Questa tesi raccoglie l’invito, espresso dalla recente letteratura, a creare e incoraggiare un dialogo fecondo a partire dalla teoria critica e dal pensiero buddhista. Mi servo della definizione di teoria critica elaborata a partire dagli studi della Scuola di Francoforte, per la quale essa consiste in una teoria che tenda non al puro aumento di sapere e conoscenza ma all’emancipazione dell’uomo da rapporti e coercizioni che lo rendono schiavo, specie se auto-imposti. In particolare, mi concentro sul processo di istituzione-destituzione del ‘modello’, ossia l’identificazione di una rappresentazione strumentale della realtà con la realtà stessa e la critica di tale identificazione in quanto difetto cognitivo. Questa tesi muove a partire dal pensiero del filosofo mādhyamika indiano Nāgārjuna nelle Mūlamadhyamakakārikā, seguendo la sua critica alla nozione di identità propria in ambito epistemologico. Prosegue poi analizzando le conseguenze di tale critica sul piano linguistico-discorsivo, dal momento che il linguaggio, considerato strumento privilegiato di conoscenza, non è immune da questo difetto cognitivo ma ne è concausa. Infine si vedranno alcune applicazioni attraverso le quali il ‘modello’ istituito produce effetti di realtà, passando da strumento descrittivo a strumento prescrittivo. Nelle tre sezioni l’approccio seguito è sempre di attenzione all’aspetto della ‘prassi’, intesa come interdipendenza tra ‘teoria’ e ‘pratica’, ed enfatizza la necessità di dialogo e riflessioni su questi argomenti per la risoluzione di problemi a noi contemporanei.
La destituzione del 'modello'. Una proposta di dialogo, tra Nāgārjuna e Teoria Critica.
ZAUPA, MARCO
2023/2024
Abstract
Questa tesi raccoglie l’invito, espresso dalla recente letteratura, a creare e incoraggiare un dialogo fecondo a partire dalla teoria critica e dal pensiero buddhista. Mi servo della definizione di teoria critica elaborata a partire dagli studi della Scuola di Francoforte, per la quale essa consiste in una teoria che tenda non al puro aumento di sapere e conoscenza ma all’emancipazione dell’uomo da rapporti e coercizioni che lo rendono schiavo, specie se auto-imposti. In particolare, mi concentro sul processo di istituzione-destituzione del ‘modello’, ossia l’identificazione di una rappresentazione strumentale della realtà con la realtà stessa e la critica di tale identificazione in quanto difetto cognitivo. Questa tesi muove a partire dal pensiero del filosofo mādhyamika indiano Nāgārjuna nelle Mūlamadhyamakakārikā, seguendo la sua critica alla nozione di identità propria in ambito epistemologico. Prosegue poi analizzando le conseguenze di tale critica sul piano linguistico-discorsivo, dal momento che il linguaggio, considerato strumento privilegiato di conoscenza, non è immune da questo difetto cognitivo ma ne è concausa. Infine si vedranno alcune applicazioni attraverso le quali il ‘modello’ istituito produce effetti di realtà, passando da strumento descrittivo a strumento prescrittivo. Nelle tre sezioni l’approccio seguito è sempre di attenzione all’aspetto della ‘prassi’, intesa come interdipendenza tra ‘teoria’ e ‘pratica’, ed enfatizza la necessità di dialogo e riflessioni su questi argomenti per la risoluzione di problemi a noi contemporanei.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/63973