La memoria di lavoro (MdL), meccanismo cognitivo che consente di mantenere ed elaborare simultaneamente informazioni, ricopre un ruolo centrale nella cognizione complessa e nella vita quotidiana, determinando l’efficacia delle nostre abilità di ragionamento, comprensione del testo e apprendimento di percorsi. Data la sua importanza, unita alle numerose evidenze di quanto essa sia sensibile all’invecchiamento, sempre maggiore è l’attenzione volta a sviluppare interventi che ne contrastino il declino, al fine di supportare il funzionamento cognitivo della persona anziana. Sebbene i training di MdL sembrino uno strumento promettente per favorire un invecchiamento attivo, la loro efficacia, soprattutto quando hanno come target la MdL visuo-spaziale (MdLVS) e in termini di generalizzazione dei benefici a prove non direttamente allenate, è ancora oggetto di dibattito. Nello specifico, uno dei maggiori limiti caratterizzanti i training di MdLVS risulta essere l’utilizzo di compiti che presentano stimoli e richieste spesso percepiti come poco familiari dall’anziano. Pertanto, il training discusso in questo elaborato coinvolge la MdLVS e utilizza compiti più interattivi e immersivi per promuovere benefici, mantenendo contemporaneamente un elevato livello di motivazione e interesse. Lo scopo di questo studio è stato quello di andare ad approfondire, in un campione di giovani-anziani con invecchiamento sano, se un training di MdLVS che combini l’allenamento con compiti che richiedono di muoversi in un ambiente controllato e compiti presentati in una modalità più classica, ovvero su tablet, possa promuovere benefici specifici (in compiti di MdLVS simili a quelli direttamente allenati) ed effetti di trasferimento ad abilità visuo-spaziali non direttamente allenate, come le abilità di rotazione mentale e di assunzione di prospettiva. Ci si aspettava che, rispetto ad una condizione di controllo attivo, i partecipanti coinvolti nel training ottenessero benefici non solo in prove simili a quelle allenate o che coinvolgessero processi di MdLVS, ma anche in prove richiedenti abilità visuo-spaziali che implicano processi di MdLVS.
Allenare la memoria visuo-spaziale nell’anziano combinando compiti presentati su tablet e più immersivi: quali benefici?
MAGNANI, ARIANNA
2023/2024
Abstract
La memoria di lavoro (MdL), meccanismo cognitivo che consente di mantenere ed elaborare simultaneamente informazioni, ricopre un ruolo centrale nella cognizione complessa e nella vita quotidiana, determinando l’efficacia delle nostre abilità di ragionamento, comprensione del testo e apprendimento di percorsi. Data la sua importanza, unita alle numerose evidenze di quanto essa sia sensibile all’invecchiamento, sempre maggiore è l’attenzione volta a sviluppare interventi che ne contrastino il declino, al fine di supportare il funzionamento cognitivo della persona anziana. Sebbene i training di MdL sembrino uno strumento promettente per favorire un invecchiamento attivo, la loro efficacia, soprattutto quando hanno come target la MdL visuo-spaziale (MdLVS) e in termini di generalizzazione dei benefici a prove non direttamente allenate, è ancora oggetto di dibattito. Nello specifico, uno dei maggiori limiti caratterizzanti i training di MdLVS risulta essere l’utilizzo di compiti che presentano stimoli e richieste spesso percepiti come poco familiari dall’anziano. Pertanto, il training discusso in questo elaborato coinvolge la MdLVS e utilizza compiti più interattivi e immersivi per promuovere benefici, mantenendo contemporaneamente un elevato livello di motivazione e interesse. Lo scopo di questo studio è stato quello di andare ad approfondire, in un campione di giovani-anziani con invecchiamento sano, se un training di MdLVS che combini l’allenamento con compiti che richiedono di muoversi in un ambiente controllato e compiti presentati in una modalità più classica, ovvero su tablet, possa promuovere benefici specifici (in compiti di MdLVS simili a quelli direttamente allenati) ed effetti di trasferimento ad abilità visuo-spaziali non direttamente allenate, come le abilità di rotazione mentale e di assunzione di prospettiva. Ci si aspettava che, rispetto ad una condizione di controllo attivo, i partecipanti coinvolti nel training ottenessero benefici non solo in prove simili a quelle allenate o che coinvolgessero processi di MdLVS, ma anche in prove richiedenti abilità visuo-spaziali che implicano processi di MdLVS.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/75378