Per parlare di forme di sofferenza che riguardano un’alterazione o un’insufficiente costituzione dell’Io e che si manifestano tramite vissuti di confusione, insufficienza identitaria e vuoto, la trattazione si articola a partire da Freud, in quanto l’argomento chiama in causa il narcisismo primario. La metodologia speculativa e immaginifica di Winnicott permette non solo di rappresentare quelle fasi della vita psichica in cui non c’è ancora una sufficiente costituzione dell’Io ma anche di poter dire qualcosa su quelle forme di sofferenza che chiamano in causa proprio la sua mancata o alterata costituzione. Winnicott propone il modello della paura del crollo dove è in questione il fallimento originario dell’ambiente e dell’oggetto responsivo. Questo fallimento impedisce all’Io di integrare corpo e psiche e di formare un primario senso di sé. Tali forme di sofferenza pervasive e profonde che sono sempre più rappresentate nello spettro psicopatologico attuale, impongono una riflessione sul metodo psicoanalitico e una costruzione metapsicologica aggiornata. Occorre dar voce a quell’impensabilità che è in relazione ai traumi precoci che hanno leso l’originaria integrità narcisistica. L’uso della parola secondo il modello classico de L’interpretazione dei sogni fallisce e la principale preoccupazione dell’analista diventa quella di creare una parola al di fuori del senso che possa incarnarsi nel corpo e dare in qualche modo una forma di espressione all’irrappresentabile. Il dispositivo analitico è tale da consentire un’esperienza in cui si articolano più tempi e toccare e fare emergere degli elementi sommersi. Si tratta di portare il paziente a far esperienza dei microtraumi presenti nell’illusione, per poi condurlo a percepire con le parole per la prima volta, in après-coup, la catastrofe già avvenuta nel passato. Il tempo dell’après-coup è il tempo che trasforma, l’incontro con l’Altro produce una breccia, una rottura, un clinamen nella scorza difensiva dell’“identico”. Per alcuni psicanalisti oggi la meta da raggiungere riguarda ancora essenzialmente l’area del pulsionale, del versante della pulsione relativa al somatico. Questo non significa risolvere il destino degli affetti e rappresentazioni esclusivamente in termini pulsionali e intrapsichici in quanto la rêverie materna è un elemento relazionale irrinunciabile. Le esperienze infantili si iscrivono in un codice presimbolico che non appartiene all’inconscio dinamicamente rimosso: il corpo diventa il luogo di codificazione di esperienze affettive precoci. Attraverso alcuni esempi clinici all’interno dei diversi capitoli vedremo come la cura analitica permetta di rintracciare la possibilità di ricollocare il passato nel suo prima e il tempo nei solchi che esso ha lasciato nel corpo.

Dal corpo alla parola: traumatismo precoce e temporalità nella cura psicoanalitica

MARGHERI, TERESA
2022/2023

Abstract

Per parlare di forme di sofferenza che riguardano un’alterazione o un’insufficiente costituzione dell’Io e che si manifestano tramite vissuti di confusione, insufficienza identitaria e vuoto, la trattazione si articola a partire da Freud, in quanto l’argomento chiama in causa il narcisismo primario. La metodologia speculativa e immaginifica di Winnicott permette non solo di rappresentare quelle fasi della vita psichica in cui non c’è ancora una sufficiente costituzione dell’Io ma anche di poter dire qualcosa su quelle forme di sofferenza che chiamano in causa proprio la sua mancata o alterata costituzione. Winnicott propone il modello della paura del crollo dove è in questione il fallimento originario dell’ambiente e dell’oggetto responsivo. Questo fallimento impedisce all’Io di integrare corpo e psiche e di formare un primario senso di sé. Tali forme di sofferenza pervasive e profonde che sono sempre più rappresentate nello spettro psicopatologico attuale, impongono una riflessione sul metodo psicoanalitico e una costruzione metapsicologica aggiornata. Occorre dar voce a quell’impensabilità che è in relazione ai traumi precoci che hanno leso l’originaria integrità narcisistica. L’uso della parola secondo il modello classico de L’interpretazione dei sogni fallisce e la principale preoccupazione dell’analista diventa quella di creare una parola al di fuori del senso che possa incarnarsi nel corpo e dare in qualche modo una forma di espressione all’irrappresentabile. Il dispositivo analitico è tale da consentire un’esperienza in cui si articolano più tempi e toccare e fare emergere degli elementi sommersi. Si tratta di portare il paziente a far esperienza dei microtraumi presenti nell’illusione, per poi condurlo a percepire con le parole per la prima volta, in après-coup, la catastrofe già avvenuta nel passato. Il tempo dell’après-coup è il tempo che trasforma, l’incontro con l’Altro produce una breccia, una rottura, un clinamen nella scorza difensiva dell’“identico”. Per alcuni psicanalisti oggi la meta da raggiungere riguarda ancora essenzialmente l’area del pulsionale, del versante della pulsione relativa al somatico. Questo non significa risolvere il destino degli affetti e rappresentazioni esclusivamente in termini pulsionali e intrapsichici in quanto la rêverie materna è un elemento relazionale irrinunciabile. Le esperienze infantili si iscrivono in un codice presimbolico che non appartiene all’inconscio dinamicamente rimosso: il corpo diventa il luogo di codificazione di esperienze affettive precoci. Attraverso alcuni esempi clinici all’interno dei diversi capitoli vedremo come la cura analitica permetta di rintracciare la possibilità di ricollocare il passato nel suo prima e il tempo nei solchi che esso ha lasciato nel corpo.
2022
From body to word: early trauma and temporality in psychoanalytic treatment
corpo
parola
après-coup
psicoanalisi
traumatismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/59697