La relazione genitore-bambino inizia a porre le sue fondamenta in epoca prenatale, come dimostra l’instaurarsi dell’attaccamento materno-fetale, il quale rappresenta un investimento emotivo in crescita tra la diade e costituente parte integrante del percorso di transizione alla genitorialità. In quanto prima espressione di una relazione diadica già in atto, esso esercita un ruolo rilevante per il processo di adattamento al ruolo genitoriale, nonché per la traiettoria evolutiva del bambino. Ne consegue, dunque, l’importanza di acquisire consapevolezza in merito alla sua centralità e di interrogarsi sui fattori che lo influenzano, considerandone anche gli esiti postnatali. Per tali ragioni, il presente elaborato esordisce illustrando la definizione, le caratteristiche e la valutazione dell’attaccamento al feto ed esplorando i possibili fattori ad esso associati appartenenti a tre macro-aree, ovvero la vulnerabilità psicologica materna, il supporto sociale, in particolare del partner, e la comunicazione materno-fetale. Più specificatamente si focalizza sulla paura del parto, sull’adattamento diadico e sulla consapevolezza materna dei movimenti fetali ed è a questi tre costrutti che si riferisce la prima ipotesi di ricerca, volta ad indagare se tali fattori, valutati durante la gravidanza, possano influenzare la costruzione del legame tra la madre e il nascituro. Nella seconda parte viene, invece, affrontato il tema della genitorialità e del processo di transizione ad essa: in un’ottica di continuum, si descrive la matrice delle cure ricevute, il parenting prenatale e l’emergere del sistema di caregiving. A partire da quest’ultimo aspetto si delinea la seconda ipotesi che si pone di indagare se il legame materno-fetale possa predire la predisposizione alla cura dell’altro. Si riflette, inoltre, sulle condizioni di benessere che accompagnano l’esercizio della funzione di cura con un focus sullo stress genitoriale. A tale riguardo si giunge al terzo e ultimo obiettivo di ricerca, il quale mira ad esplorare se il bonding antenatale possa incidere sull’adeguatezza delle risorse con cui i genitori svolgono la loro funzione di caregiving, ipotizzando che il livello di attaccamento al feto possa predire il grado di stress genitoriale a quattro mesi dal parto, agendo come fattore di rischio o di protezione. In conclusione, si procede con la discussione dei risultati ottenuti e, infine, si analizzano i limiti e i punti di forza della ricerca.
L’attaccamento materno-fetale: fattori antenatali associati ed esiti sulla genitorialità a quattro mesi dal parto
CANTERI, ANGELICA
2023/2024
Abstract
La relazione genitore-bambino inizia a porre le sue fondamenta in epoca prenatale, come dimostra l’instaurarsi dell’attaccamento materno-fetale, il quale rappresenta un investimento emotivo in crescita tra la diade e costituente parte integrante del percorso di transizione alla genitorialità. In quanto prima espressione di una relazione diadica già in atto, esso esercita un ruolo rilevante per il processo di adattamento al ruolo genitoriale, nonché per la traiettoria evolutiva del bambino. Ne consegue, dunque, l’importanza di acquisire consapevolezza in merito alla sua centralità e di interrogarsi sui fattori che lo influenzano, considerandone anche gli esiti postnatali. Per tali ragioni, il presente elaborato esordisce illustrando la definizione, le caratteristiche e la valutazione dell’attaccamento al feto ed esplorando i possibili fattori ad esso associati appartenenti a tre macro-aree, ovvero la vulnerabilità psicologica materna, il supporto sociale, in particolare del partner, e la comunicazione materno-fetale. Più specificatamente si focalizza sulla paura del parto, sull’adattamento diadico e sulla consapevolezza materna dei movimenti fetali ed è a questi tre costrutti che si riferisce la prima ipotesi di ricerca, volta ad indagare se tali fattori, valutati durante la gravidanza, possano influenzare la costruzione del legame tra la madre e il nascituro. Nella seconda parte viene, invece, affrontato il tema della genitorialità e del processo di transizione ad essa: in un’ottica di continuum, si descrive la matrice delle cure ricevute, il parenting prenatale e l’emergere del sistema di caregiving. A partire da quest’ultimo aspetto si delinea la seconda ipotesi che si pone di indagare se il legame materno-fetale possa predire la predisposizione alla cura dell’altro. Si riflette, inoltre, sulle condizioni di benessere che accompagnano l’esercizio della funzione di cura con un focus sullo stress genitoriale. A tale riguardo si giunge al terzo e ultimo obiettivo di ricerca, il quale mira ad esplorare se il bonding antenatale possa incidere sull’adeguatezza delle risorse con cui i genitori svolgono la loro funzione di caregiving, ipotizzando che il livello di attaccamento al feto possa predire il grado di stress genitoriale a quattro mesi dal parto, agendo come fattore di rischio o di protezione. In conclusione, si procede con la discussione dei risultati ottenuti e, infine, si analizzano i limiti e i punti di forza della ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/75190