The diagnosis of neoplastic diseases in pediatric age is a rare event as they account for about 2% of all cancer diagnoses in the population; however, they are one of the most common causes of death in children older than one year. Receiving an oncologic diagnosis, in pediatric age involves a series of lifestyle changes that can affect the motor and cognitive development of the individual, so physical activity represents a tool to support drug therapies that has been shown to be safe and effective with a view to counteracting the negative effects resulting from therapies and in better managing the symptomatology associated with the disease. The paper analyzes data from two case studies within the Stai Bene 2.0 project, which aims to promote the psychological and physical well-being of pediatric oncology patients through the use of adapted physical activity at all stages of treatment. The project included people aged 0 to 18 years who were diagnosed with oncohematological pathology and after consent and evaluation were referred to a movement professional. Together with the specialist, the frequency of sessions was agreed upon to be conducted in remote mode through the Zoom platform. A battery of tests was used for motor assessment, and common objects and/or specific equipment were used for the conduct of individual sessions, depending on the patient's availability. The two cases analyzed are seemingly at the antipodes: in the first case, major improvements were achieved in terms of the patient's overall health; in the second case, there was a worsening of the patient's health condition due to the side effects induced by the maintenance drug therapy. Despite the opposite outcomes, these two cases represent two sides of the same coin as they highlight how adapted physical activity is safe and truly adaptable to each stage of treatment. In addition, the remote modality allowed supervised activity to take place even where its practice is recommended at the end of treatment.

La diagnosi di patologie neoplastiche in età pediatrica è un evento raro poiché rappresentano circa il 2% di tutte le diagnosi di tumore nella popolazione; tuttavia esse sono una delle cause più comuni di morte nei bambini con età superiore ad un anno. Ricevere una diagnosi oncologica, in età pediatrica comporta una serie di cambiamenti di stile di vita che possono condizionare lo sviluppo motorio e cognitivo dell’individuo, pertanto l’attività fisica rappresenta uno strumento di sostegno alle terapie farmacologiche che si è dimostrato sicuro ed efficace nell’ottica di contrastare gli effetti negativi derivanti dalle terapie e nel gestire al meglio la sintomatologia associata alla patologia. L’elaborato analizza i dati derivanti da due casi studio, all’interno del progetto Stai Bene 2.0, il quale si pone come obiettivo la promozione del benessere psicofisico dei pazienti oncologici pediatrici attraverso l’utilizzo dell’attività fisica adattata in tutte le fasi di trattamento. Nel progetto son state incluse persone di età tra 0 e 18 anni, ai quali è stata diagnosticata una patologia oncoematologica i quali previo consenso e valutazione sono stati indirizzati ad un professionista del movimento. Assieme allo specialista si è concordata la frequenza delle sedute da svolgere in modalita a distanza, attraverso la piattaforma Zoom. Per la valutazione motoria è stata utilizzata una batteria di test e per lo svolgimento delle singole sessioni son stati utilizzati oggetti di uso comune e/o attrezzatura specifica a seconda della disponibilità del paziente. I due casi analizzati si trovano apparentemente agli antipodi: nel primo caso si sono ottenuti importanti miglioramenti in termini di salute globale del paziente; nel secondo caso si è assistito ad un peggioramento delle condizioni di salute della paziente a causa degli effetti collaterali indotti dalla terapia farmacologica di mantenimento. Nonostante gli esiti opposti, questi due casi rappresentano due facce della stessa medaglia poiché mettono in luce come l’attività fisica adattata sia sicura e realmente adattabile ad ogni fase del trattamento. Inoltre la modalità in remoto ha permesso di svolgere l’attività supervisionata anche laddove la sua pratica viene consigliata al termine delle terapie.

Attività fisica adattata a sostegno del trattamento oncologico nel paziente pediatrico: due casi studio all'interno del progetto Stai Bene 2.0

FRACCHIOLLA, ANNA
2022/2023

Abstract

The diagnosis of neoplastic diseases in pediatric age is a rare event as they account for about 2% of all cancer diagnoses in the population; however, they are one of the most common causes of death in children older than one year. Receiving an oncologic diagnosis, in pediatric age involves a series of lifestyle changes that can affect the motor and cognitive development of the individual, so physical activity represents a tool to support drug therapies that has been shown to be safe and effective with a view to counteracting the negative effects resulting from therapies and in better managing the symptomatology associated with the disease. The paper analyzes data from two case studies within the Stai Bene 2.0 project, which aims to promote the psychological and physical well-being of pediatric oncology patients through the use of adapted physical activity at all stages of treatment. The project included people aged 0 to 18 years who were diagnosed with oncohematological pathology and after consent and evaluation were referred to a movement professional. Together with the specialist, the frequency of sessions was agreed upon to be conducted in remote mode through the Zoom platform. A battery of tests was used for motor assessment, and common objects and/or specific equipment were used for the conduct of individual sessions, depending on the patient's availability. The two cases analyzed are seemingly at the antipodes: in the first case, major improvements were achieved in terms of the patient's overall health; in the second case, there was a worsening of the patient's health condition due to the side effects induced by the maintenance drug therapy. Despite the opposite outcomes, these two cases represent two sides of the same coin as they highlight how adapted physical activity is safe and truly adaptable to each stage of treatment. In addition, the remote modality allowed supervised activity to take place even where its practice is recommended at the end of treatment.
2022
Adapted physical activity to support cancer treatment in pediatric patients: two case studies within the Stai Bene 2.0 project
La diagnosi di patologie neoplastiche in età pediatrica è un evento raro poiché rappresentano circa il 2% di tutte le diagnosi di tumore nella popolazione; tuttavia esse sono una delle cause più comuni di morte nei bambini con età superiore ad un anno. Ricevere una diagnosi oncologica, in età pediatrica comporta una serie di cambiamenti di stile di vita che possono condizionare lo sviluppo motorio e cognitivo dell’individuo, pertanto l’attività fisica rappresenta uno strumento di sostegno alle terapie farmacologiche che si è dimostrato sicuro ed efficace nell’ottica di contrastare gli effetti negativi derivanti dalle terapie e nel gestire al meglio la sintomatologia associata alla patologia. L’elaborato analizza i dati derivanti da due casi studio, all’interno del progetto Stai Bene 2.0, il quale si pone come obiettivo la promozione del benessere psicofisico dei pazienti oncologici pediatrici attraverso l’utilizzo dell’attività fisica adattata in tutte le fasi di trattamento. Nel progetto son state incluse persone di età tra 0 e 18 anni, ai quali è stata diagnosticata una patologia oncoematologica i quali previo consenso e valutazione sono stati indirizzati ad un professionista del movimento. Assieme allo specialista si è concordata la frequenza delle sedute da svolgere in modalita a distanza, attraverso la piattaforma Zoom. Per la valutazione motoria è stata utilizzata una batteria di test e per lo svolgimento delle singole sessioni son stati utilizzati oggetti di uso comune e/o attrezzatura specifica a seconda della disponibilità del paziente. I due casi analizzati si trovano apparentemente agli antipodi: nel primo caso si sono ottenuti importanti miglioramenti in termini di salute globale del paziente; nel secondo caso si è assistito ad un peggioramento delle condizioni di salute della paziente a causa degli effetti collaterali indotti dalla terapia farmacologica di mantenimento. Nonostante gli esiti opposti, questi due casi rappresentano due facce della stessa medaglia poiché mettono in luce come l’attività fisica adattata sia sicura e realmente adattabile ad ogni fase del trattamento. Inoltre la modalità in remoto ha permesso di svolgere l’attività supervisionata anche laddove la sua pratica viene consigliata al termine delle terapie.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/59365