Con il termine soil gas o gas interstiziali vengono intesi gas e vapori presenti nei pori del terreno insaturo del sottosuolo, generati da fenomeni microbiologici, geologici o da contaminazione di una matrice ambientale. Nei siti contaminati il soil gas, seppur non rientra fra le matrici ambientali che concorrono alla definizione di sito contaminato, svolge un ruolo di centrale importanza. Il monitoraggio del soil gas consente, infatti, di verificare il potenziale rischio sanitario, associato al percorso di volatilizzazione da suolo e da acque sotterranee, valutando l’esposizione spesso più critica, ossia l’inalazione di vapori dal sottosuolo. Oltre alla fase di analisi del rischio, il monitoraggio dei gas interstiziali, poiché l’aria è una matrice più omogenea, può essere previsto anche in fase di investigazione iniziale e di caratterizzazione, al fine di meglio individuare la presenza dei composti volatili nel sottosuolo e la loro distribuzione, ottenendo risultati più rappresentativi ed affidabili rispetto alle indagini nei suoli. Tra le diverse tecniche di monitoraggio dei gas interstiziali la più utilizzata è il campionamento attivo, effettuato in modalità diretta, raccogliendo un campione di aria in idonei contenitori (ad esempio canister in acciaio o vetro, tedlarbag), oppure in modalità indiretta, per ad-/as-sorbimento dell’inquinante su un opportuno substrato. Negli ultimi anni a livello nazionale e internazionale sono in fase di studio sistemi di monitoraggio del soil gas, basati sul campionamento passivo. Queste tipologie di monitoraggio non richiedono nessun sistema di aspirazione, in quanto gli analiti di interesse vengono raccolti, mediante trappole di materiale adsorbente, sfruttando il processo fisico della diffusione molecolare degli inquinanti. Il progetto di tesi ha come obiettivo il confronto di tecniche di campionamento attive e passive. I dati messi a confronto sono stati ottenuti mediante attività sperimentali condotte in un campo prova, realizzato all’interno del Vecchio Petrolchimico di Porto Marghera. Tali sperimentazioni hanno previsto la comparazione di metodi di campionamento attivo del soil gas basati sull’utilizzo di canister in vetro (vacuum bottle), con metodi di campionamento passivo del soil gas basati sull’utilizzo di dispositivi commerciali denominati Waterloo Membrane SamplerTM (WMS).
Tecniche di campionamento attive e passive per il monitoraggio del soil gas nell'ambito della bonifica dei siti contaminati.
BOLDRIN, ANNA
2022/2023
Abstract
Con il termine soil gas o gas interstiziali vengono intesi gas e vapori presenti nei pori del terreno insaturo del sottosuolo, generati da fenomeni microbiologici, geologici o da contaminazione di una matrice ambientale. Nei siti contaminati il soil gas, seppur non rientra fra le matrici ambientali che concorrono alla definizione di sito contaminato, svolge un ruolo di centrale importanza. Il monitoraggio del soil gas consente, infatti, di verificare il potenziale rischio sanitario, associato al percorso di volatilizzazione da suolo e da acque sotterranee, valutando l’esposizione spesso più critica, ossia l’inalazione di vapori dal sottosuolo. Oltre alla fase di analisi del rischio, il monitoraggio dei gas interstiziali, poiché l’aria è una matrice più omogenea, può essere previsto anche in fase di investigazione iniziale e di caratterizzazione, al fine di meglio individuare la presenza dei composti volatili nel sottosuolo e la loro distribuzione, ottenendo risultati più rappresentativi ed affidabili rispetto alle indagini nei suoli. Tra le diverse tecniche di monitoraggio dei gas interstiziali la più utilizzata è il campionamento attivo, effettuato in modalità diretta, raccogliendo un campione di aria in idonei contenitori (ad esempio canister in acciaio o vetro, tedlarbag), oppure in modalità indiretta, per ad-/as-sorbimento dell’inquinante su un opportuno substrato. Negli ultimi anni a livello nazionale e internazionale sono in fase di studio sistemi di monitoraggio del soil gas, basati sul campionamento passivo. Queste tipologie di monitoraggio non richiedono nessun sistema di aspirazione, in quanto gli analiti di interesse vengono raccolti, mediante trappole di materiale adsorbente, sfruttando il processo fisico della diffusione molecolare degli inquinanti. Il progetto di tesi ha come obiettivo il confronto di tecniche di campionamento attive e passive. I dati messi a confronto sono stati ottenuti mediante attività sperimentali condotte in un campo prova, realizzato all’interno del Vecchio Petrolchimico di Porto Marghera. Tali sperimentazioni hanno previsto la comparazione di metodi di campionamento attivo del soil gas basati sull’utilizzo di canister in vetro (vacuum bottle), con metodi di campionamento passivo del soil gas basati sull’utilizzo di dispositivi commerciali denominati Waterloo Membrane SamplerTM (WMS).File | Dimensione | Formato | |
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