The phenomenon of technological environmental disasters often spreads unnoticed, perpetrating invisible violence. Victims cannot demonstrate the danger they are subjected to in daily life, while perpetrators act in the shadows. The spectator population is oblivious to the damage and trauma being caused. Social psychology fits into this context to bring the environmental issue to light and give space to the needs and rights of the involved communities. In particular, storytelling emerges as a crucial tool to awaken public opinion and give voice to the victims, who are overlooked by the dominant political and economic discourse. Thus, the value of cinema emerges as a means of making environmental disasters visible and conveying a narrative that comes directly from the people affected, in an effort to raise awareness, educate and inspire viewers toward critical thinking and active citizenship. In order to study the role of cinema in the representation of invisible environmental violence, the emblematic case of the steel factory “Ilva” in Taranto was considered, it was investigated through a qualitative analysis of documentaries selected in chronological order, from the early days of the steel plant to the present day.

Il fenomeno dei disastri ambientali tecnologici si diffonde spesso inosservabile, perpetrando una violenza invisibile. Le vittime non possono dimostrare il pericolo a cui sono sottoposte quotidianamente, mentre i responsabili agiscono nell'ombra. La popolazione spettatrice è ignara dei danni e dei traumi causati. La psicologia sociale si inserisce in questo contesto per portare alla luce la questione ambientale e dare spazio ai bisogni e ai diritti delle comunità coinvolte. In particolare, il racconto si propone come strumento cruciale per risvegliare l’opinione pubblica e dare voce alle vittime trascurate dal discorso politico ed economico dominante. Emerge quindi il valore del cinema come mezzo per rendere visibili i disastri ambientali e trasmettere una narrazione che proviene direttamente dalle persone coinvolte, nel tentativo di sensibilizzare, educare e ispirare gli spettatori verso un pensiero critico e una cittadinanza attiva. Per studiare il ruolo del cinema nella rappresentazione della violenza ambientale invisibile è stato considerato il caso emblematico dell’ex Ilva di Taranto, indagato tramite un’analisi qualitativa di documentari selezionati in ordine cronologico, dagli albori del polo siderurgico fino ai giorni nostri.

Rappresentare la violenza ambientale invisibile: il ruolo del cinema

MAZZA, ANIKA
2023/2024

Abstract

The phenomenon of technological environmental disasters often spreads unnoticed, perpetrating invisible violence. Victims cannot demonstrate the danger they are subjected to in daily life, while perpetrators act in the shadows. The spectator population is oblivious to the damage and trauma being caused. Social psychology fits into this context to bring the environmental issue to light and give space to the needs and rights of the involved communities. In particular, storytelling emerges as a crucial tool to awaken public opinion and give voice to the victims, who are overlooked by the dominant political and economic discourse. Thus, the value of cinema emerges as a means of making environmental disasters visible and conveying a narrative that comes directly from the people affected, in an effort to raise awareness, educate and inspire viewers toward critical thinking and active citizenship. In order to study the role of cinema in the representation of invisible environmental violence, the emblematic case of the steel factory “Ilva” in Taranto was considered, it was investigated through a qualitative analysis of documentaries selected in chronological order, from the early days of the steel plant to the present day.
2023
Representing invisible environmental violence: the role of cinema
Il fenomeno dei disastri ambientali tecnologici si diffonde spesso inosservabile, perpetrando una violenza invisibile. Le vittime non possono dimostrare il pericolo a cui sono sottoposte quotidianamente, mentre i responsabili agiscono nell'ombra. La popolazione spettatrice è ignara dei danni e dei traumi causati. La psicologia sociale si inserisce in questo contesto per portare alla luce la questione ambientale e dare spazio ai bisogni e ai diritti delle comunità coinvolte. In particolare, il racconto si propone come strumento cruciale per risvegliare l’opinione pubblica e dare voce alle vittime trascurate dal discorso politico ed economico dominante. Emerge quindi il valore del cinema come mezzo per rendere visibili i disastri ambientali e trasmettere una narrazione che proviene direttamente dalle persone coinvolte, nel tentativo di sensibilizzare, educare e ispirare gli spettatori verso un pensiero critico e una cittadinanza attiva. Per studiare il ruolo del cinema nella rappresentazione della violenza ambientale invisibile è stato considerato il caso emblematico dell’ex Ilva di Taranto, indagato tramite un’analisi qualitativa di documentari selezionati in ordine cronologico, dagli albori del polo siderurgico fino ai giorni nostri.
Violenza invisibile
Contaminazione
Disastri ambientali
Cinema
Spettatori
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/64287