Il sito denominato Ex area Zambon in Comune di Vicenza corrisponde attualmente ad un’area industriale dismessa dal 1979 che ha visto la produzione, fin dai primi decenni del ‘900, di prodotti per uso farmaceutico. Esso si estende, nel cuore del contesto cittadino, su una superficie complessiva di circa 32.000 m2. La caratterizzazione ambientale del sito, iniziata già a partire dagli anni 90, si è sviluppata in diverse fasi che si sono susseguite nel tempo, adeguandosi al disposto normativo di riferimento che nel frattempo si è evoluto in Italia, passando dal DM471/1999 al D.Lgs. 152/2006. L’area in oggetto, in parte di proprietà del Comune di Vicenza, assume una grande rilevanza nell’ambito di un futuro progetto di rigenerazione urbana che vedrà, con ogni probabilità, la creazione di spazi verdi e ricreativi ad uso pubblico. Le indagini ambientali hanno permesso di ricostruire il modello concettuale geologico ed idrogeologico del sito, fortemente impattato dalla pregressa attività produttiva di tipo chimico. Sotto un profilo idrogeologico le indagini eseguite hanno permesso il riconoscimento di 4 tipologie di acquiferi, dal sistema freatico superficiale ai sistemi confinati profondi presenti fino a 100 metri di profondità. La contaminazione che vede presenti nel sottosuolo inquinanti organici (in particolare monoclorobenzene, benzene e triclorometano) e inorganici (metalli) ha interessato tanto il comparto insaturo che quello saturo fino al secondo acquifero confinato il cui bottom si colloca a circa 60 metri di profondità. Gli interventi di bonifica realizzati ed in fase di completamento, calibrati secondo le procedure dell’analisi del rischio, hanno visto l’applicazione di differenti metodologie di bonifica e/o messa in sicurezza tra cui il desorbimento termico (In Situ Thermal Treatment: ISTT), la degradazione chimica, l’estrazione mediante sistema Multi Phase Extraction (MPE) e successivo trattamento on site dei contaminanti in fase liquida, gassosa e separata. I risultati ottenuti, validati dai collaudi condotti in contradditorio con Arpa, confermano l’efficacia degli interventi eseguiti. Il lavoro di tesi è mirato all’approfondimento della tecnologia ISCO (In Situ Chemical Oxidation) che troverà il suo completamento nel corso del 2024. Sotto tale profilo, oltre ad una attenta disamina della nutrita reportistica esistente, sono previste attività di campo nel corso delle fasi di iniezione in falda dei reagenti chimici, attività di campionamento e di monitoraggio

BONIFICA AMBIENTALE DELL’ACQUIFERO E RIGENERAZIONE URBANISTICA DI UN SITO CONTAMINATO: IL CASO DELLA EX INDUSTRIA FARMACEUTICA ZAMBON IN COMUNE DI VICENZA

MENON, SIMONE
2023/2024

Abstract

Il sito denominato Ex area Zambon in Comune di Vicenza corrisponde attualmente ad un’area industriale dismessa dal 1979 che ha visto la produzione, fin dai primi decenni del ‘900, di prodotti per uso farmaceutico. Esso si estende, nel cuore del contesto cittadino, su una superficie complessiva di circa 32.000 m2. La caratterizzazione ambientale del sito, iniziata già a partire dagli anni 90, si è sviluppata in diverse fasi che si sono susseguite nel tempo, adeguandosi al disposto normativo di riferimento che nel frattempo si è evoluto in Italia, passando dal DM471/1999 al D.Lgs. 152/2006. L’area in oggetto, in parte di proprietà del Comune di Vicenza, assume una grande rilevanza nell’ambito di un futuro progetto di rigenerazione urbana che vedrà, con ogni probabilità, la creazione di spazi verdi e ricreativi ad uso pubblico. Le indagini ambientali hanno permesso di ricostruire il modello concettuale geologico ed idrogeologico del sito, fortemente impattato dalla pregressa attività produttiva di tipo chimico. Sotto un profilo idrogeologico le indagini eseguite hanno permesso il riconoscimento di 4 tipologie di acquiferi, dal sistema freatico superficiale ai sistemi confinati profondi presenti fino a 100 metri di profondità. La contaminazione che vede presenti nel sottosuolo inquinanti organici (in particolare monoclorobenzene, benzene e triclorometano) e inorganici (metalli) ha interessato tanto il comparto insaturo che quello saturo fino al secondo acquifero confinato il cui bottom si colloca a circa 60 metri di profondità. Gli interventi di bonifica realizzati ed in fase di completamento, calibrati secondo le procedure dell’analisi del rischio, hanno visto l’applicazione di differenti metodologie di bonifica e/o messa in sicurezza tra cui il desorbimento termico (In Situ Thermal Treatment: ISTT), la degradazione chimica, l’estrazione mediante sistema Multi Phase Extraction (MPE) e successivo trattamento on site dei contaminanti in fase liquida, gassosa e separata. I risultati ottenuti, validati dai collaudi condotti in contradditorio con Arpa, confermano l’efficacia degli interventi eseguiti. Il lavoro di tesi è mirato all’approfondimento della tecnologia ISCO (In Situ Chemical Oxidation) che troverà il suo completamento nel corso del 2024. Sotto tale profilo, oltre ad una attenta disamina della nutrita reportistica esistente, sono previste attività di campo nel corso delle fasi di iniezione in falda dei reagenti chimici, attività di campionamento e di monitoraggio
2023
ENVIRONMENTAL REMEDIATION OF THE AQUIFER AND URBAN REGENERATION OF A CONTAMINATED SITE: THE CASE OF THE FORMER ZAMBON PHARMACEUTICAL INDUSTRY IN VICENZA
Bonifica
Idrogeologia
Acquifero
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