L'irritabilità è stata descritta come un'elevata propensione alla rabbia, una tendenza a reagire in modo impulsivo, aggressivo o avverso anche al minimo disaccordo, fastidio o frustrazione (Deveney et al., 2013; Leibenluft, 2011; Leibenluft & Stoddard, 2013). L'Affective Reactivity Index (ARI; Stringaris et al., 2012) è uno dei pochi strumenti, ad oggi disponibile, per rilevare l'irritabilità durante l'infanzia e l'adolescenza (età compresa tra i 6 e i 17 anni). La scala, disponibile nella versione self-report e parent-report è costituita da 7 item su scala Likert a 3 punti. Il punteggio di irritabilità è ottenuto dalla somma dei punteggi dei primi 6 item. Nonostante a livello clinico ne venga riconosciuta la potenziale utilità pochi studi hanno indagato le proprietà psicometriche dello strumento e, in particolare, i dati sulla versione italiana sono riconducibili ad un unico studio (i.e., Grassi et al., 2023). Di conseguenza l'obiettivo di questa tesi è quello di contribuire allo studio delle proprietà psicometriche dell'ARI attraverso lo studio della struttura fattoriale in un campione di adolescenti italiani. Lo studio ha coinvolto 152 partecipanti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni (età media = 12.70, SD = .38; femmine= 48.68 % femmine). A livello descrittivo, sono state calcolate le principali statistiche descrittive ed è stata analizzata la distribuzione delle risposte. Per valutare la struttura fattoriale dello strumento sono state eseguite 2 analisi fattoriali confermative (CFA) per variabili ordinali che hanno considerato 6 e 7 item. Per valutare l’affidabilità, sono stati calcolati l’alpha di Cronbach e il coefficiente Omega sul modello CFA. La maggior parte degli item ha riportato una distribuzione asimmetrica positiva. Per entrambi i modelli, l’analisi fattoriale, nel complesso, ha evidenziato indici di fit insoddisfacenti. In linea con i risultati emersi dalla letteratura (De Sousa et al., 2013; Grassi et al., 2023; Mulraney et al., 2014; Stringaris et al., 2012), gli indici di consistenza interna sono risultati buoni per entrambi i modelli. Nel complesso i risultati suggeriscono la necessità di ulteriori approfondimenti nella popolazione italiana, sebbene vadano considerati con cautela alla luce della bassa numerosità campionaria e delle caratteristiche del campione considerato nello studio (e.g., campione normativo).
Analisi fattoriale confermativa dell'Affective Reactivity Index (ARI): Uno studio su un campione di adolescenti italiani
PALAZZINI, ANNA
2023/2024
Abstract
L'irritabilità è stata descritta come un'elevata propensione alla rabbia, una tendenza a reagire in modo impulsivo, aggressivo o avverso anche al minimo disaccordo, fastidio o frustrazione (Deveney et al., 2013; Leibenluft, 2011; Leibenluft & Stoddard, 2013). L'Affective Reactivity Index (ARI; Stringaris et al., 2012) è uno dei pochi strumenti, ad oggi disponibile, per rilevare l'irritabilità durante l'infanzia e l'adolescenza (età compresa tra i 6 e i 17 anni). La scala, disponibile nella versione self-report e parent-report è costituita da 7 item su scala Likert a 3 punti. Il punteggio di irritabilità è ottenuto dalla somma dei punteggi dei primi 6 item. Nonostante a livello clinico ne venga riconosciuta la potenziale utilità pochi studi hanno indagato le proprietà psicometriche dello strumento e, in particolare, i dati sulla versione italiana sono riconducibili ad un unico studio (i.e., Grassi et al., 2023). Di conseguenza l'obiettivo di questa tesi è quello di contribuire allo studio delle proprietà psicometriche dell'ARI attraverso lo studio della struttura fattoriale in un campione di adolescenti italiani. Lo studio ha coinvolto 152 partecipanti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni (età media = 12.70, SD = .38; femmine= 48.68 % femmine). A livello descrittivo, sono state calcolate le principali statistiche descrittive ed è stata analizzata la distribuzione delle risposte. Per valutare la struttura fattoriale dello strumento sono state eseguite 2 analisi fattoriali confermative (CFA) per variabili ordinali che hanno considerato 6 e 7 item. Per valutare l’affidabilità, sono stati calcolati l’alpha di Cronbach e il coefficiente Omega sul modello CFA. La maggior parte degli item ha riportato una distribuzione asimmetrica positiva. Per entrambi i modelli, l’analisi fattoriale, nel complesso, ha evidenziato indici di fit insoddisfacenti. In linea con i risultati emersi dalla letteratura (De Sousa et al., 2013; Grassi et al., 2023; Mulraney et al., 2014; Stringaris et al., 2012), gli indici di consistenza interna sono risultati buoni per entrambi i modelli. Nel complesso i risultati suggeriscono la necessità di ulteriori approfondimenti nella popolazione italiana, sebbene vadano considerati con cautela alla luce della bassa numerosità campionaria e delle caratteristiche del campione considerato nello studio (e.g., campione normativo).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/74054