Partendo da un’introduzione storica del genocidio in Ruanda con particolare attenzione alle radici dello stato genocida e alle modalità di esecuzione, il lavoro di tesi si pone come un tentativo di ricostruzione del Ruanda post-genocidio nelle sue più profonde contradizioni, attraverso l’esame dei diversi elementi che hanno caratterizzato la transizione del paese dalla guerra alla riconciliazione. In questo contesto, primeggia la figura del presidente Paul Kagame in quanto il percorso personale e politico di Kagame si intreccia fatalmente con la tragica storia della politica etnica. Personaggio molto discusso, Kagame ancora oggi è al centro di numerose critiche, da un lato vi è chi lo considera un criminale, dall’altro, invece, c’è chi lo ritiene un eroe o addirittura un padre (ri)fondatore. Le domanda che riecheggiano sono, dunque: perché Kagame è considerato cosi controverso? Qual è la linea più o meno sottile che permette di definire Kagame come un eroe o come un tiranno? Come presidente, Kagame sostiene una politica molto ambiziosa di ricostruzione dello Stato e di “social engineering” nella quale non mira solamente a modificare le strutture economiche e di governo del Ruanda, ma anche a cambiare le identità sociali, le norme culturali e i comportamenti individuali. Emblematico in tal senso è la capitale di Kigali. Kigali con le sue strade pulite, hotel e banche, nuovi grattacieli, rappresenta il fulcro di uno dei progetti più ambiziosi di pianificazione urbana a medio-lungo termine del continente africano e non solo: il Kigali Master Plan 2040.Oggi la capitale è il simbolo della rinascita del paese, tuttavia laddove la crescita economica è accompagnata da un notevole miglioramento degli standard di vita, circa l’80% della popolazione vive nelle campagne, la maggior parte vive con meno di 2$ al giorno. Relativamente alla trasformazione economica e sociale del paese, appare fondamentale sottolineare la centralità della cooperazione internazionale allo sviluppo e del “trade connectivity”. La ricerca pone l’attenzione sugli attori che occupano un ruolo chiave in tale contesto. A tal proposito, la penetrazione cinese nel tessuto economico del Rwanda conta centinaia di segni. Gli investimenti in loco hanno superato i 200 milioni di dollari a cui si aggiungono gli 8 appena stanziati da Beijing per combattere la povertà nello stato africano. I progetti di cooperazione riguardano le infrastrutture, molti sono ancora in corso, e anche la difesa, il commercio, l'industria manifatturiera e la salute, in particolare la costruzione di ospedali. Il sostegno nella ricostruzione del paese dilaniato dalla guerra ha richiesto un’ingente impegno finanziario e una coerenza programmatica alla comunità internazionale. Gli Stati Uniti, in particolare attraverso lo USAID, a partire dal 1994 sono stati uno dei maggiori fornitori di fondi e risorse. Inoltre, l'USAID e altri donatori hanno sostenuto iniziative in materia di diritti umani in tre settori chiave per promuovere la ricostruzione nazionale: 1) l'istituzione del Tribunale internazionale per il Ruanda, 2) la ricostruzione del sistema giudiziario e 3) l'assistenza all'operazione sul campo delle Nazioni Unite per i diritti umani. In questo contesto, appare rilevante sottolineare la dibattuta “Migration and development partnership” tra il Regno Unito e il Ruanda e le relazioni attuali dell'UE con il Ruanda. Quest’ultime si concentrano principalmente sulla cooperazione allo sviluppo nei settori dell'istruzione, dello sviluppo rurale, dell'urbanizzazione sostenibile, e la governance, ma includono anche una crescente enfasi sul commercio e gli investimenti, nonché un dialogo politico regolare che copre questioni di affari interni, diritti umani .Infine ,la tesi porrà l’accento sul ruolo delle Organizzazioni non governative, anche in relazione al periodo di tirocinio svolto presso la FGVS ETS nella provincia occidentale: Gisenyi.
Il Ruanda del post-genocidio: elementi di transizione e panoramica degli attori della cooperazione internazionale
FIORELLI, FRANCESCA PRISCA
2023/2024
Abstract
Partendo da un’introduzione storica del genocidio in Ruanda con particolare attenzione alle radici dello stato genocida e alle modalità di esecuzione, il lavoro di tesi si pone come un tentativo di ricostruzione del Ruanda post-genocidio nelle sue più profonde contradizioni, attraverso l’esame dei diversi elementi che hanno caratterizzato la transizione del paese dalla guerra alla riconciliazione. In questo contesto, primeggia la figura del presidente Paul Kagame in quanto il percorso personale e politico di Kagame si intreccia fatalmente con la tragica storia della politica etnica. Personaggio molto discusso, Kagame ancora oggi è al centro di numerose critiche, da un lato vi è chi lo considera un criminale, dall’altro, invece, c’è chi lo ritiene un eroe o addirittura un padre (ri)fondatore. Le domanda che riecheggiano sono, dunque: perché Kagame è considerato cosi controverso? Qual è la linea più o meno sottile che permette di definire Kagame come un eroe o come un tiranno? Come presidente, Kagame sostiene una politica molto ambiziosa di ricostruzione dello Stato e di “social engineering” nella quale non mira solamente a modificare le strutture economiche e di governo del Ruanda, ma anche a cambiare le identità sociali, le norme culturali e i comportamenti individuali. Emblematico in tal senso è la capitale di Kigali. Kigali con le sue strade pulite, hotel e banche, nuovi grattacieli, rappresenta il fulcro di uno dei progetti più ambiziosi di pianificazione urbana a medio-lungo termine del continente africano e non solo: il Kigali Master Plan 2040.Oggi la capitale è il simbolo della rinascita del paese, tuttavia laddove la crescita economica è accompagnata da un notevole miglioramento degli standard di vita, circa l’80% della popolazione vive nelle campagne, la maggior parte vive con meno di 2$ al giorno. Relativamente alla trasformazione economica e sociale del paese, appare fondamentale sottolineare la centralità della cooperazione internazionale allo sviluppo e del “trade connectivity”. La ricerca pone l’attenzione sugli attori che occupano un ruolo chiave in tale contesto. A tal proposito, la penetrazione cinese nel tessuto economico del Rwanda conta centinaia di segni. Gli investimenti in loco hanno superato i 200 milioni di dollari a cui si aggiungono gli 8 appena stanziati da Beijing per combattere la povertà nello stato africano. I progetti di cooperazione riguardano le infrastrutture, molti sono ancora in corso, e anche la difesa, il commercio, l'industria manifatturiera e la salute, in particolare la costruzione di ospedali. Il sostegno nella ricostruzione del paese dilaniato dalla guerra ha richiesto un’ingente impegno finanziario e una coerenza programmatica alla comunità internazionale. Gli Stati Uniti, in particolare attraverso lo USAID, a partire dal 1994 sono stati uno dei maggiori fornitori di fondi e risorse. Inoltre, l'USAID e altri donatori hanno sostenuto iniziative in materia di diritti umani in tre settori chiave per promuovere la ricostruzione nazionale: 1) l'istituzione del Tribunale internazionale per il Ruanda, 2) la ricostruzione del sistema giudiziario e 3) l'assistenza all'operazione sul campo delle Nazioni Unite per i diritti umani. In questo contesto, appare rilevante sottolineare la dibattuta “Migration and development partnership” tra il Regno Unito e il Ruanda e le relazioni attuali dell'UE con il Ruanda. Quest’ultime si concentrano principalmente sulla cooperazione allo sviluppo nei settori dell'istruzione, dello sviluppo rurale, dell'urbanizzazione sostenibile, e la governance, ma includono anche una crescente enfasi sul commercio e gli investimenti, nonché un dialogo politico regolare che copre questioni di affari interni, diritti umani .Infine ,la tesi porrà l’accento sul ruolo delle Organizzazioni non governative, anche in relazione al periodo di tirocinio svolto presso la FGVS ETS nella provincia occidentale: Gisenyi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/63879