Il presente elaborato intende ricostruire il corso delle relazioni italo-jugoslave nel periodo 1945-1975 che, in gran parte, sono state caratterizzate dalla “Questione Adriatica”, ovvero dalla contesa per il dominio della Venezia Giulia, dell'Istria, del Quarnaro e della Dalmazia. Per la stesura dell’elaborato ho consultato diverse fonti sia in italiano che in serbo-croato. Per quanto riguarda le fonti italiane mi sono basato principalmente sulle opere di Benedetto Zaccaria, Massimo Bucarelli e Luciano Monzali. In relazione alle fonti in serbo-croato ho tenuto in considerazione i testi di Viljenka Škorjanec e di Saša Mišić. Inoltre, mi sono recato all’’“Arhiv Jugoslavije”, che si trova a Belgrado, dove ho esaminato alcuni documenti relativi al fondo KPR (Kabinet Predsednik Republike), che contiene dossier tematici relativi ai rapporti con l'Italia ordinati in ordine cronologico. Durante l’elaborazione della tesi ho cercato di ricostruire i rapporti tra Italia e Jugoslavia nel periodo preso in esame, tenendo in considerazione il punto di vista e la politica interna di entrambi i paesi. Sullo sfondo permane il contesto internazionale caratterizzato dalla rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica, nel quale Tito e la Jugoslavia seppero destreggiarsi abilmente, cercando di ottenere dal blocco occidentale garanzie di integrità territoriale e concessioni in ambito economico, soprattutto nella dimensione europea della CEE, tenendo allo stesso tempo aperto il dialogo con l’Unione Sovietica e i paesi del Patto di Varsavia. Il primo capitolo prende in esame il periodo che va dal secondo dopoguerra alla fine degli anni Sessanta. Durante la trattazione viene data un un’inquadratura storica e politica alle relazioni tra Italia e Jugoslavia, che sarà fondamentale per comprendere la natura e le premesse delle trattative che porteranno alla firma del Trattato di Osimo alla fine del 1975. Viene data particolare attenzione ai governi di centro-sinistra guidati da Aldo Moro, che avranno il compito di stimolare l’avvicinamento verso Belgrado attraverso un forte sostegno alla leadership “liberale” in seno alla dirigenza jugoslava. Il secondo capitolo si apre con l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, che rappresenta uno spartiacque nelle relazioni italo-jugoslave, e fornirà l’impulso ad aprire i negoziati relativi alla delimitazione del confine tra i due paesi e le questioni ad esso collegate. A partire da questo evento di portata internazionale, i due paesi si impegneranno a coltivare una politica di buon vicinato e a preparare le rispettive opinioni pubbliche alla risoluzione delle controversie. Infine, il terzo capitolo approfondisce le fasi finali del negoziato, che sarà attraversato da una profonda crisi diplomatica, riflesso delle rispettive problematiche interne. Da un lato la Jugoslavia doveva affrontare un delicato processo di riforma costituzionale, dall’altro l’Italia era alle prese con una persistente instabilità interna, aggravata dall’escalation della violenza terroristica. Nonostante le relazioni tra i due paesi apparissero sensibilmente compromesse, le due parti riuscirono a limitare le divergenze, apprestandosi a firmare il Trattato di Osimo il 10 novembre 1975, pochi mesi dopo la conclusione della Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa.

La Questione Adriatica e le relazioni tra Italia e Jugoslavia dal Secondo Dopoguerra al Trattato di Osimo

FEDELE, STEFANO
2022/2023

Abstract

Il presente elaborato intende ricostruire il corso delle relazioni italo-jugoslave nel periodo 1945-1975 che, in gran parte, sono state caratterizzate dalla “Questione Adriatica”, ovvero dalla contesa per il dominio della Venezia Giulia, dell'Istria, del Quarnaro e della Dalmazia. Per la stesura dell’elaborato ho consultato diverse fonti sia in italiano che in serbo-croato. Per quanto riguarda le fonti italiane mi sono basato principalmente sulle opere di Benedetto Zaccaria, Massimo Bucarelli e Luciano Monzali. In relazione alle fonti in serbo-croato ho tenuto in considerazione i testi di Viljenka Škorjanec e di Saša Mišić. Inoltre, mi sono recato all’’“Arhiv Jugoslavije”, che si trova a Belgrado, dove ho esaminato alcuni documenti relativi al fondo KPR (Kabinet Predsednik Republike), che contiene dossier tematici relativi ai rapporti con l'Italia ordinati in ordine cronologico. Durante l’elaborazione della tesi ho cercato di ricostruire i rapporti tra Italia e Jugoslavia nel periodo preso in esame, tenendo in considerazione il punto di vista e la politica interna di entrambi i paesi. Sullo sfondo permane il contesto internazionale caratterizzato dalla rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica, nel quale Tito e la Jugoslavia seppero destreggiarsi abilmente, cercando di ottenere dal blocco occidentale garanzie di integrità territoriale e concessioni in ambito economico, soprattutto nella dimensione europea della CEE, tenendo allo stesso tempo aperto il dialogo con l’Unione Sovietica e i paesi del Patto di Varsavia. Il primo capitolo prende in esame il periodo che va dal secondo dopoguerra alla fine degli anni Sessanta. Durante la trattazione viene data un un’inquadratura storica e politica alle relazioni tra Italia e Jugoslavia, che sarà fondamentale per comprendere la natura e le premesse delle trattative che porteranno alla firma del Trattato di Osimo alla fine del 1975. Viene data particolare attenzione ai governi di centro-sinistra guidati da Aldo Moro, che avranno il compito di stimolare l’avvicinamento verso Belgrado attraverso un forte sostegno alla leadership “liberale” in seno alla dirigenza jugoslava. Il secondo capitolo si apre con l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, che rappresenta uno spartiacque nelle relazioni italo-jugoslave, e fornirà l’impulso ad aprire i negoziati relativi alla delimitazione del confine tra i due paesi e le questioni ad esso collegate. A partire da questo evento di portata internazionale, i due paesi si impegneranno a coltivare una politica di buon vicinato e a preparare le rispettive opinioni pubbliche alla risoluzione delle controversie. Infine, il terzo capitolo approfondisce le fasi finali del negoziato, che sarà attraversato da una profonda crisi diplomatica, riflesso delle rispettive problematiche interne. Da un lato la Jugoslavia doveva affrontare un delicato processo di riforma costituzionale, dall’altro l’Italia era alle prese con una persistente instabilità interna, aggravata dall’escalation della violenza terroristica. Nonostante le relazioni tra i due paesi apparissero sensibilmente compromesse, le due parti riuscirono a limitare le divergenze, apprestandosi a firmare il Trattato di Osimo il 10 novembre 1975, pochi mesi dopo la conclusione della Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa.
2022
The Adriatic Question and relations between Italy and Yugoslavia from the Second World War to the Treaty of Osimo
Jugoslavia
Italia
Trieste
Confine
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/58406