Il sistema della giustizia penale minorile ha subìto, negli ultimi 100 anni, delle profonde mutazioni, sia per quanto riguarda la percezione sociale degli individui al suo interno (minori e/o giovani autori di reato), sia dal punto di vista legislativo; queste mutazioni sono avvenute perché nel tempo è emersa la necessità di costruire un sistema penale differenziato tra adulti e minori, che si focalizzasse sulla tutela dei diritti dei minori. Se inizialmente la pena ritenuta necessaria per i minori autori di reato era di tipo sostanzialmente punitivo e volto a eliminare ogni forma di devianza attraverso l’allontanamento del minore dalla società, col passare degli anni il ricorso all’istituzionalizzazione è stato fortemente criticato. Si riteneva infatti che i minori avessero diritto a percorsi riabilitativi diversificati, e che fosse opportuno evitare loro l’esperienza traumatica causata dalla reclusione in carcere. L’obiettivo era stabilire l’applicazione delle misure detentive in carcere per i minori come extrema ratio, favorendo l’utilizzo di misure alternative per lo sconto della pena. Fino al 1934 i minori scontavano le pene nelle carceri comuni con gli adulti. Dal 1934 si sono susseguiti diversi cambiamenti, ma la prima vera legge importante arriva nel 1975, quando è stato approvato l’Ordinamento Penitenziario, che risultava però incompleto per quanto riguarda i minori. Nel 1988 viene emanato il D.P.R. n. 448, che sanciva la nascita del Nuovo Codice di Procedura Penale Minorile. Nel 2018, dopo 43 anni dalle prime disposizioni legislative in merito all’ordinamento penitenziario minorile, è stato emanato dal Presidente della Repubblica il Decreto Legislativo n. 121 del 2 Ottobre, nel quale veniva disposto che “l'esecuzione della pena detentiva e delle misure penali di comunità deve favorire percorsi di giustizia riparativa e di mediazione con le vittime di reato. Tende altresì a favorire la responsabilizzazione, l'educazione e il pieno sviluppo psico-fisico del minorenne, la preparazione alla vita libera, l'inclusione sociale e a prevenire la commissione di ulteriori reati, anche mediante il ricorso ai percorsi di istruzione, di formazione professionale, di educazione alla cittadinanza attiva e responsabile, e ad attività di utilità sociale, culturali, sportive e di tempo libero” (Ministero della Giustizia, 2018). Attualmente nel sistema penale minorile – il quale prende in carico individui di età compresa tra i 14 e i 25 anni, che abbiano compiuto un reato in un’età inferiore ai 18 anni – è prevista la disposizione dell’inserimento in Istituto Penale Minorile, sebbene si cerchi di evitarla favorendo l’inserimento in comunità. Questi istituti presentano notevoli aspetti positivi rispetto alla tutela dei minori autori di reato, ma nonostante questo sono presenti alcune problematiche rivelatesi costanti a livello nazionale e territoriale, inerenti servizi, attività, strutture ecc. L’obiettivo di questo progetto di tesi è indagare, svolgendo una ricerca sociologica e utilizzando metodi qualitativi di ricerca sociale, la percezione della situazione attuale degli IPM e delle comunità all’interno del sistema della giustizia penale minorile in Italia, focalizzando, in particolar modo, l’attenzione sul contesto territoriale della Sardegna. Attraverso delle interviste semi-strutturate sottoposte agli operatori di queste strutture, si vuole indagare la percezione della situazione del sistema penale minorile in Sardegna e della situazione all’interno dell’IPM e della comunità, e comprendere se effettivamente anche nel territorio sardo vi sia la disposizione del collocamento in IPM in extrema ratio, e se il benessere e i diritti dei minori autori di reato vengano tutelati e posti al centro dei percorsi riabilitativi e di reinserimento nella società.

Il sistema penale minorile tra IPM e comunità: una ricerca qualitativa sul territorio della Sardegna

BASCIU, CLAUDIA
2022/2023

Abstract

Il sistema della giustizia penale minorile ha subìto, negli ultimi 100 anni, delle profonde mutazioni, sia per quanto riguarda la percezione sociale degli individui al suo interno (minori e/o giovani autori di reato), sia dal punto di vista legislativo; queste mutazioni sono avvenute perché nel tempo è emersa la necessità di costruire un sistema penale differenziato tra adulti e minori, che si focalizzasse sulla tutela dei diritti dei minori. Se inizialmente la pena ritenuta necessaria per i minori autori di reato era di tipo sostanzialmente punitivo e volto a eliminare ogni forma di devianza attraverso l’allontanamento del minore dalla società, col passare degli anni il ricorso all’istituzionalizzazione è stato fortemente criticato. Si riteneva infatti che i minori avessero diritto a percorsi riabilitativi diversificati, e che fosse opportuno evitare loro l’esperienza traumatica causata dalla reclusione in carcere. L’obiettivo era stabilire l’applicazione delle misure detentive in carcere per i minori come extrema ratio, favorendo l’utilizzo di misure alternative per lo sconto della pena. Fino al 1934 i minori scontavano le pene nelle carceri comuni con gli adulti. Dal 1934 si sono susseguiti diversi cambiamenti, ma la prima vera legge importante arriva nel 1975, quando è stato approvato l’Ordinamento Penitenziario, che risultava però incompleto per quanto riguarda i minori. Nel 1988 viene emanato il D.P.R. n. 448, che sanciva la nascita del Nuovo Codice di Procedura Penale Minorile. Nel 2018, dopo 43 anni dalle prime disposizioni legislative in merito all’ordinamento penitenziario minorile, è stato emanato dal Presidente della Repubblica il Decreto Legislativo n. 121 del 2 Ottobre, nel quale veniva disposto che “l'esecuzione della pena detentiva e delle misure penali di comunità deve favorire percorsi di giustizia riparativa e di mediazione con le vittime di reato. Tende altresì a favorire la responsabilizzazione, l'educazione e il pieno sviluppo psico-fisico del minorenne, la preparazione alla vita libera, l'inclusione sociale e a prevenire la commissione di ulteriori reati, anche mediante il ricorso ai percorsi di istruzione, di formazione professionale, di educazione alla cittadinanza attiva e responsabile, e ad attività di utilità sociale, culturali, sportive e di tempo libero” (Ministero della Giustizia, 2018). Attualmente nel sistema penale minorile – il quale prende in carico individui di età compresa tra i 14 e i 25 anni, che abbiano compiuto un reato in un’età inferiore ai 18 anni – è prevista la disposizione dell’inserimento in Istituto Penale Minorile, sebbene si cerchi di evitarla favorendo l’inserimento in comunità. Questi istituti presentano notevoli aspetti positivi rispetto alla tutela dei minori autori di reato, ma nonostante questo sono presenti alcune problematiche rivelatesi costanti a livello nazionale e territoriale, inerenti servizi, attività, strutture ecc. L’obiettivo di questo progetto di tesi è indagare, svolgendo una ricerca sociologica e utilizzando metodi qualitativi di ricerca sociale, la percezione della situazione attuale degli IPM e delle comunità all’interno del sistema della giustizia penale minorile in Italia, focalizzando, in particolar modo, l’attenzione sul contesto territoriale della Sardegna. Attraverso delle interviste semi-strutturate sottoposte agli operatori di queste strutture, si vuole indagare la percezione della situazione del sistema penale minorile in Sardegna e della situazione all’interno dell’IPM e della comunità, e comprendere se effettivamente anche nel territorio sardo vi sia la disposizione del collocamento in IPM in extrema ratio, e se il benessere e i diritti dei minori autori di reato vengano tutelati e posti al centro dei percorsi riabilitativi e di reinserimento nella società.
2022
The juvenile justice system between juvenile prison and community: a qualitative research on the territory of Sardinia
minori
comunità
IPM
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
BASCIU_CLAUDIA.pdf

accesso riservato

Dimensione 584.54 kB
Formato Adobe PDF
584.54 kB Adobe PDF

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/56482