La risonanza magnetica come strumento diagnostico complementare all’ecocardiografia fetale nella diagnosi prenatale: dati preliminari dell’Università di Padova.

Background: Echocardiography remains the gold standard for prenatal diagnosis of congenital heart disease (CHD) due to its accessibility, safety, and reproducibility. However, in cases where echocardiography alone is inconclusive, fetal cardiac magnetic resonance imaging (MRI) is increasingly used as a complementary diagnostic tool. Aim of the study: The aim of this study is to assess the actual usefulness and feasibility of using fetal cardiac MRI as an additional diagnostic support to echocardiography in evaluating fetal congenital heart diseases. By comparing the diagnostic capabilities of both methods, we aim to identify the added value that MRI can provide, offering further anatomical details and improving counseling with families. Materials and Methods: We recruited pregnant women between July 2023 and October 2024, referred to our Department of Women's and Children's Health in Padua for suspected fetal heart defects. The study involved a total of 16 patients in whom echocardiography did not yield a complete diagnosis. The analysis focused particularly on left heart pathologies and vascular rings, with specific attention to the anatomy of the aortic arch and supra-aortic branches. Patients underwent fetal cardiac MRI during the third trimester of pregnancy using a 1.5 Tesla scanner. The data obtained were compared with the results of neonatal echocardiographic examinations. Conclusion: Fetal cardiac MRI is a useful tool in prenatal diagnosis and can provide significant information for both diagnosis and, especially, for pregnancy and delivery management, serving as a complementary tool to echocardiography in the diagnostic process. However, further studies and technological integration are needed to enable this tool to become part of routine clinical practice.

Background: L’ecocardiografia rappresenta ancora oggi il gold standard per la diagnosi prenatale delle cardiopatie congenite (CHD), grazie alla sua accessibilità, sicurezza e riproducibilità. Tuttavia, nei casi in cui l'ecocardiografia da sola non risulti dirimente, la risonanza magnetica (RM) cardiaca fetale viene sempre più utilizzata come strumento diagnostico complementare. Obiettivo dello studio: L'obiettivo di questo studio è valutare l'effettiva utilità e fattibilità dell'impiego della RM cardiaca fetale come supporto diagnostico integrativo all'ecocardiografia nella valutazione delle cardiopatie congenite fetali. Confrontando le capacità diagnostiche di entrambe le metodologie, miriamo a identificare il valore aggiunto che la risonanza magnetica può offrire, fornendo ulteriori dettagli anatomici e migliorando il counseling con le famiglie. Materiali e Metodi: Abbiamo reclutato donne in gravidanza tra luglio 2023 e ottobre 2024, inviate al nostro Dipartimento della Donna e del Bambino di Padova per sospetta cardiopatia fetale. Lo studio ha coinvolto un totale di 16 pazienti in cui l’ecocardiografia non ha fornito una diagnosi completa. In particolare, l’analisi si è concentrata sulle patologie del cuore sinistro e sugli anelli vascolari, con un focus specifico sull’anatomia dell’arco aortico e dei rami sopra-aortici. Le pazienti sono state sottoposte a RM cardiaca fetale durante il terzo trimestre di gravidanza, utilizzando uno scanner da 1,5 Tesla. I dati ottenuti sono stati confrontati con i risultati degli esami ecocardiografici neonatali. Conclusione: La RM cardiaca fetale è uno strumento utile nella diagnosi prenatale e può fornire informazioni importanti sia per la diagnosi che, soprattutto, per la gestione della gravidanza e del parto ed essere uno strumento complementare all’ecocardiografia nel processo diagnostico. Tuttavia, sono necessari più studi e l’integrazione tecnologica per permettere a questo strumento di entrare a far parte nella pratica clinica di routine.