Nella gestione degli ecosistemi agricoli uno degli elementi più limitanti per poter ottenere elevate rese dalle colture, è la disponibilità di N, intesa in termini di ione nitrato (NO3-) e ione ammonio (NH4+). Essendo un elemento poco disponibile nei terreni agrari, necessita di essere integrato tramite input di fertilizzanti chimici, come ad esempio l’urea; comportando delle ripercussioni negative sull’ambiente date dall’eccesso di N a livello delle acque in uscita dagli ecosistemi agricoli e dell’atmosfera; dato soprattutto da una sua bassa efficienza d’uso (NUE). Per ridurre questi aspetti negativi è necessario studiare in modo approfondito come le piante reagiscono alla carenza di N, ed i meccanismi che mettono in atto per migliorarne il loro approvvigionamento. Questo studio è stato condotto utilizzando piante di Zea mays, che sono una delle colture più diffuse a livello mondiale, mettendo a confronto una linea pura, definita wild type ed un mutane (Zmccd8), incapace di sintetizzare gli strigolattoni. Gli strigolattoni sono delle molecole derivate dai carotenoidi riconosciute come fitormoni, ed hanno ampie funzioni nella regolazione dello sviluppo della pianta, soprattutto per l’architettura dell’apparato radicale e nella ramificazione della parte aerea, oltre che a controllare le simbiosi tra piante e micorrize arbuscolari, in relazione alla disponibilità di nutrienti nel suolo, soprattutto per quanto riguarda il fosforo (P) e l’azoto (N). In questo lavoro entrambe le varietà di piante sono state coltivate sottoponendole a due diverse dosi di fertilizzazione con urea, con lo scopo di valutare gli adattamenti della pianta alla disponibilità di N ed in base alla presenza o meno degli strigolattoni. Le piante nel corso della coltivazione sono state analizzate da un punto di vista fenotipico misurando altezza e circonferenza del fusto e lunghezza della terza foglia; e da un punto di vista fisiologico, svolgendo delle misurazioni su tutte le foglie con gli strumenti DUALEX scientific e Porometr LI – COR LI – 600P, in diverse fasi della stagione. Sono stati inoltre valutati anche il numero di pannocchie raccolte ed il loro peso.
Analisi della risposta all'azoto in un mutante di mais (ZmCcd8) che non produce strigolattoni
BANAL, RICCARDO
2022/2023
Abstract
Nella gestione degli ecosistemi agricoli uno degli elementi più limitanti per poter ottenere elevate rese dalle colture, è la disponibilità di N, intesa in termini di ione nitrato (NO3-) e ione ammonio (NH4+). Essendo un elemento poco disponibile nei terreni agrari, necessita di essere integrato tramite input di fertilizzanti chimici, come ad esempio l’urea; comportando delle ripercussioni negative sull’ambiente date dall’eccesso di N a livello delle acque in uscita dagli ecosistemi agricoli e dell’atmosfera; dato soprattutto da una sua bassa efficienza d’uso (NUE). Per ridurre questi aspetti negativi è necessario studiare in modo approfondito come le piante reagiscono alla carenza di N, ed i meccanismi che mettono in atto per migliorarne il loro approvvigionamento. Questo studio è stato condotto utilizzando piante di Zea mays, che sono una delle colture più diffuse a livello mondiale, mettendo a confronto una linea pura, definita wild type ed un mutane (Zmccd8), incapace di sintetizzare gli strigolattoni. Gli strigolattoni sono delle molecole derivate dai carotenoidi riconosciute come fitormoni, ed hanno ampie funzioni nella regolazione dello sviluppo della pianta, soprattutto per l’architettura dell’apparato radicale e nella ramificazione della parte aerea, oltre che a controllare le simbiosi tra piante e micorrize arbuscolari, in relazione alla disponibilità di nutrienti nel suolo, soprattutto per quanto riguarda il fosforo (P) e l’azoto (N). In questo lavoro entrambe le varietà di piante sono state coltivate sottoponendole a due diverse dosi di fertilizzazione con urea, con lo scopo di valutare gli adattamenti della pianta alla disponibilità di N ed in base alla presenza o meno degli strigolattoni. Le piante nel corso della coltivazione sono state analizzate da un punto di vista fenotipico misurando altezza e circonferenza del fusto e lunghezza della terza foglia; e da un punto di vista fisiologico, svolgendo delle misurazioni su tutte le foglie con gli strumenti DUALEX scientific e Porometr LI – COR LI – 600P, in diverse fasi della stagione. Sono stati inoltre valutati anche il numero di pannocchie raccolte ed il loro peso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/59126