I rapidissimi cambiamenti economici, sociali e culturali avvenuti in epoca moderna e in particolare a partire dagli anni ’60 hanno avuto un forte impatto sulla famiglia, modificandone l’impianto strutturale, valoriale, lo stile di vita e i bisogni. Data la centralità di questo soggetto sociale, nel 1975 con la legge n 405 sono stati istituiti i Consultori familiari, servizi socio-sanitari offerti alla famiglia nella sua interezza, sancendo la necessità di un approccio globale ai problemi socio-sanitari della famiglia, determinante per la promozione e la prevenzione nell’ambito della salute della donna, dell’età evolutiva, dell’adolescenza e delle relazioni di coppia e familiari. Tuttavia, nonostante la molteplicità di aiuti che i Consultori possono offrire, l’esperienza di tirocinio svolta nel Consultorio familiare di Abano Terme-Montegrotto-Torreglia ha messo in luce una criticità, ossia la netta preminenza di prese in carico tramite il Tribunale, a scapito degli accessi spontanei da parte delle famiglie, mostrando quindi conflitti tra genitori ormai cronicizzati. A partire da tale criticità, si è mossa la mia domanda di ricerca: per quale motivo il Consultorio familiare fa difficoltà ad adempiere alla sua funzione preventiva e a intercettare le famiglie prima che esploda il disagio e le situazioni siano diventate insostenibili tanto da richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria? Da cosa deriva la scarsa capacità attrattiva dei Consultori, avvalorata anche dai dati evidenziati dall’indagine condotta dal Consiglio nazionale dell’Ordine Assistenti sociali, in particolare nella Regione Veneto? La presente ricerca ha cercato pertanto di dare risposta a tali interrogativi, in particolare attraverso la somministrazione di un questionario alla popolazione avvenuta nel gennaio-febbraio 2024 e interviste semi-strutturate agli operatori del servizio. Infine, a partire dall’analisi di esperienze innovative in altri contesti territoriali, si è prospettata un’implementazione futura basata su un cambiamento di vision, incentrata in particolare sul Community work, il cui sviluppo può rappresentare una direzione per meglio intercettare le famiglie in difficoltà, prevenire il disagio familiare e renderle soggetti e protagonisti attivi, prima ancora di «beneficiari in carico».

Prevenzione del disagio familiare. Ricerca sulla capacità attrattiva del consultorio familiare di Abano Terme - Montegrotto - Torreglia

SALVATORI, MARIA GRAZIA
2023/2024

Abstract

I rapidissimi cambiamenti economici, sociali e culturali avvenuti in epoca moderna e in particolare a partire dagli anni ’60 hanno avuto un forte impatto sulla famiglia, modificandone l’impianto strutturale, valoriale, lo stile di vita e i bisogni. Data la centralità di questo soggetto sociale, nel 1975 con la legge n 405 sono stati istituiti i Consultori familiari, servizi socio-sanitari offerti alla famiglia nella sua interezza, sancendo la necessità di un approccio globale ai problemi socio-sanitari della famiglia, determinante per la promozione e la prevenzione nell’ambito della salute della donna, dell’età evolutiva, dell’adolescenza e delle relazioni di coppia e familiari. Tuttavia, nonostante la molteplicità di aiuti che i Consultori possono offrire, l’esperienza di tirocinio svolta nel Consultorio familiare di Abano Terme-Montegrotto-Torreglia ha messo in luce una criticità, ossia la netta preminenza di prese in carico tramite il Tribunale, a scapito degli accessi spontanei da parte delle famiglie, mostrando quindi conflitti tra genitori ormai cronicizzati. A partire da tale criticità, si è mossa la mia domanda di ricerca: per quale motivo il Consultorio familiare fa difficoltà ad adempiere alla sua funzione preventiva e a intercettare le famiglie prima che esploda il disagio e le situazioni siano diventate insostenibili tanto da richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria? Da cosa deriva la scarsa capacità attrattiva dei Consultori, avvalorata anche dai dati evidenziati dall’indagine condotta dal Consiglio nazionale dell’Ordine Assistenti sociali, in particolare nella Regione Veneto? La presente ricerca ha cercato pertanto di dare risposta a tali interrogativi, in particolare attraverso la somministrazione di un questionario alla popolazione avvenuta nel gennaio-febbraio 2024 e interviste semi-strutturate agli operatori del servizio. Infine, a partire dall’analisi di esperienze innovative in altri contesti territoriali, si è prospettata un’implementazione futura basata su un cambiamento di vision, incentrata in particolare sul Community work, il cui sviluppo può rappresentare una direzione per meglio intercettare le famiglie in difficoltà, prevenire il disagio familiare e renderle soggetti e protagonisti attivi, prima ancora di «beneficiari in carico».
2023
Prevention of family distress. Research on attractiveness of the family counseling center in Abano Terme - Montegrotto - Torreglia
Prevenzione
Disagio familiare
ConsultorioFamiliare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/63843