Il diritto internazionale in materia di investimenti nacque a partire dalla seconda metà del secolo scorso come strumento di protezione e garanzia per le imprese che intendevano esportare le proprie attività. Di tale garanzia si facevano carico gli Stati di provenienza di queste imprese, coloro che quindi erano esportatori di capitali, i quali iniziarono a concludere trattati bilaterali per la promozione degli investimenti con quegli Stati che ne erano principalmente i riceventi. I primi trattati in materia di investimenti avevano difatti come unico obiettivo quello di promuovere e proteggere gli investimenti e gli investitori, e le disposizioni normative contenute nelle poche pagine di quegli accordi erano esclusivamente deputate a ciò. Col tempo, però, gli Stati hanno avvertito la necessità di adoperare un cambio di prospettiva rispetto a questo approccio, adottando una visione che non metta al centro unicamente l’investitore, quindi il soggetto privato che è il principale, se non unico, beneficiario delle norme dei trattati, ma anche lo Stato stesso in quanto entità sovrana e protettrice di interessi generali: fra questi, un ruolo preminente lo detengono le questioni relative alla tutela ambientale e alla tutela della salute pubblica. Gli Stati hanno quindi voluto che nei trattati si riconosca e si tenga maggiormente conto sia del ruolo normativo che sono necessariamente chiamati a svolgere in questi ambiti, ma anche dell’importanza che la salute e l’ambiente rivestono nella vita dei cittadini. Ciò che essi intendono affermare a questo proposito è che non si può derogare a tali tutele di carattere generale, oltretutto previste anche da vari strumenti internazionali, per rispettare degli obblighi nei confronti di un soggetto privato come sono gli investitori, né tantomeno per facilitare le attività economiche intraprese da questi. È a partire da questo cambiamento di paradigma proprio da parte di coloro che sono effettivamente le parti contraenti di tali accordi, quindi coloro che li negoziano e li sottoscrivono, che comincia un’evoluzione all’interno di questa branca del diritto internazionale. Tale evoluzione concerne per l’appunto sia la garanzia di una corretta e piena applicazione delle leggi a tutela dell’ambiente e della salute, ma soprattutto la possibilità per lo Stato di esercitare liberamente il proprio potere normativo diretto alla protezione di tali interessi pubblici, difendendosi in sede arbitrale dai ricorsi presentati dagli investitori. L’oggetto di studio della presente tesi sarà proprio il processo evolutivo che ha riguardato i trattati in materia di investimenti in merito all’inserimento di tali misure.
L'evoluzione dei trattati in materia di investimenti con riferimento alla tutela dell'ambiente e della salute
CRISCIONE, CARLO
2023/2024
Abstract
Il diritto internazionale in materia di investimenti nacque a partire dalla seconda metà del secolo scorso come strumento di protezione e garanzia per le imprese che intendevano esportare le proprie attività. Di tale garanzia si facevano carico gli Stati di provenienza di queste imprese, coloro che quindi erano esportatori di capitali, i quali iniziarono a concludere trattati bilaterali per la promozione degli investimenti con quegli Stati che ne erano principalmente i riceventi. I primi trattati in materia di investimenti avevano difatti come unico obiettivo quello di promuovere e proteggere gli investimenti e gli investitori, e le disposizioni normative contenute nelle poche pagine di quegli accordi erano esclusivamente deputate a ciò. Col tempo, però, gli Stati hanno avvertito la necessità di adoperare un cambio di prospettiva rispetto a questo approccio, adottando una visione che non metta al centro unicamente l’investitore, quindi il soggetto privato che è il principale, se non unico, beneficiario delle norme dei trattati, ma anche lo Stato stesso in quanto entità sovrana e protettrice di interessi generali: fra questi, un ruolo preminente lo detengono le questioni relative alla tutela ambientale e alla tutela della salute pubblica. Gli Stati hanno quindi voluto che nei trattati si riconosca e si tenga maggiormente conto sia del ruolo normativo che sono necessariamente chiamati a svolgere in questi ambiti, ma anche dell’importanza che la salute e l’ambiente rivestono nella vita dei cittadini. Ciò che essi intendono affermare a questo proposito è che non si può derogare a tali tutele di carattere generale, oltretutto previste anche da vari strumenti internazionali, per rispettare degli obblighi nei confronti di un soggetto privato come sono gli investitori, né tantomeno per facilitare le attività economiche intraprese da questi. È a partire da questo cambiamento di paradigma proprio da parte di coloro che sono effettivamente le parti contraenti di tali accordi, quindi coloro che li negoziano e li sottoscrivono, che comincia un’evoluzione all’interno di questa branca del diritto internazionale. Tale evoluzione concerne per l’appunto sia la garanzia di una corretta e piena applicazione delle leggi a tutela dell’ambiente e della salute, ma soprattutto la possibilità per lo Stato di esercitare liberamente il proprio potere normativo diretto alla protezione di tali interessi pubblici, difendendosi in sede arbitrale dai ricorsi presentati dagli investitori. L’oggetto di studio della presente tesi sarà proprio il processo evolutivo che ha riguardato i trattati in materia di investimenti in merito all’inserimento di tali misure.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/67915