La tematica tecnica che sta alla base di questa tesi di laurea è la valutazione sperimentale della velocità delle acque sotterranee, in relazione agli interventi di bonifica ambientali degli acquiferi contaminati. Questo elaborato mira ad approfondire il ruolo teorico e l’importanza operativa del parametro “velocità” nel contesto di situazioni ambientali assai frequenti, che attengono esperienze di risanamento qualitativo di acquiferi sotterranei impattati dalle attività antropiche. In particolare, per la determinazione della direzione delle acque sotterranee e per la stima della velocità dello scorrimento in corrispondenza a vari sistemi acquiferi, si pongono in rassegna metodi tradizionali di valutazione e sistemi innovativi di misura delle velocità in acquifero. A partire dall’applicazione della legge di Darcy, per quanto riguarda l’applicabilità di altre tecnologie sperimentali si fa riferimento a metodi di tracciamento secondo il principio della diluizione puntuale di soluzioni saline e, come approccio innovativo, all’impiego di uno strumento specifico, denominato boroscopio colloidale. Quest’ultimo, come gli altri metodi citati è stato impiegato in più campagne di misura sperimentali dal 05/08/2024 al 06/08/2024, entro la rete di piezometri di un sito in bonifica. La zona esaminata coincide con l’ex stabilimento Lanerossi di Schio (Provincia di Vicenza), un sito industriale di considerevoli dimensioni dismesso dai primi anni 2000, nel quale a partire da oltre un decennio sono in corso interventi di risanamento. Nel caso di specie, si tratta verosimilmente di una contaminazione che risale agli anni ’70 e che attiene la presenza di solventi organo-alogenati nel sistema saturo sotterraneo. La contaminazione del sottosuolo è principalmente ascrivibile al composto Percloroetilene (PCE): essa è stata contrastata mediante una strategia di azioni correttive integrate, entro la quale più metodi e differenti tecnologie sono stati accoppiati per conseguire gli obiettivi di riqualificazione ambientale indicati alla parte Quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06. Nel sito, che ha seguito i vari stadi tecnico-amministrativi del percorso di legge dinanzi agli Enti competenti, sono state impiegate sia tecniche di messa in sicurezza che azioni di bonifica: è stata installata una barriera idraulica, (P&T: Pump and Treat), un impianto per l’estrazione di vapori (SVE: Soil Vapour Extraction), una procedura di biorisanamento accelerato (EAD: Enhanced Anaerobic Dechlorination) e, in epoca più recente, un’attenuazione naturale monitorata (MNA: Monitored Natural Attenuation), sostenuta da periodiche misure di monitoraggio atte a confermare il decorso delle concentrazioni. Lo stabilimento si estende su una superficie di oltre 30 ettari ed i solventi organo clorurati sono arrivati fino ad una profondità di oltre 100 metri dal piano campagna. I fenomeni, infatti, paiono interrompersi in corrispondenza dei terreni pre-quaternari che costituiscono il bedrock in corrispondenza alle arenarie terziarie. Il sito ha ospitato per decenni alcune produzioni tessili; gli stabilimenti sono stati attivi fino al 2005 e, attualmente, sono completamente dismessi ed in via di riqualificazione urbanistica. L’area si presenta recintata e parzialmente pavimentata in asfalto, con vaste pertinenze occupate da zone verdi. Sono presenti cinque edifici, per un totale di circa 120.000 m^2 di superficie coperta, di cui due, di dimensioni maggiori in posizione centrale, dove erano concentrate le attività produttive, magazzini e tre corpi edificati ausiliari più piccoli. Il territorio su cui insiste il sito è sostanzialmente pianeggiante. L’area è ubicata nella zona industriale del comune di Schio ed è costeggiata a sud dal torrente Timonchio.

Velocità delle acque sotterranee negli interventi di bonifica di acquiferi contaminati: stime sperimentali con metodi tradizionali e tecnologie innovative.

FIORENTINO, ETTORE
2023/2024

Abstract

La tematica tecnica che sta alla base di questa tesi di laurea è la valutazione sperimentale della velocità delle acque sotterranee, in relazione agli interventi di bonifica ambientali degli acquiferi contaminati. Questo elaborato mira ad approfondire il ruolo teorico e l’importanza operativa del parametro “velocità” nel contesto di situazioni ambientali assai frequenti, che attengono esperienze di risanamento qualitativo di acquiferi sotterranei impattati dalle attività antropiche. In particolare, per la determinazione della direzione delle acque sotterranee e per la stima della velocità dello scorrimento in corrispondenza a vari sistemi acquiferi, si pongono in rassegna metodi tradizionali di valutazione e sistemi innovativi di misura delle velocità in acquifero. A partire dall’applicazione della legge di Darcy, per quanto riguarda l’applicabilità di altre tecnologie sperimentali si fa riferimento a metodi di tracciamento secondo il principio della diluizione puntuale di soluzioni saline e, come approccio innovativo, all’impiego di uno strumento specifico, denominato boroscopio colloidale. Quest’ultimo, come gli altri metodi citati è stato impiegato in più campagne di misura sperimentali dal 05/08/2024 al 06/08/2024, entro la rete di piezometri di un sito in bonifica. La zona esaminata coincide con l’ex stabilimento Lanerossi di Schio (Provincia di Vicenza), un sito industriale di considerevoli dimensioni dismesso dai primi anni 2000, nel quale a partire da oltre un decennio sono in corso interventi di risanamento. Nel caso di specie, si tratta verosimilmente di una contaminazione che risale agli anni ’70 e che attiene la presenza di solventi organo-alogenati nel sistema saturo sotterraneo. La contaminazione del sottosuolo è principalmente ascrivibile al composto Percloroetilene (PCE): essa è stata contrastata mediante una strategia di azioni correttive integrate, entro la quale più metodi e differenti tecnologie sono stati accoppiati per conseguire gli obiettivi di riqualificazione ambientale indicati alla parte Quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06. Nel sito, che ha seguito i vari stadi tecnico-amministrativi del percorso di legge dinanzi agli Enti competenti, sono state impiegate sia tecniche di messa in sicurezza che azioni di bonifica: è stata installata una barriera idraulica, (P&T: Pump and Treat), un impianto per l’estrazione di vapori (SVE: Soil Vapour Extraction), una procedura di biorisanamento accelerato (EAD: Enhanced Anaerobic Dechlorination) e, in epoca più recente, un’attenuazione naturale monitorata (MNA: Monitored Natural Attenuation), sostenuta da periodiche misure di monitoraggio atte a confermare il decorso delle concentrazioni. Lo stabilimento si estende su una superficie di oltre 30 ettari ed i solventi organo clorurati sono arrivati fino ad una profondità di oltre 100 metri dal piano campagna. I fenomeni, infatti, paiono interrompersi in corrispondenza dei terreni pre-quaternari che costituiscono il bedrock in corrispondenza alle arenarie terziarie. Il sito ha ospitato per decenni alcune produzioni tessili; gli stabilimenti sono stati attivi fino al 2005 e, attualmente, sono completamente dismessi ed in via di riqualificazione urbanistica. L’area si presenta recintata e parzialmente pavimentata in asfalto, con vaste pertinenze occupate da zone verdi. Sono presenti cinque edifici, per un totale di circa 120.000 m^2 di superficie coperta, di cui due, di dimensioni maggiori in posizione centrale, dove erano concentrate le attività produttive, magazzini e tre corpi edificati ausiliari più piccoli. Il territorio su cui insiste il sito è sostanzialmente pianeggiante. L’area è ubicata nella zona industriale del comune di Schio ed è costeggiata a sud dal torrente Timonchio.
2023
Groundwater velocity in the remediation of contaminated aquifers: experimental estimates using traditional methods and innovative technologies.
Acquiferi
Contaminazione
Velocità
Darcy
Boroscopio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/71075