Ritratti di donna tra filosofia e cristianesimo. L'utile come bene nel percorso etico femminile in età tardo-antica.

Within the long and sometimes troubled pursuit of happiness, that has animated Western ethical thought since its inception, the interesting concept of 'utility' emerges, understood as the good aimed at achieving the eudaimonic/soteriological goal. Far from the merely utilitarian and technological perspectives that characterize utility in contemporary times, particularly in late antiquity, there is a reevaluation of this concept in the practical-moral sphere. Based on these premises, this work aims to analyze the ethical paths of women in late antiquity, especially within Christianity. Initially, Christianity represents an opportunity for emancipation from the controlled domestic-family sphere and for subsequent affirmation in the ethical and social realm for women. However, it later becomes a protagonist in the return to the misogynistic practices and values that animated both pagan and Jewish societies. In sacred and philosophical texts, which from a certain perspective are the product of a male-dominated society, the profiles of some female figures are sought in order to understand what might be useful for them to be called happy, virtuous, or even saints. By doing so, on one hand, we will recover portraits of women capable of carving out a space for action and self-determination, and on the other hand, we will examine how femininity has been gradually re-framed into the traditionally attributed functions.

All’interno della lunga e talvolta sofferta ricerca della felicità, che anima fin dagli albori il pensiero etico occidentale, emerge l'interessante concetto dell' 'utile', inteso come bene volto al raggiungimento dello scopo eudemonico/soteriologico. Lontano dalle prospettive meramente utilitaristiche e tecnologiche che contraddistinguono l’utilità in epoca contemporanea, in particolare nella tarda antichità avviene una rivalutazione di tale concetto in ambito pratico-morale. A partire da queste premesse l’elaborato mira ad analizzare i percorsi etici femminili nella tarda antichità, soprattutto cristiana. Se inizialmente il cristianesimo costituisce un’occasione di emancipazione dal controllato ambito domestico-familiare e di conseguente affermazione in ambito etico e sociale per le donne, successivamente si rende protagonista di un ritorno alla prassi e ai valori misogini che animavano tanto la società pagana quanto quella giudaica. Nei testi sacri e filosofici, che sotto un certo punto di vista sono il prodotto di una società declinata al maschile, si ricerca, pertanto, il profilo di alcune figure femminili al fine di capire cosa possa essere loro utile per esser dette felici, virtuose o addirittura sante. Così facendo da un lato recupereremo ritratti di donne capaci di ritagliarsi uno spazio d'azione e di autodeterminazione, dall'altro esamineremo come il femminile sia stato gradualmente reinquadrato nelle funzioni tradizionalmente attribuitegli.