La pandemia dovuta al COVID-19 ha destabilizzato il mondo intero stravolgendo equilibri ed abitudini, con pesanti ripercussioni sulla vita familiare, sociale e professionale delle persone. Ha evidenziato, inoltre, l'importanza dell'equilibrio tra lavoro e vita personale ed ha reso necessaria una maggiore attenzione alle questioni riguardanti il benessere mentale e la salute dei lavoratori. Nonostante gli sforzi costanti delle organizzazioni sanitarie per mantenere e migliorare il benessere dei propri dipendenti, in particolare in questa fase, si sta sempre più affermando il fenomeno del Quiet Quitting o “abbandono silenzioso”. Ovvero una forma di disimpegno lavorativo in cui i dipendenti tendono a non esprimere la propria insoddisfazione nei confronti del lavoro, non agendo per cambiarla ma semplicemente riducendo inesorabilmente la produttività, limitandosi a svolgere solo lo stretto indispensabile compatibilmente con l'orario di servizio, rispettando comunque le norme e regole professionali, rifiutando di aderire a progetti extra-lavorativi ed assumersi ulteriori responsabilità. Nonostante tale fenomeno esista da sempre nelle realtà organizzative, sembrerebbe essersi acutizzato nel periodo pandemico vissuto, comportando numerose implicazioni negative per la qualità dei servizi sanitari offerti ai pazienti. Il personale sanitario, infatti, che si sente insoddisfatto o stressato sul lavoro potrebbe perdere motivazione ed entusiasmo, con conseguenze negative sulla produttività e sull'efficacia dell’assistenza erogata. Inoltre, questo “abbandono silenzioso” può portare alla creazione di un ambiente di lavoro poco salutare e con dipendenti poco collaborativi. Per prevenire tale fenomeno nell'ambito sanitario, è importante identificarne le cause sottostanti nel contesto del sistema sanitario nazionale del nostro Paese. In sintesi, il fenomeno del Quiet Quitting è una problematica contemporanea, che deve essere affrontata con particolare attenzione nel settore sanitario. Richiede una riflessione attiva sui fattori che possono indurre i dipendenti ad abbandonare silenziosamente il lavoro, ma anche uno sforzo concreto per migliorare le risorse umane e la gestione di queste ultime in modo da prevenire il fenomeno e promuovere un ambiente di lavoro sano ed efficace. Ci si propone quindi di esplorare come sia il livello di engagement e di quiet quitting negli infermieri nel nostro Paese, e nello specifico in alcune unità operative in un ospedale del Veneto.
Engagement e quiet quitting. Una indagine esplorativa in un ospedale del Veneto.
PAVANELLO, RICCARDO
2022/2023
Abstract
La pandemia dovuta al COVID-19 ha destabilizzato il mondo intero stravolgendo equilibri ed abitudini, con pesanti ripercussioni sulla vita familiare, sociale e professionale delle persone. Ha evidenziato, inoltre, l'importanza dell'equilibrio tra lavoro e vita personale ed ha reso necessaria una maggiore attenzione alle questioni riguardanti il benessere mentale e la salute dei lavoratori. Nonostante gli sforzi costanti delle organizzazioni sanitarie per mantenere e migliorare il benessere dei propri dipendenti, in particolare in questa fase, si sta sempre più affermando il fenomeno del Quiet Quitting o “abbandono silenzioso”. Ovvero una forma di disimpegno lavorativo in cui i dipendenti tendono a non esprimere la propria insoddisfazione nei confronti del lavoro, non agendo per cambiarla ma semplicemente riducendo inesorabilmente la produttività, limitandosi a svolgere solo lo stretto indispensabile compatibilmente con l'orario di servizio, rispettando comunque le norme e regole professionali, rifiutando di aderire a progetti extra-lavorativi ed assumersi ulteriori responsabilità. Nonostante tale fenomeno esista da sempre nelle realtà organizzative, sembrerebbe essersi acutizzato nel periodo pandemico vissuto, comportando numerose implicazioni negative per la qualità dei servizi sanitari offerti ai pazienti. Il personale sanitario, infatti, che si sente insoddisfatto o stressato sul lavoro potrebbe perdere motivazione ed entusiasmo, con conseguenze negative sulla produttività e sull'efficacia dell’assistenza erogata. Inoltre, questo “abbandono silenzioso” può portare alla creazione di un ambiente di lavoro poco salutare e con dipendenti poco collaborativi. Per prevenire tale fenomeno nell'ambito sanitario, è importante identificarne le cause sottostanti nel contesto del sistema sanitario nazionale del nostro Paese. In sintesi, il fenomeno del Quiet Quitting è una problematica contemporanea, che deve essere affrontata con particolare attenzione nel settore sanitario. Richiede una riflessione attiva sui fattori che possono indurre i dipendenti ad abbandonare silenziosamente il lavoro, ma anche uno sforzo concreto per migliorare le risorse umane e la gestione di queste ultime in modo da prevenire il fenomeno e promuovere un ambiente di lavoro sano ed efficace. Ci si propone quindi di esplorare come sia il livello di engagement e di quiet quitting negli infermieri nel nostro Paese, e nello specifico in alcune unità operative in un ospedale del Veneto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/58605