La materia ambientale e paesaggistica si distingue per la sua intrinseca interdisciplinarità, coinvolgendo numerosi settori delle attività umane ed intersecando diverse branche del diritto, sia pubblico che privato, all’interno di diversi ordinamenti giuridici. Il concetto di paesaggio fa riferimento all’aspetto visibile del territorio, ricalcandone la propria configurazione e la sua percezione da parte dell’osservatore; esso infatti è la risultante di due fattori: la struttura naturale dei luoghi e l’azione umana, che nel corso della storia ha radicalmente modificato vari luoghi. La particolarità della flora, della fauna o delle formazioni geologiche impone una profonda sensibilità nei confronti della tutela paesaggistica che si traduce in un’efficace azione protettiva disciplinata, oltre che dal vincolo paesaggistico previsto dall’articolo 142 Codice beni Culturali, anche dal piano pluriennale economico e sociale (articolo 14, legge 394/1991) che prevede ogni iniziativa volta a favorire “nel rispetto delle esigenze di conservazione del parco naturale, lo sviluppo del turismo e delle attività locali connesse”. L’iter legislativo per la tutela paesaggistica prende avvio dal decreto legislativo 42/2004, tradotto nel Codice dei beni culturali, che ha istituito numerose aree da preservare: il territorio costiero, i fiumi, i laghi, i ghiacciai, i parchi naturali, le riserve naturali e le zone umide. La seguente trattazione si occuperà in particolar modo di queste ultime aree, di come sono nate, della legislazione a loro tutela, di cui il Delta del Po ne è un esempio lampante; analizzeremo inoltre alcuni cenni relativi allo statuto dell’Ente parco al fine di comprendere se le due forme di salvaguardia del territorio al giorno d’oggi esistenti (Regione Veneto ed Emilia-Romagna) sono pertanto efficaci.
L’ordinamento giuridico delle zone umide: il caso del parco Delta del Po e le possibili strategie di tutela paesaggistica
FERRACIN, GIORGIO
2022/2023
Abstract
La materia ambientale e paesaggistica si distingue per la sua intrinseca interdisciplinarità, coinvolgendo numerosi settori delle attività umane ed intersecando diverse branche del diritto, sia pubblico che privato, all’interno di diversi ordinamenti giuridici. Il concetto di paesaggio fa riferimento all’aspetto visibile del territorio, ricalcandone la propria configurazione e la sua percezione da parte dell’osservatore; esso infatti è la risultante di due fattori: la struttura naturale dei luoghi e l’azione umana, che nel corso della storia ha radicalmente modificato vari luoghi. La particolarità della flora, della fauna o delle formazioni geologiche impone una profonda sensibilità nei confronti della tutela paesaggistica che si traduce in un’efficace azione protettiva disciplinata, oltre che dal vincolo paesaggistico previsto dall’articolo 142 Codice beni Culturali, anche dal piano pluriennale economico e sociale (articolo 14, legge 394/1991) che prevede ogni iniziativa volta a favorire “nel rispetto delle esigenze di conservazione del parco naturale, lo sviluppo del turismo e delle attività locali connesse”. L’iter legislativo per la tutela paesaggistica prende avvio dal decreto legislativo 42/2004, tradotto nel Codice dei beni culturali, che ha istituito numerose aree da preservare: il territorio costiero, i fiumi, i laghi, i ghiacciai, i parchi naturali, le riserve naturali e le zone umide. La seguente trattazione si occuperà in particolar modo di queste ultime aree, di come sono nate, della legislazione a loro tutela, di cui il Delta del Po ne è un esempio lampante; analizzeremo inoltre alcuni cenni relativi allo statuto dell’Ente parco al fine di comprendere se le due forme di salvaguardia del territorio al giorno d’oggi esistenti (Regione Veneto ed Emilia-Romagna) sono pertanto efficaci.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/59074