Il lavoro vede come fuoco centrale della prima parte l’esplorazione del trauma e le sue interferenze con il concetto di reale nella prospettiva psicanalitica lacaniana. Tale tema viene indagato nel proseguo nella costruzione narrativa e visiva del film Caché (Niente da Nascondere) di Michael Haneke, girato tra la Francia e l’Austria nel 2005. Il trauma nasce da una ferita inaspettata e attraverso il lungometraggio Haneke riesce a entrare nell’inconscio del protagonista dove è visibile il reale si manifesta a causa del suo vissuto traumatico. Per meglio dire, il protagonista Georges nella sua infanzia cerca in tutti i modi di cacciare dalla propria famiglia colui che considera intruso, altro, nonché Majid, adottato poiché i suoi genitori furono i domestici algerini della famiglia di Georges. Questo lo segnerà per tutta la vita ed oltre alla presenza di Majid stesso, nel film a mano a mano appaiono allucinazioni e videocassette dove si ripresenta quel reale. Il film affronta e rientra nel problema della mimesi e uno degli esempi più sofisticati è proprio quello dell’azione differita. La memoria traumatica, invece che venire integrata narrativamente nella psiche del soggetto, viene vissuta come un’immersione e una ripetizione. Questa viene affrontata da Georges nascondendola e allontanando qualsiasi tipo di responsabilità da sé. Il lavoro va a concludersi con l’analisi del concetto di senso di colpa, a livello giuridico, filosofico e morale e si arriva a mettere sotto osservazione l’adeguatezza dell’uomo col suo essere e nei confronti del dovere e del ricordo. Infatti, Haneke proietta il desiderio infantile di Georges di allontanare Majid con massacro di Parigi del 1961 dove vennero uccisi migliaia di algerini ingiustamente durante la manifestazione. La responsabilità di cui parla concerne dunque, non solo il protagonista ma anche l’intera società francese e indirettamente anche lo spettatore. Il regista fa affiorare sulla superficie dello schermo il legame tra le colpe morali del passato e quelle del presente. Caché mette a fuoco i tentativi i sopprimire la verità storica, esattamente come il protagonista fa per lungo tempo. Haneke riesce a far emergere la colpa su larga scala e l’obiettivo dell’elaborato è proprio quello di presentare riflessioni proiettando l’inconscio in una dimensione conscia e consapevole. Attraverso studi di esperti come Freud, Lacan sappiamo che dove non funziona la rimozione, è necessario un impedimento esterno che proviene dall’interno. Inoltre, che le colpe sono desideri forti appartenenti a tutti gli uomini. Lo scopo della psicoanalisi è di accompagnare i pazienti ad accettare la propria particolarità soggettiva e attraversare il proprio fantasma, di fare i conti con un reale che incalza e , una volta riconosciuti, di non farsi padroneggiare dal proprio godimento, per assumere la responsabilità del proprio desiderio.

Analisi del ''reale'' in Caché di Michael Haneke

CROSTA, MICHELA
2023/2024

Abstract

Il lavoro vede come fuoco centrale della prima parte l’esplorazione del trauma e le sue interferenze con il concetto di reale nella prospettiva psicanalitica lacaniana. Tale tema viene indagato nel proseguo nella costruzione narrativa e visiva del film Caché (Niente da Nascondere) di Michael Haneke, girato tra la Francia e l’Austria nel 2005. Il trauma nasce da una ferita inaspettata e attraverso il lungometraggio Haneke riesce a entrare nell’inconscio del protagonista dove è visibile il reale si manifesta a causa del suo vissuto traumatico. Per meglio dire, il protagonista Georges nella sua infanzia cerca in tutti i modi di cacciare dalla propria famiglia colui che considera intruso, altro, nonché Majid, adottato poiché i suoi genitori furono i domestici algerini della famiglia di Georges. Questo lo segnerà per tutta la vita ed oltre alla presenza di Majid stesso, nel film a mano a mano appaiono allucinazioni e videocassette dove si ripresenta quel reale. Il film affronta e rientra nel problema della mimesi e uno degli esempi più sofisticati è proprio quello dell’azione differita. La memoria traumatica, invece che venire integrata narrativamente nella psiche del soggetto, viene vissuta come un’immersione e una ripetizione. Questa viene affrontata da Georges nascondendola e allontanando qualsiasi tipo di responsabilità da sé. Il lavoro va a concludersi con l’analisi del concetto di senso di colpa, a livello giuridico, filosofico e morale e si arriva a mettere sotto osservazione l’adeguatezza dell’uomo col suo essere e nei confronti del dovere e del ricordo. Infatti, Haneke proietta il desiderio infantile di Georges di allontanare Majid con massacro di Parigi del 1961 dove vennero uccisi migliaia di algerini ingiustamente durante la manifestazione. La responsabilità di cui parla concerne dunque, non solo il protagonista ma anche l’intera società francese e indirettamente anche lo spettatore. Il regista fa affiorare sulla superficie dello schermo il legame tra le colpe morali del passato e quelle del presente. Caché mette a fuoco i tentativi i sopprimire la verità storica, esattamente come il protagonista fa per lungo tempo. Haneke riesce a far emergere la colpa su larga scala e l’obiettivo dell’elaborato è proprio quello di presentare riflessioni proiettando l’inconscio in una dimensione conscia e consapevole. Attraverso studi di esperti come Freud, Lacan sappiamo che dove non funziona la rimozione, è necessario un impedimento esterno che proviene dall’interno. Inoltre, che le colpe sono desideri forti appartenenti a tutti gli uomini. Lo scopo della psicoanalisi è di accompagnare i pazienti ad accettare la propria particolarità soggettiva e attraversare il proprio fantasma, di fare i conti con un reale che incalza e , una volta riconosciuti, di non farsi padroneggiare dal proprio godimento, per assumere la responsabilità del proprio desiderio.
2023
Analysis of the 'real' in Caché by Michael Haneke
Reale
Caché
Michael Haneke
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/63891