L’elaborato è dedicato alla figura di Giuseppe De Logu (1898-1971) e ai suoi studi sui pittori italiani “minori” del Seicento e del Settecento. il primo capitolo riassume la sua biografia, mettendo in risalto il suo status di fervente antifascista che lo porta a un lungo periodo all’estero. L’attenzione è rivolta alla sua attività di critico d’arte per il quotidiano «La Voce Repubblicana» e per le riviste «L’Arte» ed «Emporium»; inoltre, viene spiegato il suo personale punto vista in merito al concetto di arte Barocca e di pittura di genere. Il secondo capitolo si focalizza sulla riscoperta del celebre ciclo di “pitocchi” di Giacomo Ceruti, capolavoro in precedenza appartenente alla dispersa collezione della famiglia bresciana degli Avogadro Fenaroli, ritrovato da De Logu nel castello di Padernello, nei pressi di Brescia. Il terzo capitolo si concentra sull’intenso interesse dello storico dell’arte nei confronti della natura morta, genere al quale dedica una serie di articoli e un notevole quanto dimenticato volume, frutto di decenni di ricerche e pubblicato nel 1962. In questo testo viene rivolta l’attenzione a pittori poco conosciuti come Evaristo Baschenis, Antonio Maria Vassallo, Cristoforo Munari, Bartolomeo Bimbi e Paolo Porpora. L’intento principale di De Logu è di nobilitare la pittura “profana” del XVII e del XVIII secolo, ai suoi tempi ancora deplorata da buona parte della critica accademica.
Giuseppe De Logu e la pittura italiana "minore" del XVII e XVIII secolo
MOLA, GIANLUCA GIORGIO
2023/2024
Abstract
L’elaborato è dedicato alla figura di Giuseppe De Logu (1898-1971) e ai suoi studi sui pittori italiani “minori” del Seicento e del Settecento. il primo capitolo riassume la sua biografia, mettendo in risalto il suo status di fervente antifascista che lo porta a un lungo periodo all’estero. L’attenzione è rivolta alla sua attività di critico d’arte per il quotidiano «La Voce Repubblicana» e per le riviste «L’Arte» ed «Emporium»; inoltre, viene spiegato il suo personale punto vista in merito al concetto di arte Barocca e di pittura di genere. Il secondo capitolo si focalizza sulla riscoperta del celebre ciclo di “pitocchi” di Giacomo Ceruti, capolavoro in precedenza appartenente alla dispersa collezione della famiglia bresciana degli Avogadro Fenaroli, ritrovato da De Logu nel castello di Padernello, nei pressi di Brescia. Il terzo capitolo si concentra sull’intenso interesse dello storico dell’arte nei confronti della natura morta, genere al quale dedica una serie di articoli e un notevole quanto dimenticato volume, frutto di decenni di ricerche e pubblicato nel 1962. In questo testo viene rivolta l’attenzione a pittori poco conosciuti come Evaristo Baschenis, Antonio Maria Vassallo, Cristoforo Munari, Bartolomeo Bimbi e Paolo Porpora. L’intento principale di De Logu è di nobilitare la pittura “profana” del XVII e del XVIII secolo, ai suoi tempi ancora deplorata da buona parte della critica accademica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/66694