Questo lavoro di tesi si propone di verificare la presenza e la consistenza, nell’ambito della poesia italiana del secondo Novecento, di una sensibilità estetica basata sulla diffusione all’interno del testo di fenomeni linguistici riconducibili alla categoria di incompletezza, con attenzione specifica alla sintassi e alle tecniche di interpunzione. Frasi in cui l’arco sintattico viene interrotto prima della sua regolare chiusura, uso di deittici e pronomi anaforici con referenti opachi o assenti, distribuzione nel testo di spazi bianchi, punti di sospensione o righe puntuate: sono tratti di stile che possono configurare la poesia in cui compaiono come un oggetto lacunoso, abitato da vuoti e mancanze, o anche come un frammento parziale, sottratto al proprio contesto situazionale o discorsivo. Di questi e altri fenomeni verranno studiate le modalità e frequenze d’uso. Il corpus sotto esame è composto dai testi raccolti ne Il pubblico della poesia, importante antologia di Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli uscita nel 1975. Questa antologia si prefiggeva di mappare la poesia della generazione di autori e autrici che hanno esordito dopo l’importante frattura storica, culturale e politica rappresentata dal ’68. Tra i venticinque autori compresi nel Pubblico della poesia ne sono poi stati scelti quattro, per l’importanza sia dell’esordio che del percorso letterario nella sua interezza, le cui prime raccolte, tutte pubblicate tra il ’68 e il ’76, sono state schedate interamente. Ciò ha permesso di avere un’immagine più dettagliata dell’incidenza dei tratti linguistici riconducibili alla categoria di incompletezza nell’opera di alcuni esponenti di spicco della generazione di poeti post-sessantotteschi. Oltre ai testi del Pubblico della poesia sono state quindi studiate nel dettaglio le raccolte L’ostrabismo cara di Cesare Viviani, Le mie poesie non cambieranno il mondo di Patrizia Cavalli, Somiglianze di Milo de Angelis e Il disperso di Maurizio Cucchi. Così strutturata, questa tesi fornisce uno spaccato della generazione di poeti nati nel secondo dopoguerra, mettendo in luce come al suo interno si faccia effettivamente strada, per frequenza e rilevanza degli esiti, una sensibilità poetica che contempla tra i propri valori quello dell’incompletezza, dell’imperfezione, della porosità e dell’apertura al contributo compositivo del lettore. Ma mostra anche come alcuni autori si sottraggano alla dicotomia tra completezza/lacunosità e come altri invece perseguano scrupolosamente scelte stilistiche basate sulla chiusura del testo poetico, sulla sua autonomia e impermeabilità rispetto a ciò che è extratestuale.
«Questa impossibile quadratura del parlare» Incompletezza sintattica e lacune interpuntorie nella poesia italiana 1968-1976
DORICH, SEBASTIANO
2023/2024
Abstract
Questo lavoro di tesi si propone di verificare la presenza e la consistenza, nell’ambito della poesia italiana del secondo Novecento, di una sensibilità estetica basata sulla diffusione all’interno del testo di fenomeni linguistici riconducibili alla categoria di incompletezza, con attenzione specifica alla sintassi e alle tecniche di interpunzione. Frasi in cui l’arco sintattico viene interrotto prima della sua regolare chiusura, uso di deittici e pronomi anaforici con referenti opachi o assenti, distribuzione nel testo di spazi bianchi, punti di sospensione o righe puntuate: sono tratti di stile che possono configurare la poesia in cui compaiono come un oggetto lacunoso, abitato da vuoti e mancanze, o anche come un frammento parziale, sottratto al proprio contesto situazionale o discorsivo. Di questi e altri fenomeni verranno studiate le modalità e frequenze d’uso. Il corpus sotto esame è composto dai testi raccolti ne Il pubblico della poesia, importante antologia di Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli uscita nel 1975. Questa antologia si prefiggeva di mappare la poesia della generazione di autori e autrici che hanno esordito dopo l’importante frattura storica, culturale e politica rappresentata dal ’68. Tra i venticinque autori compresi nel Pubblico della poesia ne sono poi stati scelti quattro, per l’importanza sia dell’esordio che del percorso letterario nella sua interezza, le cui prime raccolte, tutte pubblicate tra il ’68 e il ’76, sono state schedate interamente. Ciò ha permesso di avere un’immagine più dettagliata dell’incidenza dei tratti linguistici riconducibili alla categoria di incompletezza nell’opera di alcuni esponenti di spicco della generazione di poeti post-sessantotteschi. Oltre ai testi del Pubblico della poesia sono state quindi studiate nel dettaglio le raccolte L’ostrabismo cara di Cesare Viviani, Le mie poesie non cambieranno il mondo di Patrizia Cavalli, Somiglianze di Milo de Angelis e Il disperso di Maurizio Cucchi. Così strutturata, questa tesi fornisce uno spaccato della generazione di poeti nati nel secondo dopoguerra, mettendo in luce come al suo interno si faccia effettivamente strada, per frequenza e rilevanza degli esiti, una sensibilità poetica che contempla tra i propri valori quello dell’incompletezza, dell’imperfezione, della porosità e dell’apertura al contributo compositivo del lettore. Ma mostra anche come alcuni autori si sottraggano alla dicotomia tra completezza/lacunosità e come altri invece perseguano scrupolosamente scelte stilistiche basate sulla chiusura del testo poetico, sulla sua autonomia e impermeabilità rispetto a ciò che è extratestuale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/63449