Attracting and Retaining High-Skilled Workers in the European Union. A critical perspective.

In response to the increasing necessity for technological innovation, while facing population shortages, countries and regions worldwide have been engaged in a global battle for becoming more competitive regarding attracting and retaining global talent. The European Union, while having its eyes on increasing its level of attractiveness, opted to recast the Blue Card scheme, after the first Directive did not represent a culture of change. Through an interdisciplinary approach combining Migration Theory, Decolonial Studies, Constructivism and Critical Theory, this research investigates the intersection of policies, socio-economic factors and migrants’ integration. Utilising a mixed-methodological framework, this research intersects quantitative variables and policies, while delving into the aforementioned literature, aiming to provide empirical evidence, but also to promote a philosophical discussion on the matter. The analysis demonstrated a strong correlation between the level of social/welfare expenditure and the level of high-skilled workers’ attraction/retention, as well as the identification of good practices and challenges to be faced by the EU and how the migration political discourse tends to be strategically placed in the party manifestos. It was concluded that the more the European countries invest a percentage of their GDP on social/welfare policies and the less Government-based the immigration policies are designed, they tend to increase their level of attractiveness of high-skilled workers. However, the data available offered some limitations, but the theme must be further explored by future research after the first outcomes from the full implementation of the recast EU Blue Card Directive are available.

In risposta alla crescente necessità di innovazione tecnologica, mentre si confrontano con popolazione in diminuzione, i paesi e le regioni di tutto il mondo sono stati impegnati in una battaglia globale per diventare più competitivi nell’attrarre e trattenere i talenti globali. L’Unione Europea, pur puntando ad aumentare il proprio livello di attrattività, ha deciso di riformulare il sistema della Carta Blu, dopo che la prima Direttiva non ha portato una cultura del cambiamento. Attraverso un approccio interdisciplinare che combina Teoria della Migrazione, Studi Decoloniali, Costruttivismo e Teoria Critica, questa ricerca indaga l’intersezione tra politiche, fattori socio-economici e integrazione dei migranti. Utilizzando un quadro metodologico misto, questa ricerca interseca variabili e politiche quantitative, approfondendo la letteratura sopra citata, con l'obiettivo di fornire prove empiriche, ma anche di promuovere una discussione filosofica sulla questione. L'analisi ha dimostrato una forte correlazione tra il livello di spesa sociale/assistenziale e il livello di attrazione/mantenimento di lavoratori altamente qualificati, nonché l'identificazione di buone pratiche e sfide che l'UE deve affrontare e il modo in cui tende il discorso politico sull'immigrazione da collocare strategicamente nei manifesti dei partiti. Si è concluso che quanto più i paesi europei investono una percentuale del loro PIL in politiche sociali/assistenziali e quanto meno le politiche di immigrazione sono basate sul governo, tendono ad aumentare il loro livello di attrattività dei lavoratori altamente qualificati. Tuttavia, i dati disponibili presentano alcune limitazioni, ma il tema dovrà essere ulteriormente esplorato dalla ricerca futura dopo che saranno disponibili i primi risultati della piena implementazione della nuova Direttiva Carta Blu UE.