Motivation: Errors in medicine can trigger unforeseen adverse events, with significant consequences not only on the patient and his family, as first victims, but also on health professionals, as second victims and on the reputation of the Organization, as a third victim. The study of the phenomenon of the second victim and its impact on the professional figure of the nurse is still limited. Objective: The study aims to describe the experience of nurses as the second victim of adverse events, the way they deal with the consequences and what kind of support they receive; as well as which strategies are implemented by the Healthcare Company, and make proposals to raise awareness among health organizations on the subject of the second victim. Methodology: The study conducted is a cross observational survey carried out in the months of May and June 2021 in the operational units of the maternal-infant department of a health company in the Veneto (gynecological clinic, pediatrics, pediatric oncology, delivery room, neonatal intensive care, pediatric emergency). The tool used for the survey was the Second Victim Experience and Support Tool (SVEST) questionnaire consisting of 36 items with 7 sizes and 2 outcome variables. Results: The sample of respondents was 150 nurses, 28.33% of those to whom the questionnaire was sent. Most of the respondents were female (94%), with a full-time contract (88%). The perception of nurses responding to experiences as a second victim is: 38% declared psychological discomfort, 28.67% physical discomfort and 34.67% declared their intention to change jobs. 92% of the respondents believe that, after an adverse event, we must review in detail what happened, together with a colleague. Conclusions: Despite the frequency of the second victim within the company, lack the knowledge of this phenomenon among nurses. Work colleagues were identified by respondents as the first source of emotional help, but the necessary tools and training programs by the Organization are not active.

Motivazione: Gli errori in medicina possono far scaturire eventi avversi imprevisti, con conseguenze significative non solo sul paziente e la sua famiglia, come prime vittime, ma anche sul personale sanitario, come seconda vittima e sulla reputazione dell’Organizzazione, come terza vittima. Lo studio del fenomeno della seconda vittima e il suo impatto sulla figura professionale dell’infermiere, è ad oggi ancora limitato. Obiettivo: Lo studio si propone di descrivere l’esperienza degli infermieri come seconda vittima di eventi avversi, il modo in cui affrontano le conseguenze e quale tipo di supporto ricevono; nonché quali strategie vengono implementate dall’Azienda Sanitaria, e formulare delle proposte per sensibilizzare le Organizzazioni sanitarie sull’argomento della seconda vittima. Metodologia: Lo studio condotto è un’indagine osservazionale trasversale realizzata nei mesi di maggio e giugno 2021 nelle unità operative del dipartimento materno-infantile di una azienda sanitaria del Veneto (clinica ginecologica, pediatria, oncologia pediatrica, sala parto, terapia intensiva neonatale, pronto soccorso pediatrico). Lo strumento utilizzato per l’indagine è stato il questionario Second Victim Experience and Support Tool (SVEST) composto da 36 item con 7 dimensioni e 2 variabili di esito. Risultati: Il campione di rispondenti è stato di 150 infermieri, il 28.33% di coloro a cui è stato inviato il questionario. La maggior parte degli intervistati era di sesso femminile (94%), con un contratto a tempo pieno (88%). La percezione degli infermieri rispondenti sulle esperienze come seconda vittima è: il 38% ha dichiarato disagio psicologico, il 28,67% disagio fisico ed il 34,67% ha dichiarato l’intenzione di cambiare lavoro. Il 92% degli intervistati, ritiene che, dopo un evento avverso si debba rivedere nel dettaglio quanto accaduto, insieme ad un collega. Conclusioni: Nonostante la frequenza della seconda vittima all’interno dell’azienda, manca la conoscenza di questo fenomeno tra gli infermieri. I colleghi di lavoro sono stati identificati dai rispondenti come la prima fonte di aiuto emotivo, ma gli strumenti necessari e i programmi di formazione da parte dell’Organizzazione non sono attivi.

La seconda vittima nella sanità. Il vissuto dell’infermiere in seguito a un evento avverso.

DINU, DANIELA
2022/2023

Abstract

Motivation: Errors in medicine can trigger unforeseen adverse events, with significant consequences not only on the patient and his family, as first victims, but also on health professionals, as second victims and on the reputation of the Organization, as a third victim. The study of the phenomenon of the second victim and its impact on the professional figure of the nurse is still limited. Objective: The study aims to describe the experience of nurses as the second victim of adverse events, the way they deal with the consequences and what kind of support they receive; as well as which strategies are implemented by the Healthcare Company, and make proposals to raise awareness among health organizations on the subject of the second victim. Methodology: The study conducted is a cross observational survey carried out in the months of May and June 2021 in the operational units of the maternal-infant department of a health company in the Veneto (gynecological clinic, pediatrics, pediatric oncology, delivery room, neonatal intensive care, pediatric emergency). The tool used for the survey was the Second Victim Experience and Support Tool (SVEST) questionnaire consisting of 36 items with 7 sizes and 2 outcome variables. Results: The sample of respondents was 150 nurses, 28.33% of those to whom the questionnaire was sent. Most of the respondents were female (94%), with a full-time contract (88%). The perception of nurses responding to experiences as a second victim is: 38% declared psychological discomfort, 28.67% physical discomfort and 34.67% declared their intention to change jobs. 92% of the respondents believe that, after an adverse event, we must review in detail what happened, together with a colleague. Conclusions: Despite the frequency of the second victim within the company, lack the knowledge of this phenomenon among nurses. Work colleagues were identified by respondents as the first source of emotional help, but the necessary tools and training programs by the Organization are not active.
2022
The second victim in healthcare. The experience of the nurse following an adverse event.
Motivazione: Gli errori in medicina possono far scaturire eventi avversi imprevisti, con conseguenze significative non solo sul paziente e la sua famiglia, come prime vittime, ma anche sul personale sanitario, come seconda vittima e sulla reputazione dell’Organizzazione, come terza vittima. Lo studio del fenomeno della seconda vittima e il suo impatto sulla figura professionale dell’infermiere, è ad oggi ancora limitato. Obiettivo: Lo studio si propone di descrivere l’esperienza degli infermieri come seconda vittima di eventi avversi, il modo in cui affrontano le conseguenze e quale tipo di supporto ricevono; nonché quali strategie vengono implementate dall’Azienda Sanitaria, e formulare delle proposte per sensibilizzare le Organizzazioni sanitarie sull’argomento della seconda vittima. Metodologia: Lo studio condotto è un’indagine osservazionale trasversale realizzata nei mesi di maggio e giugno 2021 nelle unità operative del dipartimento materno-infantile di una azienda sanitaria del Veneto (clinica ginecologica, pediatria, oncologia pediatrica, sala parto, terapia intensiva neonatale, pronto soccorso pediatrico). Lo strumento utilizzato per l’indagine è stato il questionario Second Victim Experience and Support Tool (SVEST) composto da 36 item con 7 dimensioni e 2 variabili di esito. Risultati: Il campione di rispondenti è stato di 150 infermieri, il 28.33% di coloro a cui è stato inviato il questionario. La maggior parte degli intervistati era di sesso femminile (94%), con un contratto a tempo pieno (88%). La percezione degli infermieri rispondenti sulle esperienze come seconda vittima è: il 38% ha dichiarato disagio psicologico, il 28,67% disagio fisico ed il 34,67% ha dichiarato l’intenzione di cambiare lavoro. Il 92% degli intervistati, ritiene che, dopo un evento avverso si debba rivedere nel dettaglio quanto accaduto, insieme ad un collega. Conclusioni: Nonostante la frequenza della seconda vittima all’interno dell’azienda, manca la conoscenza di questo fenomeno tra gli infermieri. I colleghi di lavoro sono stati identificati dai rispondenti come la prima fonte di aiuto emotivo, ma gli strumenti necessari e i programmi di formazione da parte dell’Organizzazione non sono attivi.
second
victim
experience
support
tool
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/56682