La parola che cura: la poesia come terapia

The essay is presented as a bibliographic research aimed at exploring the power of the poetic word and the resources of poetry as a therapeutic tool. Starting from Winnicott's concepts of holding and handling (1988) and Bion's rêverie (1962), the birth of the word within the primary relationship is presented, also placing attention on the sound component of the word, the voice, and on the primitive body language (Di Benedetto, 2000). Subsequently, on the basis of Mangini's reflections (2019), a thread is woven that links the figure of the poet and of the psychoanalyst: both creators of the word that touches, that resonates within everyone, reaching unexplored and hitherto inaccessible territories. Another key theoretical assumption is that of embodied language (Quinodoz, 2002): a type of language that allows us to express not only thoughts, but also the emotions that accompany them, thus involving the human being as a whole. Finally, the essay leads us to see the tight thread that has always united poetry and psychology, a relationship that finds one of its expressive channels in the use of poetry as therapy (poetry therapy) (Buonaguidi, 2023). In the wake of these themes, this work is enriched by some dialogues held with the contemporary poet and writer Rahma Nur.

L’elaborato si presenta come una ricerca bibliografica volta ad approfondire la potenza della parola poetica e le risorse della poesia come strumento terapeutico. A partire dai concetti di holding e handling di Winnicott (1988) e di rêverie di Bion (1962) viene presentata la nascita della parola all’interno della relazione primaria, ponendo l’attenzione anche sulla componente sonora della parola, la voce, e sul linguaggio corporeo primitivo (Di Benedetto, 2000). Successivamente sulla base delle riflessioni di Mangini (2019) viene tessuto un filo che lega la figura del poeta a quella dello psicoanalista: entrambi artefici della parola che tocca, che risuona dentro ognuno, raggiungendo territori inesplorati e fino ad allora inaccessibili. Altro presupposto teorico cardine è quello di linguaggio incarnato (Quinodoz, 2002): una tipologia di linguaggio che permette di esprimere non solo pensieri, ma anche le emozioni che ad essi si accompagnano, arrivando a coinvolgere l’essere umano nella sua totalità. Infine, l’elaborato conduce a vedere il filo teso che da sempre unisce la poesia e la psicologia, relazione che trova uno dei suoi canali espressivi nell’utilizzo della poesia come terapia (poetry therapy) (Buonaguidi, 2023). Sulla scia di questi temi, il presente lavoro è arricchito da alcuni dialoghi effettuati con la poetessa e scrittrice contemporanea Rahma Nur.