La cardiopatia congenita (CHD) è il disturbo cardiaco più comune in gravidanza nel mondo occidentale (circa l'80%). A causa dei miglioramenti negli interventi chirurgici, più donne con CHD sopravvivono fino all'età adulta e scelgono di rimanere incinte. La consulenza preconcezionale e la gestione prenatale delle CHD sono strategie fondamentali per prevenire le complicanze materne e fetali e per condividere con la coppia importanti informazioni, come per esempio: la possibilità che il bambino erediti una lesione cardiaca simile, i rischi per la madre e la prognosi a lungo termine. Infatti la gravidanza induce marcati cambiamenti fisiologici nel sistema cardiovascolare che possono precipitare complicazioni cardiache. Presso l’Ospedale di Padova sono state seguite, da un team multidisciplinare, 92 gravidanze affette da cardiopatia congenita. Si è creato un database Excel in cui sono state inserite diverse variabili. Nello specifico: variabili demografiche (età in gravidanza, PARA), variabili di outcome materno (classe NYHA, esito della gravidanza, complicanza del parto o del puerperio) variabili di outcome fetale (complicanze neonatali, indice di APGAR, pH cordonale), il tutto diviso in base alla specifica cardiopatia congenita materna. L’elaborazione dei dati ha dimostrato come l’outcome materno/fetale non sia stato modificato dalla cardiopatia materna. Inoltre, ha dimostrato anche come la gravidanza non abbia funzionalmente peggiorato la cardiopatia. Questo probabilmente è correlato ad un meticoloso counselling pre concezionale. Nello specifico, le donne con shunt sinistro/ destro, lesioni rigurgitanti e la maggior parte delle CHD corrette sono a minor rischio e possono essere gestite in maniera più dilazionata. La CHD complessa, come per esempio il ventricolo destro sistemico, richiede una gestione specifica in un centro terziario. Quelle donne infine con gravi lesioni stenotiche, come l’ipertensione dell'arteria polmonare o la sindrome di Eisenmenger, donne sottoposte a intervento di palliazione secondo Fontan, dovrebbero evitare la gravidanza e ricevere una contraccezione efficace. In caso di gravidanza queste ultime dovrebbero essere seguite in maniera molto stressa presso un centro di III livello da un team multidisciplinare di esperti.

Outcome materno e perinatale nelle gravidanze di pazienti con cardiopatia congenita complessa

BIGHELLI, GIULIA
2022/2023

Abstract

La cardiopatia congenita (CHD) è il disturbo cardiaco più comune in gravidanza nel mondo occidentale (circa l'80%). A causa dei miglioramenti negli interventi chirurgici, più donne con CHD sopravvivono fino all'età adulta e scelgono di rimanere incinte. La consulenza preconcezionale e la gestione prenatale delle CHD sono strategie fondamentali per prevenire le complicanze materne e fetali e per condividere con la coppia importanti informazioni, come per esempio: la possibilità che il bambino erediti una lesione cardiaca simile, i rischi per la madre e la prognosi a lungo termine. Infatti la gravidanza induce marcati cambiamenti fisiologici nel sistema cardiovascolare che possono precipitare complicazioni cardiache. Presso l’Ospedale di Padova sono state seguite, da un team multidisciplinare, 92 gravidanze affette da cardiopatia congenita. Si è creato un database Excel in cui sono state inserite diverse variabili. Nello specifico: variabili demografiche (età in gravidanza, PARA), variabili di outcome materno (classe NYHA, esito della gravidanza, complicanza del parto o del puerperio) variabili di outcome fetale (complicanze neonatali, indice di APGAR, pH cordonale), il tutto diviso in base alla specifica cardiopatia congenita materna. L’elaborazione dei dati ha dimostrato come l’outcome materno/fetale non sia stato modificato dalla cardiopatia materna. Inoltre, ha dimostrato anche come la gravidanza non abbia funzionalmente peggiorato la cardiopatia. Questo probabilmente è correlato ad un meticoloso counselling pre concezionale. Nello specifico, le donne con shunt sinistro/ destro, lesioni rigurgitanti e la maggior parte delle CHD corrette sono a minor rischio e possono essere gestite in maniera più dilazionata. La CHD complessa, come per esempio il ventricolo destro sistemico, richiede una gestione specifica in un centro terziario. Quelle donne infine con gravi lesioni stenotiche, come l’ipertensione dell'arteria polmonare o la sindrome di Eisenmenger, donne sottoposte a intervento di palliazione secondo Fontan, dovrebbero evitare la gravidanza e ricevere una contraccezione efficace. In caso di gravidanza queste ultime dovrebbero essere seguite in maniera molto stressa presso un centro di III livello da un team multidisciplinare di esperti.
2022
Maternal and perinatal outcomes of pregnancies in patients with complex congenital heart disease
gravidanza
cardiopatia
congenita
outocome
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/76226