Introduzione: Il deficit di coerenza centrale è un bias dell’elaborazione globale-locale, tipico delle persone affetta da anoressia nervosa (AN), che porta a privilegiare i dettagli a scapito della visione d’insieme. Attualmente, l’indice di coerenza centrale (ICC) viene principalmente valutato con il test della Figura Complessa di Rey-Osterrieth (ROCF) che, oltre al punteggio di accuratezza, consente il calcolo della coerenza centrale. Sarebbe importante poter disporre di versioni parallele dello stesso test che possano essere impiegate intercambiabilmente. Lo scopo di questo studio è quello di esplorare l’ICC nel test della Figura Complessa di Taylor Modificata (MTCF) in un gruppo di persone tratte dalla popolazione generale, valutando le similarità con il ROCF e le possibili applicazioni nelle pazienti con diagnosi di AN. Metodologia: Hanno partecipato allo studio 20 soggetti di controllo e 20 pazienti con AN (DSM-5), tutte donne di età compresa tra i 14 e i 40 anni. Entrambi i gruppi hanno svolto le due figure complesse a distanza di almeno 3 settimane. Tutti i partecipanti hanno inoltre svolto una serie di test volti a valutare le abilità visuo-spaziali. Risultati: Dall’analisi del gruppo tratto dalla popolazione generale, i due test appaiono sovrapponibili come difficoltà, in particolare non si osservano differenze significative ai punteggi di accuratezza della copia (Z=-1,85 p>0,05 ns ), ICC della copia (Z=-0,89 p>0,05 ns), alla prova di memoria (Z=-0,87 p>0,05 ns), all’ICC della memoria (Z=-1,14 p>0,05 ns) e anche ai sottopunteggi dell’ICC ovvero order index (copia: Z=-0,35 p>0,05 ns ; memoria: Z=-0,26 p>0,05 ns) e style index (copia: Z=-0,39 p>0,05 ns). Anche il tempo per la riproduzione di memoria (Z=-0,72 p>0,05 ns) appare sovrapponibile. Se guardiamo al gruppo di pazienti, invece, i due test appaiono sovrapponibili nella copia (Z=-1,38 p>0,05 ns), nella memoria (Z=-1,10 p>0,05 ns), nell’ICC di memoria (Z=-1,40 4 p>0,05 ns) e nel sottopunteggio di order index (memoria: Z=-0,78 p>0,05 ns). Per quanto riguarda le relazioni tra gli indici, emerge nei controlli una correlazione significativa tra la memoria del ROCF e la memoria del MTCF (r=0,612 p=0,004), tra l’ICC di copia del MTCF e la copia del ROCF (r=0,444 p=0,05) e tra ICC di copia della MTCF e la memoria del ROCF (r=0,445 p=0,05). Nelle pazienti si riscontra invece una correlazione significativa tra l’ICC di memoria del ROCF e l’ICC di memoria del MTCF (r=0,453 p=0,045). Non si rilevano differenze significative nelle prestazioni tra i due gruppi. Conclusioni: L’MTCF risulta essere un buon candidato come figura equivalente al ROCF non solo per le misure di accuratezza, ma anche per la costruzione di un indice di coerenza centrale. In particolare, il metodo di calcolo dell’ICC esplorato in questo studio, se ulteriormente sviluppato, potrebbe rendere la figura potenzialmente utilizzabile nella pratica clinica come strumento intercambiabile al ROCF e impiegabile nelle valutazioni in longitudinale. Il deficit di coerenza centrale è uno degli aspetti principali del profilo neuropsicologico dell’AN e viene concettualizzato come fattore di vulnerabilità e di mantenimento del disturbo. Si ritiene pertanto utile il perfezionamento di strumenti che possano valutarlo e, di conseguenza, l’implementazione di interventi che lo considerino come target di trattamento.
Indice di Coerenza Centrale nella Figura Complessa di Taylor Modificata: Esplorazione dei Metodi di Calcolo in un Gruppo di Controllo e Possibili Applicazioni nell’Anoressia Nervosa
GENTILI, SOFIA
2023/2024
Abstract
Introduzione: Il deficit di coerenza centrale è un bias dell’elaborazione globale-locale, tipico delle persone affetta da anoressia nervosa (AN), che porta a privilegiare i dettagli a scapito della visione d’insieme. Attualmente, l’indice di coerenza centrale (ICC) viene principalmente valutato con il test della Figura Complessa di Rey-Osterrieth (ROCF) che, oltre al punteggio di accuratezza, consente il calcolo della coerenza centrale. Sarebbe importante poter disporre di versioni parallele dello stesso test che possano essere impiegate intercambiabilmente. Lo scopo di questo studio è quello di esplorare l’ICC nel test della Figura Complessa di Taylor Modificata (MTCF) in un gruppo di persone tratte dalla popolazione generale, valutando le similarità con il ROCF e le possibili applicazioni nelle pazienti con diagnosi di AN. Metodologia: Hanno partecipato allo studio 20 soggetti di controllo e 20 pazienti con AN (DSM-5), tutte donne di età compresa tra i 14 e i 40 anni. Entrambi i gruppi hanno svolto le due figure complesse a distanza di almeno 3 settimane. Tutti i partecipanti hanno inoltre svolto una serie di test volti a valutare le abilità visuo-spaziali. Risultati: Dall’analisi del gruppo tratto dalla popolazione generale, i due test appaiono sovrapponibili come difficoltà, in particolare non si osservano differenze significative ai punteggi di accuratezza della copia (Z=-1,85 p>0,05 ns ), ICC della copia (Z=-0,89 p>0,05 ns), alla prova di memoria (Z=-0,87 p>0,05 ns), all’ICC della memoria (Z=-1,14 p>0,05 ns) e anche ai sottopunteggi dell’ICC ovvero order index (copia: Z=-0,35 p>0,05 ns ; memoria: Z=-0,26 p>0,05 ns) e style index (copia: Z=-0,39 p>0,05 ns). Anche il tempo per la riproduzione di memoria (Z=-0,72 p>0,05 ns) appare sovrapponibile. Se guardiamo al gruppo di pazienti, invece, i due test appaiono sovrapponibili nella copia (Z=-1,38 p>0,05 ns), nella memoria (Z=-1,10 p>0,05 ns), nell’ICC di memoria (Z=-1,40 4 p>0,05 ns) e nel sottopunteggio di order index (memoria: Z=-0,78 p>0,05 ns). Per quanto riguarda le relazioni tra gli indici, emerge nei controlli una correlazione significativa tra la memoria del ROCF e la memoria del MTCF (r=0,612 p=0,004), tra l’ICC di copia del MTCF e la copia del ROCF (r=0,444 p=0,05) e tra ICC di copia della MTCF e la memoria del ROCF (r=0,445 p=0,05). Nelle pazienti si riscontra invece una correlazione significativa tra l’ICC di memoria del ROCF e l’ICC di memoria del MTCF (r=0,453 p=0,045). Non si rilevano differenze significative nelle prestazioni tra i due gruppi. Conclusioni: L’MTCF risulta essere un buon candidato come figura equivalente al ROCF non solo per le misure di accuratezza, ma anche per la costruzione di un indice di coerenza centrale. In particolare, il metodo di calcolo dell’ICC esplorato in questo studio, se ulteriormente sviluppato, potrebbe rendere la figura potenzialmente utilizzabile nella pratica clinica come strumento intercambiabile al ROCF e impiegabile nelle valutazioni in longitudinale. Il deficit di coerenza centrale è uno degli aspetti principali del profilo neuropsicologico dell’AN e viene concettualizzato come fattore di vulnerabilità e di mantenimento del disturbo. Si ritiene pertanto utile il perfezionamento di strumenti che possano valutarlo e, di conseguenza, l’implementazione di interventi che lo considerino come target di trattamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/75116