Nel presente elaborato viene esposto il lavoro svolto presso il Distretto Forestale di Rovereto e Riva del Garda (DFRR), nella Provincia Autonoma di Trento (PAT), il cui scopo è stata l’individuazione delle aree dove la prossimità fra bosco e edifici è tale da costituire un fattore di rischio per la diffusione degli incendi dal bosco alle abitazioni (e viceversa). Queste aree, dette di interfaccia urbano-rurale, sono state identificate attraverso l’uso del software QGIS per la creazione di buffer di sicurezza (larghezza di 20 m) attorno agli edifici civili del DFRR situati nelle strette vicinanze di boschi con elevato pericolo di incendi. Poi è stata eseguita una simulazione con il software FlamMap per evidenziare le zone ove fosse maggiore il pericolo di passaggio in chioma del fuoco. Tale fenomeno è particolarmente rilevante in quanto genera incendi di maggior intensità, con un più alto livello di rischio. Trovate le aree più critiche i dati sono stati incrociati per ottenere gli edifici a rischio di incendi d’interfaccia nelle zone con elevata probabilità di incendio di chioma attivo. Sulla base di ciò sono state scelte tre situazioni, situate nei Comuni di Villa Lagarina, Arco e Ledro, caratterizzate da tre diverse tipologie di popolamento forestale: un lariceto con orniello, una pineta di pino nero con leccio e orniello e una pineta di pino silvestre con orniello e faggio. Per ciascun sito sono stati individuati tre plot sui quali è stato eseguito un rilievo forestale per determinare il diametro (DBH), l’altezza totale delle piante (Htot), l’altezza di inserzione della chioma (CBH) e il numero dei polloni più alti di due metri per le specie normalmente gestite a ceduo. Inoltre sono state scattate tre foto per ogni plot, con una lente fisheye applicata ad uno smartphone, usate per determinare la densità delle chiome (CBD) con il software Gap Light Analyzer (GLA). I dati raccolti sono stati usati per confrontare i dati telerilevati disponibili per l’area e i dati ottenuti con i rilievi di campo, al fine di validare o, eventualmente, rettificare i primi. Successivamente si è provato ad eseguire una simulazione del comportamento del fuoco applicando un fattore di correzione ai dati telerilevati in funzione dei dati raccolti in campo. Infine, sulla base del materiale presente in bibliografia, è stato ipotizzato un possibile scenario di gestione preventiva verso gli incendi, sulla base del quale è stata fatta una seconda simulazione per vedere se un intervento selvicolturale avesse potuto ridurre il rischio di incendio di interfaccia nei nostri casi studio. Dai rilievi è emersa l’incongruenza tra la tipologia forestale riportata in cartografia e quella effettivamente presente in campo. Dal confronto tra i dati di CBD telerilevati e quelli derivati dal calcolo con GLA emerge che i primi sono superiori rispetto a quelli reali, a conferma del fatto che sono valori non precisi localmente in quanto costruiti a piccola scala (pan-europea). Per quanto riguarda l’ipotesi di un trattamento selvicolturale, nella maggior parte dei casi è consigliata una riduzione della componente arbustiva. Inoltre è bene rimuovere la necromassa al suolo, le piante morte in piedi e quelle dominate a crescita stentata. La necromassa e le piante morte in piedi facilitano infatti la risalita del fuoco dal suolo verso le chiome. Le piante dominate hanno portamento longilineo e diametro ridotto, i quali le rendono suscettibili a schianti da vento. Infine conviene fare una spalcatura dal basso per aumentare la quota di inserzione delle chiome, così da ridurre il rischio di incendio di chioma attivo. Nel complesso si è sviluppato un sistema efficace per l’individuazione delle aree WUI a rischio incendio di chioma attivo. Inoltre è stato determinato che nelle zone di interfaccia è possibile ridurre il rischio di passaggio in chioma del fuoco attraverso vari interventi di selvicoltura preventiva.

Simulazione del comportamento del fuoco per la prevenzione degli incendi d'interfaccia: casi studio nel Distretto Forestale di Rovereto e Riva del Garda

TOGNI, STEFANO
2023/2024

Abstract

Nel presente elaborato viene esposto il lavoro svolto presso il Distretto Forestale di Rovereto e Riva del Garda (DFRR), nella Provincia Autonoma di Trento (PAT), il cui scopo è stata l’individuazione delle aree dove la prossimità fra bosco e edifici è tale da costituire un fattore di rischio per la diffusione degli incendi dal bosco alle abitazioni (e viceversa). Queste aree, dette di interfaccia urbano-rurale, sono state identificate attraverso l’uso del software QGIS per la creazione di buffer di sicurezza (larghezza di 20 m) attorno agli edifici civili del DFRR situati nelle strette vicinanze di boschi con elevato pericolo di incendi. Poi è stata eseguita una simulazione con il software FlamMap per evidenziare le zone ove fosse maggiore il pericolo di passaggio in chioma del fuoco. Tale fenomeno è particolarmente rilevante in quanto genera incendi di maggior intensità, con un più alto livello di rischio. Trovate le aree più critiche i dati sono stati incrociati per ottenere gli edifici a rischio di incendi d’interfaccia nelle zone con elevata probabilità di incendio di chioma attivo. Sulla base di ciò sono state scelte tre situazioni, situate nei Comuni di Villa Lagarina, Arco e Ledro, caratterizzate da tre diverse tipologie di popolamento forestale: un lariceto con orniello, una pineta di pino nero con leccio e orniello e una pineta di pino silvestre con orniello e faggio. Per ciascun sito sono stati individuati tre plot sui quali è stato eseguito un rilievo forestale per determinare il diametro (DBH), l’altezza totale delle piante (Htot), l’altezza di inserzione della chioma (CBH) e il numero dei polloni più alti di due metri per le specie normalmente gestite a ceduo. Inoltre sono state scattate tre foto per ogni plot, con una lente fisheye applicata ad uno smartphone, usate per determinare la densità delle chiome (CBD) con il software Gap Light Analyzer (GLA). I dati raccolti sono stati usati per confrontare i dati telerilevati disponibili per l’area e i dati ottenuti con i rilievi di campo, al fine di validare o, eventualmente, rettificare i primi. Successivamente si è provato ad eseguire una simulazione del comportamento del fuoco applicando un fattore di correzione ai dati telerilevati in funzione dei dati raccolti in campo. Infine, sulla base del materiale presente in bibliografia, è stato ipotizzato un possibile scenario di gestione preventiva verso gli incendi, sulla base del quale è stata fatta una seconda simulazione per vedere se un intervento selvicolturale avesse potuto ridurre il rischio di incendio di interfaccia nei nostri casi studio. Dai rilievi è emersa l’incongruenza tra la tipologia forestale riportata in cartografia e quella effettivamente presente in campo. Dal confronto tra i dati di CBD telerilevati e quelli derivati dal calcolo con GLA emerge che i primi sono superiori rispetto a quelli reali, a conferma del fatto che sono valori non precisi localmente in quanto costruiti a piccola scala (pan-europea). Per quanto riguarda l’ipotesi di un trattamento selvicolturale, nella maggior parte dei casi è consigliata una riduzione della componente arbustiva. Inoltre è bene rimuovere la necromassa al suolo, le piante morte in piedi e quelle dominate a crescita stentata. La necromassa e le piante morte in piedi facilitano infatti la risalita del fuoco dal suolo verso le chiome. Le piante dominate hanno portamento longilineo e diametro ridotto, i quali le rendono suscettibili a schianti da vento. Infine conviene fare una spalcatura dal basso per aumentare la quota di inserzione delle chiome, così da ridurre il rischio di incendio di chioma attivo. Nel complesso si è sviluppato un sistema efficace per l’individuazione delle aree WUI a rischio incendio di chioma attivo. Inoltre è stato determinato che nelle zone di interfaccia è possibile ridurre il rischio di passaggio in chioma del fuoco attraverso vari interventi di selvicoltura preventiva.
2023
Fire behaviour simulation for wild-urban interface fires prevention: case studies in Forest District of Rovereto and Riva del Garda
Prevenzione incendi
Bosco
Interfaccia
Fuoco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/80376