Fin dal principio della diffusione del COVID-19, teorie dubbie su quale fosse la natura di tale virus, se vi fosse un’intenzionalità da parte di un’entità governativa di poterla usare come arma biologica, o perfino se la sua presenza fosse reale o meno; sono state tante e molto seguite. Il timore di possibili cospirazioni nascoste dietro a tale fenomeno ha seguito in modo analogo la crescita di quello che è stato un periodo di crisi sotto diversi punti di vista. La letteratura ha evidenziato come queste teorie cospirazioniste si facciano particolarmente prolifere durante periodi di incertezza e la ricerca si è prestata ad analisi approfondite per coglierne non solo le peculiarità intrinseche – per conoscerne meglio il funzionamento e le dinamiche psicologiche sottese – ma anche le caratteristiche appartenenti agli individui che ne usufruiscono. Da un punto di vista psicodinamico, sappiamo che a fronte di situazioni particolarmente stressanti, ritenute difficilmente gestibili, l’individuo tende a ricorre a diversi meccanismi difensivi. Partendo da questi assunti, la domanda che ha smosso la costruzione di questo elaborato è stata quella di comprendere se: l’uso delle teorie cospirazioniste, durante questo periodo di diffusione pandemica, sia equiparabile ad un meccanismo di difesa, messo in atto appunto per proteggere l’individuo dal provare un’eccessiva angoscia proveniente da stress esterni perpetrati nel tempo. Iniziando con un’analisi teorica dei due diversi costrutti, in modo a sé stante, sono state poi svolte due scoping review avendo come obiettivi: la prima quello di mettere in evidenza quali tratti di personalità specifici siano empiricamente correlati con l’uso delle teorie cospirative; mentre la seconda, quello di evidenziare il legame che intercorre tra i diversi meccanismi di difesa e le diverse caratteristiche di personalità – comprendendone sia la natura tipica dell’individuo, sotto forma di tratto, che quella maggiormente collegabile alla sfera patologica. Triangolando quanto emerso dalle revisioni delle ultime ricerche, si cercherà quindi di inferire se le credenze cospirative siano interpretabili come un meccanismo di difesa per fronte ad uno stress ambientale eccessivo, concludendo poi con una riflessione su eventuali implicazioni derivanti da tale visione psicodinamica per il benessere dei soggetti.
Teorie cospirazioniste e Meccanismi di Difesa. Uno sguardo psicodinamico sulla crisi pandemica.
PINTO, SANDRA
2022/2023
Abstract
Fin dal principio della diffusione del COVID-19, teorie dubbie su quale fosse la natura di tale virus, se vi fosse un’intenzionalità da parte di un’entità governativa di poterla usare come arma biologica, o perfino se la sua presenza fosse reale o meno; sono state tante e molto seguite. Il timore di possibili cospirazioni nascoste dietro a tale fenomeno ha seguito in modo analogo la crescita di quello che è stato un periodo di crisi sotto diversi punti di vista. La letteratura ha evidenziato come queste teorie cospirazioniste si facciano particolarmente prolifere durante periodi di incertezza e la ricerca si è prestata ad analisi approfondite per coglierne non solo le peculiarità intrinseche – per conoscerne meglio il funzionamento e le dinamiche psicologiche sottese – ma anche le caratteristiche appartenenti agli individui che ne usufruiscono. Da un punto di vista psicodinamico, sappiamo che a fronte di situazioni particolarmente stressanti, ritenute difficilmente gestibili, l’individuo tende a ricorre a diversi meccanismi difensivi. Partendo da questi assunti, la domanda che ha smosso la costruzione di questo elaborato è stata quella di comprendere se: l’uso delle teorie cospirazioniste, durante questo periodo di diffusione pandemica, sia equiparabile ad un meccanismo di difesa, messo in atto appunto per proteggere l’individuo dal provare un’eccessiva angoscia proveniente da stress esterni perpetrati nel tempo. Iniziando con un’analisi teorica dei due diversi costrutti, in modo a sé stante, sono state poi svolte due scoping review avendo come obiettivi: la prima quello di mettere in evidenza quali tratti di personalità specifici siano empiricamente correlati con l’uso delle teorie cospirative; mentre la seconda, quello di evidenziare il legame che intercorre tra i diversi meccanismi di difesa e le diverse caratteristiche di personalità – comprendendone sia la natura tipica dell’individuo, sotto forma di tratto, che quella maggiormente collegabile alla sfera patologica. Triangolando quanto emerso dalle revisioni delle ultime ricerche, si cercherà quindi di inferire se le credenze cospirative siano interpretabili come un meccanismo di difesa per fronte ad uno stress ambientale eccessivo, concludendo poi con una riflessione su eventuali implicazioni derivanti da tale visione psicodinamica per il benessere dei soggetti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/57378