Guccione's freedom, the freedom of a man even before that of a painter, is what allows him to use diversified expressive codes, from Piero Dorazio's abstract plot to Burri's black sack, from photography to pastel, or to paint without inhibitions everything that it excites him, which affects his senses, both with reference to works of the past (i d'après) and to the external natural object. His long and detailed research is starting to become work on light and, therefore, on colour. The aim is to restore - despite the apparent coldness of the clear brightness - the warmth of primary and decisive emotions for human existence. Guccione's painting can only partially and with reservations be defined as realist. It is true, it does not deform, does not alter or distort the recognizable fact of reality, yet just as it is far from deformation, from manipulation, in the same way it is distant from the real document, from the merely photographic outcome. In the paintings that have the sea as their object, this dichotomy is more evident and not only because in them there is a greater degree of abstraction and rarefaction of the image. The device developed by Guccione concerns the peculiar way of imprisoning, capturing, something very elusive in reality: light.

La libertà di Guccione, libertà di uomo ancor prima che di pittore, è quella gli permette di usare codici espressivi diversificati, dall’intreccio astratto di Piero Dorazio al sacco nero di Burri, dalla fotografia al pastello, o di dipingere senza inibizioni tutto ciò che lo emoziona, che colpisce i suoi sensi, sia con riferimento ad opere del passato (i d’après) sia all’oggetto naturale esterno. La sua lunga e articolata ricerca si avvia a diventare lavoro sulla luce e, quindi, sul colore. Il fine è di restituire – nonostante l’apparente algidità della luminosità tersa – il calore di emozioni primarie e decisive per l’esistenza umana. La pittura di Guccione solo in parte e con riserva può essere definita realista. È vero, essa non deforma, non altera e non stravolge il dato riconoscibile di realtà, eppure così com’è lontana dalla deformazione, dalla manipolazione, allo stesso modo è distante dal documento reale, dall’esito meramente fotografico. Nei dipinti che hanno come oggetto il mare questa dicotomia è più evidente e non soltanto perché in essi vi è un maggior grado di astrazione e di rarefazione dell’immagine. Il dispositivo messo a punto da Guccione attiene al modo peculiare di imprigionare, catturare, qualcosa di molto sfuggente della realtà: la luce.

Epifanie della visione. Piero Guccione e l'infinito azzurro.

TRAMONTANA GULIZIA, VITO GIUSEPPE
2023/2024

Abstract

Guccione's freedom, the freedom of a man even before that of a painter, is what allows him to use diversified expressive codes, from Piero Dorazio's abstract plot to Burri's black sack, from photography to pastel, or to paint without inhibitions everything that it excites him, which affects his senses, both with reference to works of the past (i d'après) and to the external natural object. His long and detailed research is starting to become work on light and, therefore, on colour. The aim is to restore - despite the apparent coldness of the clear brightness - the warmth of primary and decisive emotions for human existence. Guccione's painting can only partially and with reservations be defined as realist. It is true, it does not deform, does not alter or distort the recognizable fact of reality, yet just as it is far from deformation, from manipulation, in the same way it is distant from the real document, from the merely photographic outcome. In the paintings that have the sea as their object, this dichotomy is more evident and not only because in them there is a greater degree of abstraction and rarefaction of the image. The device developed by Guccione concerns the peculiar way of imprisoning, capturing, something very elusive in reality: light.
2023
Epiphanies of vision. Piero Guccione and the infinite blue.
La libertà di Guccione, libertà di uomo ancor prima che di pittore, è quella gli permette di usare codici espressivi diversificati, dall’intreccio astratto di Piero Dorazio al sacco nero di Burri, dalla fotografia al pastello, o di dipingere senza inibizioni tutto ciò che lo emoziona, che colpisce i suoi sensi, sia con riferimento ad opere del passato (i d’après) sia all’oggetto naturale esterno. La sua lunga e articolata ricerca si avvia a diventare lavoro sulla luce e, quindi, sul colore. Il fine è di restituire – nonostante l’apparente algidità della luminosità tersa – il calore di emozioni primarie e decisive per l’esistenza umana. La pittura di Guccione solo in parte e con riserva può essere definita realista. È vero, essa non deforma, non altera e non stravolge il dato riconoscibile di realtà, eppure così com’è lontana dalla deformazione, dalla manipolazione, allo stesso modo è distante dal documento reale, dall’esito meramente fotografico. Nei dipinti che hanno come oggetto il mare questa dicotomia è più evidente e non soltanto perché in essi vi è un maggior grado di astrazione e di rarefazione dell’immagine. Il dispositivo messo a punto da Guccione attiene al modo peculiare di imprigionare, catturare, qualcosa di molto sfuggente della realtà: la luce.
Guccione
Scicli
Mare
Luce
Infinito
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/78747