirezionare la propria preferenza verso una quantità maggiore. Lo studio svolto, fa parte di un progetto più ampio, finalizzato ad indagare l’effetto di diverse esperienze nella prima prova di test, sulla performance messa in atto nelle successive. In particolare, in questo esperimento, nel primo trial venivano mostrati due piatti con la stessa quantità di cibo all’interno (1.5 pezzi); una volta scelto il piatto a cui attingere, anche il contenuto del piatto non scelto, veniva travasato dallo sperimentatore, in modo che il cane potesse mangiare tutto il cibo a disposizione, ma solo dalla ciotola scelta. In questo modo, si vuole verificare se, l’avere accesso all’intera quantità di cibo dalla prima ciotola approcciata, dunque senza esperire privazione, è una condizione sufficiente all’apprendimento, da parte dei cani, della procedura sperimentale. A tal fine, successivamente al primo trial, i cani venivano testati in sei prove consecutive di scelta spontanea tra due piatti, in un confronto 2 vs 4 pezzi di cibo; i piatti venivano posizionati contemporaneamente alla destra ed alla sinistra rispetto al cane, la posizione del piatto più vantaggioso e viceversa, in termini di quantità, era soggetta a randomizzazione. Una volta mostrata la preferenza in ogni prova, la ciotola esclusa veniva sottratta. I risultati mostrano che nella prima prova successiva al trial 1.5 vs 1.5, i cani tendono a scegliere il piatto nella stessa posizione spaziale della prova precedente, indipendentemente dalla vantaggiosità oggettiva. Questo dato ci suggerisce che: i correlati motivazionali legati all’ottenimento della quantità di cibo maggiore siano una condizione necessaria in un test di scelta spontanea, tanto quanto l’esperienza della procedura sperimentale (dunque della privazione).
Cani domestici ed abilità numeriche: un’indagine preliminare sulla discriminazione di grandezze numeriche
BUFFO, PIETRO
2022/2023
Abstract
Sono stati svolti numerosi studi sulla discriminazione di grandezze numeriche nei cani domestici ed è stato dimostrato come essi siano in grado di riconoscere la differenza tra due quantità e scegliere di conseguenza quella più vantaggiosa. È stato dimostrato inoltre, il ruolo svolto dall’ esperienza della prima scelta, il cane infatti, da una posizione naïve rispetto alla procedura sperimentale, modifica il suo comportamento nelle scelte successive, in base alla ricompensa ottenuta nella prima. Dunque, una volta esperita la privazione della quantità esclusa dalla scelta, i cani tendono a ridirezionare la propria preferenza verso una quantità maggiore. Lo studio svolto, fa parte di un progetto più ampio, finalizzato ad indagare l’effetto di diverse esperienze nella prima prova di test, sulla performance messa in atto nelle successive. In particolare, in questo esperimento, nel primo trial venivano mostrati due piatti con la stessa quantità di cibo all’interno (1.5 pezzi); una volta scelto il piatto a cui attingere, anche il contenuto del piatto non scelto, veniva travasato dallo sperimentatore, in modo che il cane potesse mangiare tutto il cibo a disposizione, ma solo dalla ciotola scelta. In questo modo, si vuole verificare se, l’avere accesso all’intera quantità di cibo dalla prima ciotola approcciata, dunque senza esperire privazione, è una condizione sufficiente all’apprendimento, da parte dei cani, della procedura sperimentale. A tal fine, successivamente al primo trial, i cani venivano testati in sei prove consecutive di scelta spontanea tra due piatti, in un confronto 2 vs 4 pezzi di cibo; i piatti venivano posizionati contemporaneamente alla destra ed alla sinistra rispetto al cane, la posizione del piatto più vantaggioso e viceversa, in termini di quantità, era soggetta a randomizzazione. Una volta mostrata la preferenza in ogni prova, la ciotola esclusa veniva sottratta. I risultati mostrano che nella prima prova successiva al trial 1.5 vs 1.5, i cani tendono a scegliere il piatto nella stessa posizione spaziale della prova precedente, indipendentemente dalla vantaggiosità oggettiva. Questo dato ci suggerisce che: i correlati motivazionali legati all’ottenimento della quantità di cibo maggiore siano una condizione necessaria in un test di scelta spontanea, tanto quanto l’esperienza della procedura sperimentale (dunque della privazione).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/56104