Introduzione di Integrated Palliative care Outcome Scale (IPOS) nell’assistenza domiciliare dell’AULSS 6 Euganea: dalla valutazione multidimensionale dei bisogni di Cure Palliative alla pianificazione individualizzata degli interventi.

Introduzione. L’IPOS è uno strumento validato che misura in modo multidimensionale i bisogni fisici, psicologici, sociali e spirituali del paziente: può contribuire ad una definizione personalizzata del piano degli interventi, consente inoltre di monitorare nel tempo l’andamento dei sintomi e l’efficacia del progetto di cura. Scopo dello studio: il presente studio ha come scopo l’introduzione di IPOS all’avvio di progetti di assistenza domiciliare di Cure Palliative nell’AULSS 6 Euganea per una esaustiva valutazione dei bisogni e una puntuale definizione del piano di assistenza individualizzato. Materiali e metodi. Sono stati coinvolti i nuovi pazienti presi in carico nel periodo dal 01/06/2024 al 31/08/2024 afferenti ad un Medico Palliativista del Nucleo di Cure Palliative del Distretto 1 Padova Bacchiglione dell’AULSS 6 Euganea, ai quali è stato somministrato IPOS versione paziente o staff al tempo T0 corrispondente alla prima visita; in alcuni casi dallo stesso Medico è stato risomministrato al tempo T1 alla prima rivalutazione domiciliare. Analisi dei risultati e discussione. Sono stati coinvolti nello studio 26 pazienti (89% con patologia oncologica e 11% con patologia non oncologica) per un totale di 35 IPOS raccolti. A 9 assistiti è stato somministrato IPOS al tempo T1, riscontrando una variazione del punteggio complessivo in relazione alla variazione della Phase of illness e dell’AKPS. Dei 26 pazienti, 13 sono deceduti senza che fosse somministrato IPOS al tempo T1 e l’evento morte per 8 pazienti è avvenuto dopo soli 3 giorni dalla prima valutazione. Ai pazienti attualmente in vita ai quali non è stato ripetuto IPOS al tempo T1 presentano una condizione di stabilità clinica con monitoraggio da remoto da parte del Medico palliativista. Conclusioni. L’implementazione di IPOS nella pratica clinica facilita un’assistenza centrata sulla persona mettendo in luce e monitorando tutti gli aspetti della sofferenza e facilitando la comunicazione tra il paziente e i sanitari e all’interno della stessa equipe.